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Bianchi: ‘Settimana come tutte le altre’

Tra 48 ore il ritorno a Reggio. Dopo un anno e mezzo di lontananza, dopo aver lasciato il Mediterraneo per l'Inghilterra. Dopo un grande dolore, fisico e non solo (perché restare fuori per un anno, quando sei giovane e non...

Redazione Toro News

Tra 48 ore il ritorno a Reggio. Dopo un anno e mezzo di lontananza, dopo aver lasciato il Mediterraneo per l'Inghilterra. Dopo un grande dolore, fisico e non solo (perché restare fuori per un anno, quando sei giovane e non sei ancora affermato, è doppiamente pesante), dopo una rinascita, dopo tanti applausi. Ma si torna con un'altra maglia addosso: e allora si va per vincere. Perchè i vecchi tifosi possano vedere che sì, è sempre lui.CHE SETTIMANA? “La vivo come tutte le altre. Settimana importante, specialmente per noi che dobbiamo cercare di fare risultato; e settimana particolare, perchè gioco contro una squadra che mi ha dato tanto, e mi ha fatto conoscere al mondo del calcio. Per me emotivamente non sarà più difficile come ha detto Nicola. Sono una persona molto equilibrata, sento la partita più che altro perchè ho voglia di fare bene e portare via punti”. Razionale nell'affrontare l'impegno contro l'ex-squadra, si affida al buon ricordo che ha lasciato “Spero in applausi, certo, e non fischi, ma il mondo del calcio è strano, a volte; spero nella miglior accoglienza possibile”. NO ESULTANZA. FORSE “Non penso che esulterò se segnerò, come detto devo tanto ai tifosi e al presidente Foti. Sì, c'è il rischio di deludere gli attuali tifosi, e vorrei esultare sempre; ma per un rispetto verso la propria ex-squadra, credo si possa capire. Ma cercherò di segnare in tutti i modi, per me il gol è come l'ossigeno per una persona”. Bianchi non sa se saprà gestire la gioia nel caso, auspicato, in cui andasse a segno. “A Reggio mi hanno aspettato quando avevo il ginocchio rotto, anche solo per questo meritano rispetto e stima da parte mia; contro la Lazio? Quella è acqua passata. Ora penso al Torino, che ha creduto in me”.A REGGIO. “A Reggio, due anni fantastici. Facevo una vita semplice, pranzo sempre allo stesso ristorante, con i compagni; poi allenamento, e la sera in settimana non si usciva mai. I punti di riferimento erano il campo e questo ristorantino. Eravamo molto professionali, in questo”. Sono arrivati complimenti soprattutto dal punto di vista umano, in questi giorni, da Foti, da Giacchetta, dall'ambiente calabrese: “Fa piacere...sarà contenta mia mamma! Penso che prima del calciatore venga l'uomo, se dicono cose belle penso di aver fatto qualcosa d'importante a livello umano”. CRESCITA. Rolandinho ritiene di dover migliorare ancora. “Penso di essere al 60-65%. Devo crescere tanto, ma devo ringraziare i compagni perchè mi stanno dando una grossa mano, con loro sarà più facile e veloce arrivare al 100%. Riuscire a fare due risultati positivi di fila, sarebbero davvero importanti. Per me è più semplice giocare perchè con Nicola è facile fare i movimenti giusti: non solo perchè lo conosco, ma perchè ha un'intelligenza calcistica superiore alla media, segui quello che fa e fai le cose giuste. Abbruscato? E' un grande giocatore, ieri ha fatto un gran gol. Non ci conosciamo perfettamente, ma ci sarà il tempo”.MANCHESTER. Il passaggio dalla Calabria all'Inghilterra non è stato morbidissimo... “Il primo mese e mezzo è sato duro, perchè cambi tanto, cambia tutto; mi svegliavo col sole, e lì con la pioggia, c'erano rapporti molto belli con persone di Reggio, cambi nazione e modo di vivere, ti isoli di più e diventa più difficile la vita extracalcistica”. E il passaggio a Torino? “Bellissima città, compagni eccezionali, ambiente carico: tutte componenti che possono darmi stimoli maggiori per fare sempre meglio. Non ho ancora trovato casa, sto cercando, in centro. La città mi piace molto, mi ha colpito, non pensavo fosse così bella. Molto vivaa, a livello architettonico stupenda. E poi sono a un'ora e tre quarti da casa mia”.LA FAMIGLIA. L'ex-Manchester distingue tra gli affetti famigliari e quelli nati dall'amicizia. “Mio fratello è fondamentale, sono molto legato alla mia famiglia, ai miei genitori; da loro potrò sempre tornare se avrò problemi. Nicola Amoruso in campo è altrettanto importante, è una persona eccezionale e un calciatore che si è dimostrato anche un grande amico, oltre che un grande calciatore. Chi più emozionato? Penso lui, c'è rimasto più a lungo, credo sia il loro capocannoniere e ha fatto qualcosa di davvero importante”.Bianchi conclude con un giudizio su Dzmeaili, “Mi ha fatto una grandissima impressione, sia lui che Saumel, non pensavo fossero così forti. Possono darci qualcosa in più per raggiungere il nostro obiettivo, che è la salvezza”; poi saluta i giornalisti, con l'umiltà che iniziamo a conoscere, e raggiunge i compagni per l'allenamento di cui vi daremo conto.