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Toro: un undici poco “apprezzato” dai tifosi…

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Il campionato è finito da più di un mese e nulla si è mosso sul mercato: si rischia di rivedere in campo giocatori poco amati

Sono sempre più sconcertato dalla posizione di potere di cui gode Vagnati all'interno della società: invece di essere il primo a pagare per i pessimi risultati di prima squadra e Primavera, della quale aveva voluto avocare su di sé tutte le scelte a partire dal mister, sembra, al contrario, che la sua posizione sia molto salda tanto che l'ultima novità è rappresentata dal fatto che sta facendo di tutto per portare in granata il responsabile del settore giovanile della Spal, Ludergnani, per piazzarlo al posto di Bava. Premesso che già di per sé l'idea di mandare via Bava, un fuoriclasse come ds delle giovanili, è pura follia, credo che Vagnati farebbe meglio a concentrarsi sul titanico lavoro che lo aspetta col mercato della prima squadra piuttosto che "perdere tempo" con le questioni del settore giovanile che è già in ottime mani. Risulta, infatti, che a più di un mese dalla fine del campionato e ad una decina di giorni dal raduno, i movimenti di mercato del Torino segnino il nulla assoluto alla voce entrate e altrettanto alla voce uscite: disorientante, se si considera che, dopo le ultime due stagioni, ci si auspicava un massiccio "ricambio d'aria" nello spogliatoio granata… 

Al netto quindi delle due delicatissime situazioni di Belotti e Sirigu per i quali il futuro sarà più chiaro dopo gli Europei, il Torino ad oggi si ritrova con tutta una serie di giocatori che per varie ragioni sono poco "amati" dalla piazza e per i quali andrebbe trovata una maniera perché le loro carriere continuino con altre maglie. Volendo fare un giochino si potrebbe ipotizzare un undici di gioco composto interamente di questi giocatori: una formazione che potenzialmente potrebbe scendere in campo e che non susciterebbe per niente l'entusiasmo, già ai minimi, dei tifosi granata. Chi, infatti, vorrebbe vedere questo Toro? Milinkovic-Savic, Ola Aina, Didji, Lyanco, Rodriguez,  Linetty, Meité, Verdi, Iago Falque, Zaza, Millico. 

DIFESA

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Il rinnovo del "Donnarumma serbo" per i prossimi tre anni ha stupito un po' tutto l'ambiente granata: Milinkovic Savic, pur mostrando del talento, in questi anni è mancato totalmente di una caratteristica fondamentale per un portiere titolare in serie A: l'affidabilità. Forse sta maturando perché, a parte il gol assurdo preso a Bologna, nelle ultime sue uscite al posto di Sirigu non ha fatto malissimo. I portieri maturano tardi e può darsi che nel prossimo triennio il Torino si ritrovi tra le mani un estremo difensore di livello, anche se al momento così non pare.

Lyanco, che interessa al Bologna, ha dimostrato che nella difesa a tre non può fare il leader: piedi buoni, ma troppe amnesie ed errori gratuiti. Sicuramente talentuoso, ma il suo tempo al Toro sembra ormai finito. 

Per Djidji vale lo stesso discorso di Lyanco: troppi errori, sebbene impegno e professionalità non siano in discussione. Andrebbe ceduto senza se e senza ma. Su Rodriguez, invece, le aspettative erano alte: la stagione del difensore svizzero è stata una totale delusione a cui si è sommata tanta sfortuna nella specialità della casa, i calci di punizione (due legni che ancora tremano…). Infine Ola Aina. Il difensore inglese di origini nigeriana rientra dal prestito al Fulahm dove ha collezionato una retrocessione. Ha mezzi importanti e potrebbe essere utile nel dispendioso gioco di Juric: avrà la testa per resettare e ricominciare da zero in maglia granata? 

CENTROCAMPO

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Il centrocampo è il settore in cui maggiormente il Toro dovrebbe provare ad innestare qualità a carriolate. Se Mandragora è la certezza e Rincon, Baselli e Lukic rimarranno per l'impossibilità di fare una rivoluzione totale della rosa, Linetty e Meité non si capisce come possano avere un futuro nel Toro: il polacco è stata la delusione più grande tra gli acquisti di Vagnati e il francese, col prestito al Milan, ha fatto capire da un lato che a Torino il suo tempo è finito, dall'altro che non è in grado di giocare ad altissimi livelli. Su Verdi il discorso è purtroppo inficiato dallo sproposito di milioni che sono stati pagati due anni fa al Napoli. Nonostante Nicola abbia provato a reinventarlo mezzala, l'ex Bologna in due anni non ha giocato una partita che sia una ad un livello buono. Zero colpi, zero giocate, spesso abulico quando non dannoso, nessun gol su punizione, una manciata di assist: i soldi peggio spesi nella storia del Toro. Francamente sperare di non fare una minusvalenza è pura utopia, quanto quella di pensare che il prossimo anno si trasformi in un De Bruyne… 

ATTACCO

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Iago Falque dei bei tempi sarebbe un rientro prezioso per il nostro attacco. Purtroppo lo spagnolo è martoriato dagli infortuni e la sua tenuta fisica appare un incognita addirittura sul resto della sua carriera a buon livello. Difficile vederlo rimanere in rosa. Anche Millico, per motivi diversi, è un rientro che sarebbe prezioso se si trattasse del Millico dei bei tempi in Primavera. Continui infortuni ed un carattere "particolare" gli stanno impedendo di diventare un giocatore di grandissima prospettiva quale sembrava fino ad un paio di anni fa. Riuscirà Juric a farlo maturare? Ma soprattutto riuscirà Millico a trovare l'umiltà per crescere ed affermarsi in maglia granata? 

Infine Zaza. Anche lui, come Verdi, paga il peso delle aspettative legate al grosso investimento fatto da Cairo per cartellino ed ingaggio quinquennale. Il centravanti lucano ha segnato quest'anno gol pesantissimi, ma non è riuscito ad imporsi come attaccante affidabile e capace di supportare il peso dell'attacco del Toro. Forse, se Belotti partisse, potrebbe "liberarsi" del continuo confronto agli occhi dei tifosi col capitano granata, ma la piazza sembra comunque non amarlo a prescindere, sia per il suo atteggiamento in campo, sia per il suo passato bianconero. 

In conclusione, è vero che si tifa il Toro per la maglia e si sostiene a prescindere chiunque la indossi, ma negli ultimi due anni il rapporto di stima e affetto verso tanti di questi calciatori si è rotto o non è mai sbocciato. A Vagnati il compito di creare un gruppo coeso e valido capace di disputare un buon campionato, sì, ma anche di saper tornare a farsi amare dai tifosi. Ed entrambe le cose non appaiono per nulla semplici, al momento. 

Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.

Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.

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