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Toro, datti una mossa

Occhi sgranata / Torna la rubrica del nostro Vincenzo Chiarizia "In casa Toro è ancora tutto fumoso. Di Bava o di chi sarà il futuro ds, non vi è traccia"

Vincenzo Chiarizia

Sono trascorse due settimane da quando parlavo di Europa League e del caso come Petrachi come due grane da risolvere, ma delle due questioni nessuna si è risolta ufficialmente in un senso o nell'altro. Quella più spinosa a mio modo di vedere è quella del direttore sportivo. Qualcuno obietta che questo è un falso problema perché come Petrachi sta lavorando per la squadra giallorossa senza esserne ufficialmente il direttore sportivo, dall'altra anche Bava o chi per lui potrebbe lavorare come ds senza avere ricevuto formalmente l'investitura. Resto dubbioso su questo aspetto per un motivo semplice. E' acclarato che Petrachi ha dato le dimissioni dal Toro. E' altrettanto acclarato che le trattative per la Roma le sta conducendo lui, prova ne sono le immagini all'aeroporto assieme a Fienga di ritorno dal meeting con Fonseca e dunque per l'opinione pubblica lui è il direttore sportivo della Roma. Invece in casa Toro è ancora tutto fumoso. Di Bava o di chi sarà il futuro ds, non vi è traccia. Sfogliando i giornali possiamo leggere dei viaggi di Maldini e Boban a Madrid, di Sabatini che fa il summit assieme a Mihajlovic, di Marotta che all'Inter cerca di accontentare Conte, e così via, ma del Toro non c'è traccia di movimenti societari e pianificazioni di mercato. Si parla di giocatori che possono interessare o degli apprezzamenti delle altre squadre ai nostri big, ma nulla più. Dei tanti giocatori che vengono accostati al Toro riguardano quasi tutto il mercato italiano. Non ci sono interessamenti da parte del Toro per giocatori all'estero ed in parte è normale perché con Petrachi se ne va anche il capo degli osservatori Cavallo. Chi segnala i giocatori al Toro? Al momento vien da pensare nessuno. Per cui due sono i casi: o questa volta Cairo sta lavorando davvero in maniera brillante a fari spenti, non facendo trapelare nulla dei suoi piani, oppure siamo in alto mare. Ad ogni modo la questione va risolta, altrimenti si rischia davvero di vedere quelli che potrebbero essere veri obiettivi di mercato, accasarsi altrove.

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Nel frattempo il Toro attende notizie dal TAS, per sapere come potrà organizzarsi per l'immediato futuro. Prendere accordi per pianificare logisticamente il ritiro (e immagino che almeno verbalmente siano già stati raggiunti), e magari anche imbastire le trattative, perché è chiaro che si ha un appeal maggiore per gli obiettivi di mercato se la squadra dovesse partecipare alla prossima Europa League. Per cui occorrerebbero celerità e certezza... in un mondo normale. Nel mondo del Toro non c'è cosa che non lo sia o che comunque non sia sofferta. Il Toro soffre sempre, anche quando porta a casa i risultati. Soffre nel corso di una partita anche contro l'ultima in classifica tra le mura amiche, quando vince lo scudetto pareggiando con il Cesena con il rischio di essere raggiunti, quando in finale di Coppa Uefa tra andata e ritorno non perde, ma coglie tre pali e non porta a casa la Coppa, quando vince la quinta Coppa Italia in una finale di ritorno assurda contro la Roma, quando Cerci va a tirare il rigore che sarebbe valso l'Europa e puntualmente Rosati glielo para. Il Toro soffre per ottenere un sì da un calciatore come Verissimo, Donsah o Krunic e dunque il Toro soffre anche per poter conoscere cosa deve fare. La sofferenza fa parte del nostro DNA, lo sappiamo, cerchiamo di mantenere la calma anche se in alcuni momenti sembra difficile.

Dunque posso capire che il Toro non piazzi colpi di mercato in attesa di conoscere il proprio destino e cioè se sarà Europa o meno, ma almeno quello che si può controllare, presidente Cairo, lo vogliamo sistemare o no? Stare a lungo nel limbo potrebbe arrecare anche troppi danni. Diamoci una mossa.