Aldo Agroppi da Piombino, classe 1944. Ricorda con affetto, e sempre come se fosse ieri, la sua crescita nel Settore Giovanile del Toro, ed il suo sogno di giocare in prima squadra, diventato poi realtà il 15 Ottobre 1967 contro la Sampdoria. Da allora, il suo cuore e la sua passione calcistica, hanno avuto un solo colore: il granata. Ed è per questo motivo che, nonostante il passare degli anni e la sua lontana dimora da Torino, lo hanno legato affettivamente al Toro in maniera indissolubile. Ogni qual volta infatti, gli si chieda un giudizio sul Toro, egli è prodigo di utili consigli. Anche in questa occasione, intervistato sull’attuale situazione del Toro e sull’importante match di venerdì prossimo contro il Catania al Delle Alpi, Aldo Agroppi si rivela come sempre, opinionista di grande competenza.Aldo, pensi che la partita con il Catania, sia decisiva per entrare nei play-off ?“Sì, bisogna dare seguito alla vittoria con il Cesena. L’ostacolo è difficile, anche se il Catania fuori casa, ultimamente non ha lo stesso rendimento di quando gioca al Cibali. Ma bisogna vincere se si vuol sperare di entrare nei play-off. Venerdì sera ci sarà uno stadio colmo di gente che sarà l’arma in più del Toro. Il pareggio in casa è sufficiente, indipendentemente che si incontri la prima o l’ultima in classifica”Quante possibilità ha il Toro di essere promosso in serie A?“Direttamente, poche. Con i play-off tutto è possibile!”Ritieni che l’assenza dello squalificato Lazetic, crei problemi al ritrovato assetto tattico?“De Biasi ha un attacco che gli permette tante soluzioni. Lazetic a Livorno ha fatto molto bene ed altrettanto sta facendo nel Toro. Tuttavia, devo dire che i punti in classifica del Toro sono stati fatti anche senza Lazetic”Zaccheroni ha detto che il Toro sarà promosso in serie A soltanto se sarà capace di usare la testa, poiché il cuore da solo non basta. Cosa ne pensi?“Sono d’accordo. Le partite si vincono attraverso tante componenti, tra queste anche il cervello. D’altra parte, il Toro di Zaccarelli, Sala, Graziani e Pulici aveva sì il cuore granata, ma c’era anche tanta classe e razionalità nell’interpretazione del gioco. Se fosse solo per il “cuore”, il Toro vincerebbe sempre”Il presidente Cairo ha applicato prezzi popolari. Pensi che questo sia un segnale degno di un grande presidente?“Penso che si tratta di un segnale emblematico, atto ad invogliare i tifosi a riempire lo stadio . E’ un’occasione importante, c’è bisogno di sostenere la squadra. In questo, il tifoso del Toro non ha rivali!”Fatti i dovuti scongiuri, se il Toro sarà promosso in serie A, verrai a Torino a festeggiare?“Certo che verrò! Vinciamo così poco, che quelle volte che ci capita, non posso davvero mancare per partecipare ai festeggiamenti. Ora però rimbocchiamoci le maniche, con cuore, muscoli e cervello!".Salvino Cavallaro
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Agroppi carica il Toro
Aldo Agroppi da Piombino, classe 1944. Ricorda con affetto, e sempre come se fosse ieri, la sua crescita nel Settore Giovanile del Toro, ed il suo sogno di giocare in prima squadra, diventato poi realtà il 15 Ottobre 1967 contro la...
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