Ebbe un ruolo nello Scudetto del Torino del 1976?"Sì, assolutamente. Lui nella stagione 1974/1975 pose le basi per poi quello che sarebbe stato lo Scudetto con Radice. Nell'estate del 1975 arrivarono Pecci dal Bologna, Caporale in aggiunta a Pecci e Patrizio Sala dalla Serie C. Dunque, l'ossatura che aveva Fabbri era la medesima di Radice. Non voglio togliere nulla a Radice che diede una mentalità diversa a quella squadra, diede la mentalità inedita in Italia di un calcio totale, olandese. Fabbri diede inizio al processo, poi Radice lo concretizzò".
Prima ha detto che il ricordo del Torino è molto dolce. Le dispiace non aver vinto lo Scudetto del 1976?"Bisogna ricordare che prima di una partita contro il Milan mi ruppi un piede e a Milano giocò l'amico Manfredi. Io recuperai da quell'infortunio soltanto verso la fine del campionato quando era già arrivato Radice. Io avevo l'ambizione di giocare ma al Torino c'era un grande portiere e un grande uomo come Luciano Castellini. Di comune accordo con la società e con Radice, che portò come dodicesimo Cazzaniga, suo uomo fidato, decidemmo di passare alla Sambenedettese dove rimasi per tanti campionati togliendomi parecchie soddisfazioni".
Fabbri viene spesso citato per la disfatta contro la Corea del Nord. Negli scorsi giorni il commissario tecnico della Nazionale Gennaro Gattuso si è indignato per la contestazione ai danni degli azzurri. Ha fatto bene?"Contestare la Nazionale non è semplice e facile, anche se ormai la Nazionale è considerata alla pari di un club, una volta non era così. La Nazionale deve produrre dei risultati, quindi se non fa risultato viene contestata come un qualsiasi club. Per me Gattuso ha voluto trasmettere un'idea di attaccamento e di partecipazione, un'idea rivolta soprattutto allo staff e ai giocatori convocati".
Il Torino d'oggi le piace?"Chiaramente tutti gli anni la società cambia molti elementi e come sempre c'è bisogno di un periodo di rodaggio e di assestamento. L'allenatore sembra pacato e consapevole, sta assemblando tutto. Gli interpreti mi sembrano all'altezza per un buon campionato, anche perché uno dei reparti più carenti degli ultimi anni, l'attacco, è stato ben potenziato".
Paleari nelle ultime giornate ha fatto talmente bene che ora è difficile rimettere Israel?"Le parate di Paleari sono state parate di chi ha curato per tanto tempo i suoi allenamenti. Non è facile allenarsi forte quando non hai l'obiettivo domenicale della partita, lui c'è riuscito e si è visto sul campo. Credo che Paleari ha dimostrato concentrazione, voglia e attenzione e il suo posto da titolare dev'essere ricompensato".
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