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Moreno Longo, lo ‘Strama’ del Toro

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Il tecnico della Primavera granata, in continuità con la nouvelle vague dei giovani e promettenti allenatori come Stramaccioni, Montella e Pea, ha idee nuove e grande voglia di emergere; la sua carriera di allenatore è già...
Pietro Ghirardell

Il tecnico della Primavera granata, in continuità con la nouvelle vague dei giovani e promettenti allenatori come Stramaccioni, Montella e Pea, ha idee nuove e grande voglia di emergere; la sua carriera di allenatore è già costellata di successi e speriamo possa riportare la nostra Primavera ai fasti di un tempo.  SFORTUNATO DA GIOCATORE - Mister Longo è nato a Torino il 14 febbraio 1976 ed è cresciuto calcisticamente nelle giovanili del Toro, dopo una breve parentesi nella squadra torinese della Lascaris. Terzino destro prima e centrocampista poi, aveva dimostrato ottime qualità di corsa ed una discreta qualità tecnica che gli avevano permesso di esordire in Serie A con la maglia del Toro nel 1995 e far parte della Nazionale Italiana Under 21 nel corso del 1996. Successivamente passa alla Lucchese e al Chievo, contribuendo alla prima promozione in Serie A degli scaligeri nel 2001. Proprio in quest’ultima stagione si infortuna gravemente riportando la rottura dei legamenti e la sua carriera di calciatore promettente da quel momento in poi non riesce più ad essere la stessa delle premesse, per chiuedersi quasi nell’anonimato nella ex C2 tra Pro Vercelli e Alessandria all`età di 30 anni. SUBITO IN PANCHINA - Da allenatore dimostra invece fin dall’inizio di avere grandi capacità, tanto che dopo una breve gavetta in alcune squadre giovanili dell’hinterland torinese, conduce nel 2008 la squadra dei giovanissimi della Canavese ai sedicesimi di finale del Campionato Nazionale, dopo aver battutto nel proprio girone per la prima volta nella storia del calcio cittadino sia il Toro che la Juventus. Le sue doti non passano inosservate e dal 2009 passa al Toro, dapprima vincendo il campionato con gli Allievi Regionali e successivamente nel 2010 sfiorando il successo con gli Allievi Nazionali, sfumato solo dopo una raccambolesca semifinale persa con l’Empoli e che aveva visto il Toro dominare in lungo e in largo per 60 minuti per poi inopinatamente capitolare negli ultimi 20 minuti. Da quest’anno è l’allenatore della Primavera granata , con un’eredità pesante da gestire dopo l’addio di un ex-granata amatissimo dai propri tifosi Antonino Asta, ora passato alla direzione tecnica della Prima Squadra del Monza in Lega Pro – 2 Divisione. Proprio la partecipazione della Primavera alla final eight dell’anno scorso, sotto la direzione di Mister Asta, rappresenta la sfida più difficile da vincere per il giovane tecnico torinese unitamente alla formazione di giovani calciatori di prospettiva per la Prima Squadra.IDEE CHIARE E VERSATILITA' TATTICA - Chi lo conosce bene dice di lui che ha un carattere duro, tiene molto alla disciplina e parla con i suoi giocatori l’essenziale per fargli capire dove sbagliano e come devono correggersi. Anche comportamentalmente è diverso da Mister Asta, che invece preferiva il dialogo continuo prima, durante e dopo la parita con suoi ragazzi. Al di là di questa premessa Mister Longo ha tre qualità che fanno capire che la scelta di Antonio Comi prima e Massimo Bava poi di volerlo fortemente alla guida tecnica della Primavera si stanno rivelando azzeccate, senza con questo fare nessun tipo di confronto e tanto meno partorire alcun giudizio di natura tecnica e professionale sul suo predecessore che tanto bene aveva comunque fatto nella sua esperienza nel settore giovanile granata. La prima qualità che lo contraddistingue è la capaità di riconoscere, formare e valorizzare i talenti che passano sotto la sua guida. Come avevamo detto qualche tempo fa è stato lui a volere fortemente il tesseramento al Toro del giovane talento brasiliano Barbosa nel 2010 ed è stato lui a volere al Toro ragazzi dall’avvenire assicurato come Cinaglia, Amedeo (ora infortunato ma in ripresa), Saracco, Coccolo e Affinito. Sempre merito di Mister Longo é inoltre il sapiente utilizzo del giovane Parigini; é da grande allenatore aver avuto il coraggio di mettere in campo un classe ´96 sia pur di grandi prospettive...in pochi lo avrebbero fatto. PRIMAVERA CORAGGIOSA - La cosa però più difficile che è riuscito a fare in questa prima parte di campionato è quella di aver reso compatibile il contemporaneo utilizzo di Aramu e Barbosa, ovvero dei due giocatori più tecnici della squadra. Entrambi i ragazzi, difatti, sono dei trequartisti ma l'intuizione di aver spostato, fin dai tempi degli Allievi Nazionali, Barbosa sull'esterno destro gli ha consentito di non sacrificare nessuno dei due giocatori, dimostrando che nel calcio anche calciatori bravi ma tecnicamente simili possono giocare insieme (gli perdoniamo l'unico errore commesso, nel derby con la Juventus, di aver schierato Barbosa da terzino destro, non perchè il ragazzo non possa giocare in quella posizione ma semplicemente perchè è molto più pericoloso per gli avversari quando gioca in posizione più avanzata) . La seconda qualità che lascia intravedere le grandi potenzialità del giovane tecnico, è la capacità di mettere la sua squadra in campo in modo organizzato e con idee moderne, simili a quelle del suo collega Stramaccioni, con una difesa arcigna ma capace di non buttare i palloni in tribuna anche quando sotto pressione da parte degli avversari ed un gioco di squadra fatto di palla a terra e verticalizzazioni improvvise. Le sue formazioni non sono mai banali ma frutto di un lavoro settimanale al limite del maniacale nella cura dei minimi particolari. La terza ma importantissima qualità è la sua capacità di leggere la partita e modificare schemi ed uomini in corsa, sia quando si accorge di aver sbagliato qualcosa (rendersi conto dei propri errori e correggersi è una qualità importante tanto nella vita quanto nella carriera professionale di un allenatore) sia per adattarsi a situazioni tattiche che cambiano durante una partita (senza contare le complicazioni tecniche che ogni fine settimana gli arrivano dalla Prima Squadra a causa dei “soliti” prestiti di cui purtroppo non si vede la fine e che lo obbligano a rivedere, sistematicamente, l'assetto tattico provato durante la settimana).DISCIPLINA RIGIDA - Se proprio vogliamo trovare un difetto nel giovane allenatore granata, forse lo si può attribuire ad un eccesso di disciplina, anche se ai ragazzi della fascia di età che lui allena è sicuramente salutare il richiamo continuo all'attenzione e al rispetto delle regole. I recenti casi di Pogba (che arriva in ritardo all'allenamento della Prima Squadra) e Stevanovic (redarguito da Ventura per lo scarso impegno in allenamento) devono far capire ai nostri giovani che se il Mister a volte pare esagerato lo far per il loro bene, per formarli anche caratterialmente ed umanamente nel loro processo di crescita professionale. Tuttavia a molti non sarà sfuggito negli ultimi mesi il frequente allontanamento dagli allenamenti dei malcapitati di turno che, mentre parlava il Mister, hanno girato inavvertitamente lo sguardo o non lo hanno fissato con attenzione negli occhi ed aperto bene le orecchie. Forse a volte ai più è apparso un tantinello esagerato. Certo è che i risultati gli stanno dando ragione anche da questo punto di vista e, quindi, speriamo che i ragazzi vedano sempre il lato buono delle reprimende: non perdere mai la concentrazione tanto in allenamento quanto in partita. D'altra parte se vogliono diventare dei calciatori di successo è bene che si abituino fino da subito a cosa li aspetta.UN CURIOSO PRECEDENTE - Nella semifinale del Torneo Arco di Trento disputatosi nel marzo del 2010, i nostri Allievi Nazionali allenati da Mister Longo si imposero sulla Roma per 2 a 1. La cosa curiosa è che su quella panchina della Roma c'era Mister Stramaccioni. Con questo illustre precedente il miglior augurio che possiamo fare a Mister Longo è quello di seguirne le orme, non già (come qualche maligno potrebbe pensare) per sostituire nel breve l'ottimo Mister Ventura ma perchè ne possa rappresentare un giorno la giusta successione. Per certi versi Mister Longo sembra essere un innovatore, un uomo dalle idee nuove come lo è sempre stato Mister Ventura e quindi un “predestinato” come lui.Pietro Ghirardell(Foto D. Fornero)