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Alla scoperta di Andrea Ardito

La nostra è un’intervista insolita, invece del solito calciatore abbiamo sentito la madre di uno dei volti nuovi di questo Toro, Andrea Ardito, viareggino, ma pisano d’adozione. In questo momento il centrocampista è fermo...

Redazione Toro News

La nostra è un’intervista insolita, invece del solito calciatore abbiamo sentito la madre di uno dei volti nuovi di questo Toro, Andrea Ardito, viareggino, ma pisano d’adozione. In questo momento il centrocampista è fermo per infortunio, ma potrebbe rientrare sabato, per la gioia proprio della signora Lucetta che non vede l’ora di rivedere il suo figliolo in campo.Come prima domanda partiamo dal passato, Andrea conosce la storia del Grande Torino?“Certo, ha appreso il valore di quella gloriosa squadra ed il dramma vissuto da tutti per quel tragico incidente. Insieme ai compagni ha visto, il mese scorso, la fiction che sicuramente ha contribuito a fargli capire l'unicità del popolo granata”.Lei avrebbe mai immaginato di veder giocare suo figlio con la maglia granata?“L'ho sempre sperato, dato che mio padre era un gran tifoso del Torino e quindi sarebbe stato orgoglioso di vedergli vestire la mitica maglia granata”.Quali erano gli idoli di Andrea da bambino?“Gli piaceva molto Abel Balbo, che giocava ad Udine insieme a suo cognato Antonio Cavallo (ex delle giovanili granata e capo degli osservatori durante il periodo di Cimminelli ndr)”.C'è stato qualcuno tra i familiari che l'ha spronato a diventare calciatore?“No, a mio marito piacciono molto i rally, mentre io arrivo da una famiglia di ciclisti, quindi non so proprio da chi abbia preso”.E' stata una passione che ha coltivato dall’infanzia oppure è arrivata più tardi?“Sin da piccolo passava le ore in cortile a giocare a calcio con gli amici, all'età di sette anni si è iscritto in una squadra e da lì non ha più smesso”.Lei è contenta che suo figlio faccia il calciatore?“A me fa piacere, perché è riuscito a realizzare il suo sogno, ma purtroppo questo lo ha portato lontano da casa”.Tra scandali, doping, qualche atto violento allo stadio, quando suo figlio gioca pensa mai a queste cose o crede che in fondo il calcio è pulito?“Non so, a noi piace vedere solo il lato positivo del calcio, anche se non si può negare che molte volte accadono cose che con questo sport c'entrano poco”.Com'è Andrea nel privato? Hobby, passioni musicali, cucina?“Uhm, di cucina penso che sia meglio lasciar perdere, a lui piace più mangiare che cucinare. Per il resto ascolta quasi tutti i generi musicali e quando è in ritiro gioca molto alla play station insieme ai compagni. Ovviamente al di sopra di tutto c'è il calcio”.Ritiene che Andrea potrà restare parecchio tempo al Toro?“Lo spero, perché vestire la maglia del Torino è sicuramente un gran prestigio e poi lo sento entusiasta di tutto l'ambiente e della città”.Come avete vissuto in famiglia l’arrivo di Cairo?“Eravamo in vacanza, quindi di quello che stava accadendo ci raccontava tutto Andrea. All'inizio sentivamo la sua preoccupazione per la complicata situazione che si era venuta a creare, ma quando tutto si è risolto ci ha trasmesso il suo entusiasmo per questa nuova ed importante avventura”.Marina Beccuti