tor columnist Rizzitelli-Vialli 2-2, poi Angloma. Tenera è la notte

La Leggenda e i Campioni

Rizzitelli-Vialli 2-2, poi Angloma. Tenera è la notte

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E il lampo definitivo di Jocelyn Angloma, difensore-centrocampista nato in Guadalupe, dipartimento francese d’Outre-Mer
Gianni Ponta

Quei fogli ormai ingialliti de La Stampa ce li ho ancora. Li avevo conservati, messi da parte, sai mai due derby vinti dal nostro Turìn nella stessa stagione. Comprai La Stampa all’edicola della stazione di Jesi di prima mattina, giovedì 26 gennaio 1995, strafelice, prima di affrontare la giornata di lavoro. La sera prima ero impegnato, ero riuscito a conoscere solo il risultato, Torino 3 Juventus 2. 7’ Rizzitelli, 9’ Vialli, 30’ Rizzitelli, 33’ Vialli, 38’ Angloma. Dalla penna bianconera di Roberto Beccantini: “Il derby è stato bellissimo nel primo tempo, e attorcigliato nel secondo…Però che Toro, signori. Un inno al coraggio e al cuore. Da applausi. Un successo splendido per come è stato costruito, commovente per come è stato difeso. Il primo tempo è roba da antologia, il secondo da libro Cuore”. E l’ineffabile Lippi in sede d’intervista post-gara: “Sempre questi…”. Un vero signore.

Migliori in campo Rizzitelli ed il portiere Pastine, tre parate decisive su Ravanelli, delle quali quella sul calcio di rigore neanche la più complicata. E il lampo definitivo di Jocelyn Angloma, difensore-centrocampista nato in Guadalupe, dipartimento francese d’Outre-Mer. 38’. Il punto decisivo del Toro. Ancora Rizzitelli: tacco smarcante per Angloma, a Peruzzi non basta un miracolo, la carambola premia il francese che entra in porta palla al piede. Giù il cappello. Dalle pagelle di Marco Ansaldo:”Angloma. La Juvevital, medicina che dà vigore ai granata, provvede a farne il terzino della Nazionale francese e non più l’Uomo Nero di scarsissimi risultati ( ne ricordiamo un’esibizione penosa a Cremona). Firma il derby con il goal del 3-2, ma soprattutto approfitta delle lacune di Torricelli e dello sbilanciamento bianconero per inserirsi in attacco con grande pericolosità. Una spina di cactus che si conficca nel fianco sinistro della Juventus: lunga, spessa, dolorosa”. Un veloce leggero incursore, una delle note più liete di quella compagine allestita dallo “Sceriffo”, venuto ad illuderci, in realtà arrivato a radere al suolo ogni idea di granatismo, a smantellare tutto, iniziando dal settore giovanile. Eppure entrambi i derby vinti da quel Torino allenato da Nedo Sonetti nel Campionato 1994-95. Misteri insondabili del calcio. Per una volta, a nostro favore.


Angloma fu una delle note più liete di quella stagione, l’ultima prima di un periodo fosco, nerissimo. Difensore duttile, molto dotato sul piano atletico con l’agilità e la muscolatura dell’atleta di colore, abile e spettacolare nell’uno-contro-uno (palla da una parte, lui dall’altra) in fase di spinta, non disdegnava la via del goal. Piedi buoni, indubbiamente. Prediligeva agire sulla fascia destra, in modo da andare al cross col proprio piede preferito, ma era in grado di disimpegnarsi anche sul lato opposto. Proveniente dall’OM, l’Olympique Marseille, arrivò nell’estate 1994: dopo un avvio stentato, iniziò a offrire un buon rendimento. Due anni dopo, la sua cessione all’Inter fu un duro colpo e venne interpretata come l’ennesimo segnale di indebolimento della squadra. Dopo l’esperienza nel campionato italiano, nell’estate 1997 si trasferì al Valencia. Nel 2003 fece ritorno in Guadalupa, giocando fino al 2007 nella squadra in cui era cresciuto, l'Étoile de Morne; durante questo periodo, nel gennaio 2006 divenne anche osservatore del LOSC, il Lille Olympique Sporting Club. Club della capitale delle Fiandre francesi, mio luogo del cuore, per me e per la mia famiglia. Scusate. Terminata la carriera agonistica, dal luglio 2007 divenne l'allenatore dell'Étoile de Morne. Nel 2009 diventa vice allenatore della nazionale guadalupense.

Torino: Pastine, Angloma, Sogliano (83′ Sinigaglia), Falcone, Pellegrini, Maltagliati, Rizzitelli (75′ Lorenzini), Pessotto, Silenzi, Abedì Pelé, Cristallini. A disposizione: Simoni, Osio, Marcao. Allenatore: Sonetti.

Juventus: Peruzzi, Ferrara, Torricelli, Fusi -che male al cuore vedere l’”omino di ferro“ dall’altra parte- (63′ Jarni), Kohler, Paulo Sousa, Di Livio (79′ Marocchi), Conte, Vialli, Del Piero, Ravanelli. A disposizione: Rampulla, Porrini, Tacchinardi. Allenatore: Lippi. Arbitro: Amendolia di Messina.

Marcatori: Rizzitelli 6′, 30′ (T), Vialli 8′, 32′ (J), Angloma 39′ (T)

Spettatori: 41.201, tutti paganti (non erano validi gli abbonamenti), per un incasso di 1.460.260.000 lire. Note: Ammoniti: Conte, Rizzitelli, Kohler. Al 70′ Pastine para un calcio di rigore a Ravanelli. La partita, in programma il 6 novembre 1994, era stata rinviata per impraticabilità del campo, a causa dell’alluvione che flagellò il Piemonte. Ingialliscono i fogli che scaldano l’anima…recuperarli, tastarli, sentire quell’odore di stampa vecchia. Il giornale che aveva ancora un formato grande…Il fresco resoconto giornalistico di una sera magica in cui cenavi e pensavi…chissà il derby in questo momento…

Gianni Ponta, chimico, ha lavorato in una multinazionale, vissuto molti anni all’estero. Tuttavia, non ha mai mancato di seguire il “suo” Torino, squadra del cuore, fondativa del calcio italiano. Tra l’altro, ha scoperto che Ezio Loik, mezzala del Grande Torino, aveva avviato un’attività proprio nell’ambito dell’azienda in cui Gianni molti anni dopo sarebbe stato assunto.

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