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Longo e il Toro, comunque vada non sarà un addio

Una formalità? Forse è eccessivo definirla tale, ma è comunque ormai nell'aria una conferma, più che meritata, per Moreno Longo sulla panchina della...

Diego Fornero

Il giovane tecnico granata, alla prima stagione da condottiero della Primavera, ha saputo gestire nel migliore dei modi la pesante eredità di Antonino Asta, mostrandosi pienamente all'altezza della panchina, ad oggi, più importante della propria carriera.UN PREDESTINATO? - Meglio specificare l'avverbio temporale, 'ad oggi', perché Moreno Longo, a detta di gran parte degli osservatori e degli addetti ai lavori, pare avere una vera e propria aura di predestinato, con una carriera brillantissima che gli viene pronosticata da quasi ogni fonte. Sono passati soltanto 4 anni da quell'estate del 2009 nella quale il giovane ex giocatore granata, classe '76, conduceva a soli 33 anni i Giovanissimi Nazionali del 'Canavese dei miracoli' (fa sorridere chiamarlo così, quasi per fare il verso al Bari di Ventura...) alle fasi finali, infliggendo dure lezioni anche alle mattatrici abituali di categoria, Torino e Juventus, e meritandosi la chiamata sulla panchina degli Allievi Fascia B del Torino, manco a dirlo vincendone poi il campionato di categoria nella stagione 2009/2010. Nella stagione successiva, 2010/2011, la qualificazione alle final eight con gli Allievi Nazionali (che, da allora, i granata non sono più riusciti a centrare) e l'eliminazione solo in semifinale Scudetto. Un'altra stagione in sella agli Allievi Nazionali ed ecco la grande occasione: l'arrivo in granata del nuovo Responsabile delle Giovanili Massimo Bava, suo grande estimatore, sblocca per lui la panchina che più conta, quella della Primavera.CURSUS HONORUM GRANATA -Moreno Longo, insomma, riabbraccia i suoi '94, i ragazzi che già aveva condotto nelle prime due stagioni in granata, e raccoglie la pesante eredità di quell'Antonino Asta che a Torino ha lasciato ricordi indelebili sia da calciatore, sia da allenatore delle giovanili, in granata sin dal 2005 con la rinascita post-fallimento della Società. La squadra gira bene e risponde senza difficoltà alle indicazioni del giovane tecnico, che, con un campionato condotto sempre al vertice, mai sotto la terza posizione, dimostra subito di saperci fare anche tra i più grandi, attirandosi non pochi estimatori. Longo, del resto, professa un calcio vivace, offensivo, con la palla a terra e i movimenti veloci degli attaccanti posizionati all'esterno del tridente, una solida e tradizionale difesa a quattro ed un centrocampo di sostanza, mai con meno di tre uomini: i ragazzi che la Società gli ha messo a disposizione sono (quasi) tutti congeniali al modulo e i risultati arrivano, pur con la beffa finale della sconfitta di Firenze che ha segnato l'addio alla qualificazione diretta in final eight, riscattata parzialmente dall'ottima vittoria ai quarti di finale play-off conquistata ai danni del Genoa lo scorso sabato.TUTTI LO VOGLIONO? - La grinta e le doti da motivatore, oltre alla preparazione della gara quasi maniacale (non ce ne voglia il tecnico granata: è un complimento!), però, hanno fatto breccia sia nella Società, pienamente convinta delle prestazioni offerte sul campo dal giovane tecnico, sia negli osservatori degli altri settori giovanili, con la Fiorentina in prima linea ad offrirgli con insistenza la propria panchina della Primavera (dove oggettivamente Longo, sostituendo il partente Leonardo Semplici, avrebbe potuto contare su un tasso tecnico della rosa superiore e su investimenti di tutt'altro livello a disposizione), e persino l'Inter, prossimo avversario granata in semifinale play-off, ad averci fatto un pensierino per il dopo-Bernazzani. Non solo giovanili, però, con una Pro Vercelli agguerritissima a tentare di accaparrarsi l'ex difensore granata, ormai rassegnata alla Lega Pro ma pronta ad investire su di lui anche in caso di un'eventuale quanto insperata permanenza in Serie B.Mister Longo, però, salvo cataclismi (manca l'ufficialità del rinnovo ma le parti sono vicinissime) rimarrà in granata, e continuerà, almeno per un'altra stagione, a lavorare con la Primavera del Torino, confermando anche il proprio insostituibile staff tecnico, primo fra tutti quel Denis Morino, dirigente che lo segue fin dai tempi del Canavese, allora diretto proprio dall'odierno responsabile delle giovanili granata Massimo Bava. Del resto, anche Antonino Asta ha avuto un triennio a disposizione per far bene con la massima categoria giovanile, e l'esperienza insegna che un periodo simile possa rivelarsi determinante per la carriera di ogni giovane allenatore: uno sguardo inevitabile al futuro, dunque, per una stagione che tutti ci auguriamo possa proseguire anche oltre sabato 4 maggio, quando i ragazzi di Moreno affronteranno l'Inter in semifinale play-off. Comunque vada non sarà un addio, insomma, per un talento cresciuto a pane e Filadelfia come giocatore, pronto a continuare a trasmettere quanto vissuto sulla propria pelle anche dalla propria panchina.Diego Fornero