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Demaria: “Il Toro è qualcosa di magico”

Il viaggio di TN nella Scuola Calcio granata / Ermanno Demaria, tecnico degli Esordienti 2002: "Un onore aver cresciuto i ragazzi poi arrivati in Primavera"

Diego Fornero

"Prosegue il nostro viaggio alla scoperta dei protagonisti della Scuola Calcio del Torino, un settore spesso lontano dai riflettori ma che, in realtà, rappresenta la vera forza del settore giovanile granata, se si considera che, tuttora, i più importanti protagonisti della cavalcata della Primavera di Moreno Longo sono passati attraverso queste categorie.

"DEMARIA, TREDICI ANNI DI TORO - Dopo aver conosciuto i tecnici dei Giovanissimi Sperimentali 2000, Massimo Garella, e degli Esordienti 2001, Massimo Capriolo, oggi vi presentiamo una vera e propria istituzione granata, mister Ermanno Demaria, allenatore degli Esordienti 2002, prima categoria giovanile a praticare già il calcio ad undici, e vero e proprio raccordo tra il mondo dei Pulcini e quello che, gradualmente, diventerà calcio professionistico. Il tecnico granata ci racconta, dunque, la propria esperienza: "Sono al Torino da tredici anni, e sono passato anche attraverso l'esperienza particolare del fallimento: allora essere stato reinserito nell'organico è stata per me una grande soddisfazione perché mi sono sentito valorizzato e ne ho tratto la giusta spinta per portare avanti un progetto di Società e mio personale, legato alla crescita dei bambini. Ormai sono allenatore da 32 anni in queste categorie e mi ritengo una sorta di "nonno" (ride, n.d.r.) come esperienza, ma la mia ambizione è quella di riuscire a far crescere questi ragazzi e valorizzare un patrimonio del Torino. Il passaggio da me credo sia importante per la costruzione del giovane calciatore che arriverà all'agonismo, con determinate qualità che noi vogliamo sviluppare. Io ho sempre lavorato nell'ultimo anno dei Pulcini, ma da due anni, per vicissitudini di cambi allenatori, Alessandro Spugna è salito di categoria ed io mi occupo degli Esordienti. L'anno scorso ho lavorato coi 2000, nell'ultimo anno di Esordienti, quest'anno sto lavorando con i 2002 che dovrei portare avanti nel biennio".

"AI RAGAZZI NON DICO "ARRIVERETE IN SERIE A", MA "VI METTERETE IN GIOCO" - Cosa cambia tra il calcio dei Pulcini e quello degli Esordienti, e quali obiettivi deve perseguire un allenatore in questa fascia di età? "Il calcio Esordienti ha il valore aggiunto di essere già ad 11, quindi avvicinarsi al calcio vero: qui bisogna mettere dentro già alcune qualità che nei Pulcini sono meno sviluppate. Sono due mondi paralleli, ma che necessitano di attenzioni particolari e differenti, la competenza di noi allenatori è determinante per vivere questi ambienti. Io sono dell'idea che i bambini abbiano bisogno di istruttori che possano dare loro non soltanto l'aspetto calcistico, ma anche quello umano e psicologico, nonché ludico. Bisogna far crescere i bambini in relazione all'età, non trasmettendo loro l'idea "Arriverò in Serie A", bensì "Diventerò bravo, mi metto in gioco e lavoro". Questi bambini hanno la possibilità di mettersi in gioco già in un contesto professionistico, quindi ovviamente hanno delle qualità, ma non conta solo questo, conta la formazione del giovane calciatore"

"UN ONORE VEDERE I NOSTRI RAGAZZI IN PRIMAVERA - Un'esperienza, quella di mister Demaria, che è partita addirittura dai '94, ragazzi giunti in Primavera nella passata stagione, in molti casi senza soluzione di continuità: "Siamo contenti, perché in Primavera, già nella passata stagione, ed anche in quella in corso, abbiamo la gran parte dei componenti che sono già stati allenati da noi quando erano bambini. E' ovviamente una grande soddisfazione nostra, ma anche della società, che forma giocatori del territorio, ed è un onore vedere i risultati ottenuti dal mister della Primavera, Moreno Longo, con ragazzi che sono passati di qua. Pensate che io ho iniziato coi '94 quando erano pulcini, poi ho saltato i '95 perché facevo sempre le annate pari, ed ho ricominciato coi '96, per poi lavorare anche coi '98, un altro bel gruppo nel quale molti ragazzi hanno avuto l'onore di finire in Nazionale. Molti giocatori li ho conosciuti agli Stage, ed in molti casi già da bambini qualcosa si può capire, in termini di qualità, chi potrebbe avere un percorso importante. Poi però l'età evolutiva ci insegna che le sorprese possono sempre essere dietro l'angolo".

"IL TORO? QUALCOSA DI MAGICO: CHI NON LO VIVE NON LO SA - Qual è il valore aggiunto di questa Scuola Calcio granata, che le fa ottenere grandi risultati? "E' proprio il Toro a dare un valore aggiunto al nostro lavoro: chi non vive il Toro non può saperlo, ed è quasi giusto che rimanga un po' un nostro segreto (ride, n.d.r.). Il Toro è qualcosa di magico, non si può neppure descrivere: chi ha la fortuna di viverlo deve mantenerlo e portarlo avanti, poi ognuno ci può mettere dentro il proprio modo di vivere il calcio e di vivere la vita, e le proprie ambizioni. Ad esempio c'è chi si sente realizzato in queste categorie, così come chi vuol far carriera, ognuno ha la propria strada: io sono contentissimo di dove sono e mi piace lavorare in queste categorie. Qui ho grosso ritorno, c'è un grande feedback tra le mie idee e ciò che vedo in campo, questo mi gratifica"

"DOBBIAMO PROSEGUIRE NEL NOSTRO PROGETTO - Quali traguardi sono ancora da raggiungere, e quanto potrebbe aiutare avere una sede unica dove lavorare tutti insieme? "Si può sempre fare di più: abbiamo bisogno solo di perseguire nel nostro progetto, abbiamo formato un buon gruppo e la speranza è quella di poterci rimanere il più possibile. Io sono qui da tredici anni e sarebbe un dispiacere dover lasciare questo mondo. E' vero, ci manca ancora una sede unica, ma siamo stati bravi finora a fare quello che stiamo facendo: se, un giorno, dovesse esserci qualcosa in più lo prenderemo volentieri, altrimenti continueremo comunque a lavorare bene come abbiamo fatto finora".

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