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Marzo 1973. Di nuovo derby! Dai ricordi del mio amico Wilmer, allora diciottenne in curva con i Fedelissimi…solita posizione in Maratona…Spinosi, Furino, “Morgan” Morini picchiano come fabbri. Scarsamente redarguiti. Il terzino romano suole lavorare ai fianchi coi pugni l’avversario per tagliargli il fiato, come nella boxe. Gara dura in casa loro per il calendario, ma lo stadio è teatro granata. Spiovente in area della goeba sotto di noi, tutti alla caccia del pallone, il numero 2 bianconero si appresta ad intervenire su Bui, i pugni serrati per colpire…vediamo il gomito sinistro di Gianni affondare nelle strisce bianconere che si deformano…confusione e l’azione sfuma, il prode difensore s’ingobbisce piegato in due dolorante, impetuoso si alza l’urlo “È lui, è lui, è Gianni Bui!”. Abbiamo poi vinto con goal di Pulici e una punizione finalizzata da Aldo Agroppi. Spinosi girava a metri di distanza da Gianni…
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Torino-Roma.
Sotto la Maratona, tra i pali il portiere giallorosso Alberto Ginulfi…cross forte e teso di Marino Lombardo, Bui in rincorsa stacca perentorio ad incornare, la torsione potente, lo stadio ammutolito per una frazione di secondo aspettando qualcosa, la fucilata si stampa sulla traversa. Che roba, ragazzi! Chi ne fu spettatore ha ancora nelle orecchie il “paaac” del pallone sul legno e ha conservato l’immagine di Bui in splendida solitaria elevazione, mezzo metro sull’avversario. Un vero spettacolo di coordinazione aerea, Bui ebbe con l’allenatore Giagnoni qualche incomprensione tattica. E non avrebbe potuto essere diverso: d’altronde vulcanico era il tecnico, mentre Bui era ragionatore, comunque incisivo nello sfruttare le proprie innate doti d’improvvisatore. Con l’allenatore sardo fu costretto al compromesso, peraltro molto positivo, fino al punto di rischiare…lo Scudetto. Nel Toro ha svezzato giovani leoni, uno su tutti Graziani, che negli anni d’oro ha incornato palloni da ogni posizione e altrettanti ne ha offerti a Pulici, e nel movimento -anche nella posizione- c’era qualcosa che apparteneva ancora a Bui. Gianni Bui ha fatto tanto nel Torino, anche dopo. È stato allenatore nel settore giovanile e osservatore, soprattutto mentore ed educatore di Gianluigi Lentini, fino a portarlo e presentarlo, dalla sua squadra Berretti, a Sergio Vatta per un precoce impiego in Primavera.
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Lasciato il calcio, Gianni Alessio Bui si è finalmente potuto dedicare alla pittura. Gli piace allontanarsi dal linguaggio classico, immaginare qualcosa di nuovo, fare anche “ritratti in modo magari anche contorto ma unico”. Nell’astratto,che ama in modo particolare, esprime una sensibilità in cui forme e colori arrivano a compendiarsi, con tratti forti o forme sinuose, chiaroscuri o tinte forti, con effetti sorprendenti.
Un credito particolare al dott. Paolo Ferrero autore del libro “Dentro un colbacco granata”, Editrice Il Punto, maggio 2001
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