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Dieci ore di interrogatorio... Dieci ore per farlo crollare. Dieci ore tra le grinfie del Direttorio federale, organo che solo a sentirlo nominare mette i brividi. Era stanchissimo quando crollò, l'uomo che con la sua testimonianza fornì l'elemento probante, incontrovertibile, che forse ancora oggi impedisce la revisione della sentenza. Qualcosa non torna nei metodi investigativi in camicia nera usati per un'indagine sportiva. Non torna nemmeno l'esultanza scomposta del Tifone, il settimanale "satirico" che, con i suoi articoli, travolse la squadra granata con l'ombra infamante dello scandalo. Il titolo dell'edizione straordinaria del 4 novembre 1927, che annuncia la revoca dello scudetto, è tutto un programma: "Abbiamo l'orgoglio di aver denunciato -unici accusatori- la scandalosa frode del Torino", e nel sommario: "A Marone, diventato verde, diciamo: "béccati questo aperitivo" (Il Tifone 4/11/1927, pag. 1).
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Sulle rivelazioni di questo periodico si basò l'apertuta di un'inchiesta che portò alla sentenza pronunciata nella "neutralissima" casa del fascio di Bologna, a tarda notte, probabilmente alla fine delle fatidiche dieci ore che stremarono il reo confesso. Ora, non prendete troppo sul serio queste righe: sono le elucubrazioni di uno che scrive libri gialli ed è abituato a tessere trame e disseminare indizi, non certo le conclusioni di uno storico né di un esperto di diritto sportivo. E soprattutto sono le considerazioni di un tifoso, naturalmente portato a interpretare i fatti a favore dei propri colori. Però... Però tre indizi fanno una prova, si scriveva nei vecchi romanzi polizieschi. Una causa intentata su voci messe in giro da un giornalista incattivito, un giudice evidentemente non super partes che prende decisioni nella sede del partito e nella città della squadra arrivata al secondo posto e un interrogatorio da santa inquisizione che spreme come un limone l'imputato potrebbero portare a pensar male della sentenza che fu pronunciata. Per la cronaca, il giocatore della Juve accusato di essere stato corrotto (anche se giocò benissimo la partita incriminata) venne squalificato a vita, ma godette di un'amnistia pochi mesi dopo la condanna. Insomma, sarà anche una storia vecchia, una brutta vicenda di quasi cent'anni fa, ma la puzza di marcio si sente ancora adesso: basterebbe voler annusare l'aria...
Autore di gialli, con "Cocktail d'anime per l'avvocato Alfieri" ha vinto l'edizione 2020 di GialloFestival. Marco P.L. Bernardi condivide con il protagonista dei suoi romanzi l'antica passione per il Toro e l'amore per la letteratura e la canzone d'autore.
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