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Zichella: ‘Del Toro prenderei tutti: meglio 30 partite nei dilettanti che una in Serie B’

Giovanni Zichella non ha bisogno di presentazioni: allenatore di provata esperienza è stato seduto sulle panchine delle giovanili del Torino per ben 19 anni, ed oggi comincia la proprio...

Diego Fornero

Giovanni Zichella non ha bisogno di presentazioni: allenatore di provata esperienza è stato seduto sulle panchine delle giovanili del Torino per ben 19 anni, ed oggi comincia la proprio avventura al Chieri, in Serie D. Nell'ultima stagione, avventura sfortunata per lui al Vallée d'Aoste in Lega Pro seconda divisione: prima esonerato, lo scorso novembre, per far posto in panchina ad un altro ex granata, Benny Carbone, è stato richiamato a fine aprile per tentare di traghettare i 'granata della Valle' verso la salvezza: missione quasi impossibile, che si è conclusa con un'amara retrocessione. Ma ora siede ufficialmente sulla panchina del Chieri, società storicamente vicina al Torino, e guiderà i suoi in un campionato di Serie D il cui obiettivo dichiarato è la promozione nel calcio professionistico. Ai nostri microfoni ha detto la propria sulla stagione appena conclusa per il settore giovanile del Torino e ci ha raccontato i suoi piani futuri, che prevedono anche qualche ex granata...Buongiorno mister, e in bocca al lupo per la sua nuova avventura! Ci può dire che opinione si è fatto, da esperto qual è, della stagione appena conclusa per le giovanili granata?Buongiorno a voi e crepi il lupo! Direi che è stata una stagione positiva: è vero che la Primavera ha dovuto fermarsi ai quarti di finale ma la qualificazione alla final eight è stato un ottimo risultato, assolutamente da non sottovalutare. Spiace per gli Allievi, hanno vinto il Maggioni ma in campionato è andata così così, mentre non si può che essere orgogliosi e tifare per i Giovanissimi, che sono alle fasi finali e a fine giugno se la vedranno con le migliori d'Italia.Risultati, dunque, all'altezza delle aspettative?Direi di si, soprattutto considerato il budget del Torino. Non possiamo dimenticarci che Lazio, Juventus, Roma, Fiorentina, Milan, hanno tutte a disposizione investimenti di gran lunga superiori a quelli dei granata: tenere testa alle big d'Italia con molte meno risorse non può che significare che è stato fatto un grande lavoro.Lei è un grande esperto di calcio giovanile, e nelle sue ultime avventure in panchina ha sempre portato con sé giovani granata, quali differenze ha riscontrato tra il mondo giovanile ed il calcio 'dei grandi'?Enormi differenze: io dico addirittura che si tratta di un altro sport. E' chiaro che è sempre calcio, ma cambia tutto: l'intensità nelle serie minori è completamente diversa, persino vedendo le final eight della Primavera, nella quale scendono in campo giocatori importanti che, magari, hanno anche già esordito in Serie A, non vedo l'intensità e l'agonismo che poi riscontro nelle partite di campionato delle categorie inferiori, Lega Pro compresa. Per un giovane uscito dal settore giovanile di una squadra professionistica, come può essere il Torino, in un campionato come quello della vecchia Serie C, dove affronti avversari che tirano calci al pallone per dare da mangiare alla propria famiglia, non è facile calarsi nella parte con la giusta intensità ed il giusto agonismo. Non dico che i giovani si sentano arrivati, ma sicuramente in molti di loro manca un po' di cattiveria, che devono per forza trovare con l'esperienza.La sua esperienza con tanti ragazzi fuoriusciti dai settori giovanili di Torino e Juventus, dunque, come è stata?Sicuramente positiva, peccato quest'anno aver avuto poche partite a disposizione al Vallée d'Aoste per mettere alla provo Ropolo (poi passato, nella scorsa sessione invernale di mercato, al Gavorrano: n.d.r.), Fiore e Isoardi. Tornando sulla panchina lo scorso aprile, però, ho notato anche per loro notevoli miglioramente: l'esperienza ti fa crescere di intensità e per questi ragazzi è importantissima.Quali potrebbero essere le soluzioni per consentire ai giovani di arrivare preparati al 'calcio vero', secondo lei?Sicuramente sarebbe utile un campionato riserve, sul modello inglese, che permetta ai ragazzi di giocare un calcio di intensità e di livello, che sia veramente agonistico. Comunque, anche il classico prestito nelle categorie inferiori per 'farsi le ossa' può essere una buona soluzione: io dico sempre che sono meglio 30 vere partite, anche in C2 o, addirittura, tra i dilettanti, che una sola magari in Serie B.A questo propostivo, quali giocatori dell'attuale Primavera granata vede maggiormente pronti al calcio che conta?Sicuramente Alfred Gomis, il portiere che, per 2 stagioni, ho allenato anch'io. Poi non possono non menzionare il regista, Emanuele Gatto, ma anche il suo compagno di reparto Marco Firriolo, oltre al velocissimo terzino Antonio Barreca. Inoltre io ho un debole personale per Giorgio Fumana, credo sia un bravissimo attaccante e che negli ultimi tempi abbia avuto solo un po' di sfortuna, ma abbia ancora molto da dare.Lo vedremo al Chieri, allora?Può darsi, a me piacerebbe molto (come vi avevamo anticipato: n.d.r.). Dipendesse da me, i ragazzi del Torino me li porterei anche tutti e sono pronto ad accogliere tutti quei giovani che i granata vorranno affidarmi: sono stato in granata per 19 anni e so cosa rappresenta questa società, conosco come lavora. Certo, qualcosa è cambiato dagli anni '90, quando il Toro era una vera e propria fucina di talenti, costruivamo giocatori completi da tutti i punti di vista, ma comunque credo si possa tornare a fare bene.Diego Fornero