Il granata dalla porta accanto

La foglia di fico

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Il Granata della Porta Accanto/ Baroni è un mestierante che, c'è da scommetterci, si farà andare bene tutto quello che gli passerà il convento
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

Non è servito a nulla a Vanoli gridare ai quattro venti che il re era nudo, nonostante l'appoggio di tutto il popolo granata che vedeva nel tecnico ex Venezia il portavoce ideale ed autorevole delle istanze disperate di una piazza stufa di essere tenuta ostaggio della mediocrità e ridotta a pianta di plastica che non appassisce, ma nemmeno fiorisce, mai. È stato esonerato, Vanoli, con la cattiveria vendicativa di chi sa di fare un torto, ma è talmente accecato dal proprio ego da non riconoscere l'effetto boomerang di ciò che sta facendo. "Vanoli hai detto la verità, il problema non sei tu, ma la società" è lo striscione apparso sul cancello del Filadelfia nei giorni scorsi, chiaro epitaffio sull'ennesima, scellerata, mossa della gestione Cairo. Che poi se il presidente avesse voluto buttarla sull'aspetto tecnico e di gestione probabilmente qualche appiglio ragionevole per mettere seriamente in discussione Vanoli lo avrebbe anche trovato, ma tanta era la voglia di vendetta del nostro patron che questa volta non è riuscito nemmeno a mascherare il vero motivo per cui lo cacciava. Eh già, perché il "muro di gomma" Cairo, sul quale sembra scivolare tutto e rimbalzare tutto, una cosa la patisce: chi è più amato di lui nel suo territorio. Prova ne è che non si è mai circondato di vecchie glorie granata perché avrebbero potuto fargli ombra essendo ben radicate e amate nel cuore dei tifosi granata. Ci stava riuscendo Vanoli a conquistarsi il rispetto di noi supporter granata e averlo fatto cavalcando l'onda di malcontento verso la società è stato insopportabile per il presidente, inaccettabile al punto di continuare a pagargli lo stipendio pur di non vederlo più dire quelle cose in conferenza stampa.

Ora arriva Baroni. C'è poco da aggiungere perché, e di questo mi spiace per il tecnico ex Lazio, non sarà purtroppo lui a dare la svolta alla gestione Cairo. Non sarà lui, ma non perché non sia bravo o non sia capace, tutt'altro, (sebbene sia riuscito a suicidarsi, sportivamente parlando, e a non portare la Lazio in Europa in questa stagione), ma semplicemente perché non sembra quel tipo di mister che catalizza un ambiente o crea un volano positivo in società con il suo carisma o con la forza dei risultati. Baroni sembra il classico buon allenatore che ha fatto tanta gavetta e che ha ottenuto sempre "il giusto" in proporzione alle piazze in cui ha allenato. È arrivato ad una squadra importante, la Lazio, solo l'anno scorso a sessant'anni compiuti, ma nel palmares ha poco da esporre e poche avventure esaltanti da raccontare. È un mestierante che, c'è da scommetterci, si farà andare bene tutto quello che gli passerà il convento. Di sicuro farà bene, ma per quanto bene farà deve subito comprendere che è atterrato in un ambiente ormai ammorbato all'inverosimile dall'antagonismo verso il presidente Cairo ed il ds Vagnati, un ambiente dove riportare entusiasmo dal basso, cioè dal campo di gioco, è veramente difficile. O parte forte, oppure rischia di venire risucchiato anche lui nell'astio ormai cristallizzato verso questa società. Ci aveva provato Vanoli, con risultati esaltanti all'inizio e con la voglia di dare un DNA granata alla sua squadra, ma la prova provata è che finché non cambierà la testa di questa società nulla potrà mai davvero essere considerato come una ventata di aria nuova. Baroni sarà l'ennesima foglia di fico a coprire le nudità del re: passeremo l'estate a cercare di capire quali strabilianti innovazioni tattiche e di gioco apporterà salvo poi passare gli ultimi due giorni di calciomercato a pregare di rimpiazzare qualche buon giocatore partito o di inserire qualche valida alternativa nell'illusione di alzare il livello (un po' come era accaduto a gennaio con Elmas che infatti non è stato riscattato). Ma Il Gattopardo che sta al comando del Torino FC e che da vent'anni cambia sempre tutto con il dichiarato intento che alla fine non cambi nulla, si adopererà perché si resti dove si deve stare, lodando Baroni se "inciamperà" in una qualificazione europea o trasformandolo in capro espiatorio nel caso faccia decisamente peggio del classico decimo posto. Comincia una nuova stagione, ma la sensazione è sempre quella: di un film già visto...

Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.

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