Se qualcuno si chiede come mai tra il Torino e il Napoli ci sia tutto questo divario a quasi vent’anni dal fallimento di entrambe, allora una parte della risposta si è vista sugli spalti
Su quanto è accaduto in campo in Torino-Napoli c’è poco da dire. La squadra di Spalletti ha confermato ancora una volta di essere ingiocabile per chiunque in Italia e forse anche in Europa. Non ha fatto eccezione la partita contro i granata, che dal canto loro hanno facilitato le cose agli azzurri con qualche errore evitabile. Ma le categorie di differenza si vedono anche nella capacità di leggere i momenti della partita e di mantenere la lucidità. Archiviare e ripartire, questo è semplicemente ciò che deve fare la banda Juric.
Molto più interessante, e preoccupante, il tema relativo a quanto accaduto sugli spalti. Tre quarti dello stadio Olimpico Grande Torino sono stati monopolizzati dai tifosi azzurri e questo non può non far riflettere. Di sicuro vanno considerate le circostanze. Quella in casa Toro, per i tifosi del Napoli, era la prima trasferta possibile da due mesi a questa parte. Inoltre, è logico che Osimhen, Kvara e soci si trascinino dietro un entusiasmo incredibile per la pagina di storia che stanno scrivendo.
Ma se qualcuno si chiede come mai tra il Torino e il Napoli ci sia tutto questo divario a quasi vent’anni dal fallimento di entrambe, allora una parte della risposta si è vista sugli spalti. Il bacino di utenza tra Napoli e Torino è molto diverso e non solo per quantità; e si sa che, il bacino di utenza, dà un contributo alle casse di un club sia per quanto riguarda il botteghino sia relativamente ai diritti televisivi.
La scusante delle mancanze della società granata che non aiuterebbe a generare entusiasmo regge fino a un certo punto; la Sampdoria una società alle spalle ce l’ha e non ce l’ha, ma i tifosi la seguono numerosi in casa e in trasferta, fedeli all’idea secondo cui si è veri tifosi se si sta accanto alla squadra a prescindere dal risultato, ovviamente per chi ne ha la possibilità.