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Cassano: ‘Toro, è ora di correre’

Un Cassano per il Toro. Non è il fuoriclasse di Bari vecchia, ma un tifoso doc cresciuto alla scuola del business respirando l’aria del Filadelfia, con il culto del lavoro piemontese e la consapevolezza del...

Redazione Toro News

"Un Cassano per il Toro. Non è il fuoriclasse di Bari vecchia, ma un tifoso doc cresciuto alla scuola del business respirando l’aria del Filadelfia, con il culto del lavoro piemontese e la consapevolezza del sacrificio come valore per riuscire nella vita. Maurizio Cassano, 37 anni, è presidente dell’AMMA (Associazione Industriali Metallurgici Meccanici Affini) e vice-presidente di Federmeccanica, titolare della ITIC S.r.l. di Moncalieri, azienda del settore metalmeccanico che ha realizzato gli impianti termomeccanici per il Comunale-Olimpico in vista dei recenti Giochi di Torino 2006. Se l’impresa Mazzi ha curato i lavori edili, Cassano ha distribuito i fluidi, ma le parentele prossime con il mondo vicino a Cimminelli finiscono lì e guai a nominarglielo. Il giovane, sposato, un figlio, laureato in Ingegneria Chimica, è uno sfegatato tifoso che frequenta la curva da quando aveva 14 anni. Una frequentazione che non ha smesso nemmeno nei cinque anni trascorsi a ricoprire incarichi di responsabilità in aree tecniche e di produzione all’interno di aziende manifatturiere appartenenti a diversi gruppi multinazionali.

"Come ha vissuto la partita di Bologna ?

""Eh, (sospiro) meglio che niente. Non l’ho vista, ma chi lo ha fatto non mi ha raccontato cose entusiasmanti a parte il rientro di Muzzi e il gol di Stellone. Speriamo fosse solo una questione psicologica e che il ritorno al gol di quest’ultimo coincida con il ritorno all’antico come risultati, perché visti quelli delle concorrenti bisogna cominciare a correre forte, fin da sabato".

"La promozione diretta è possibile ?

""Bisogna centrare un filotto di risultati positivi e di vittorie, i pareggi non bastano più. Dovremmo quasi ripetere lo straordinario girone d’andata, sperando che non sia stata un’illusione, anche perché di posti a disposizione ce n’è uno solo, mi pare, a questo punto".

"Atalanta e Catania sono irraggiungibili ?

""Mi auguro di no, però i primi sono l’Atalanta, forti e con una grande tradizione alle spalle anche a livello societario. Le altre realtà non le conosco, però sperare che mollino loro e che ci riprendiamo noi da questo periodo meno fortunato, ma molto da Toro, è doveroso".

"Cosa vuol dire essere del Toro per lei ?

""E’ una passione parte della mia vita che ha uno sviluppo nella vita quotidiana, nel modo sanguigno di affrontare i problemi, assaporare le conquiste e i successi soffrendo. Il piacere di raggiungere risultati che costano una fatica immensa soprattutto in questo periodo anche dal punto di vista lavorativo. Il fatto di vincere molto poco non vuol dire che non sia meritato, anzi il sacrificio è un valore, essere del Toro è coerente con questo tipo di approccio".

"E’ molto che frequenta lo stadio ?

""Il modo migliore di fare il tifoso è andare allo stadio. Ci vado da quando avevo 14 anni e quest’estate ho temuto di dover perdere l’abitudine, anche se come dice mia moglie, tifosa granata ma più tiepida, è solo calcio".

"Cosa ricorda con più affetto di questa vita da tifoso ?

""Il Filadelfia dove mi portava mio nonno e dove continuavo ad andare quando studiavo all’Università, facendo quattro passi per staccare la spina fra un capitolo e l’altro".

"E la partita ?

""Il più bel ricordo è l’emozione al gol di Torrisi nel derby del 0-2, vinto 3-2. Dopo forse solo quello di Fusi con il Real in Uefa è stato simile come intensità. Persino il pareggio da 3-0 a 3-3 non ha fatto che riproporre sensazioni già provate".

"Chi è “IL” giocatore simbolo del Toro?

""Pulici, per la mia generazione, per quello che ho vissuto per i valori che ha incarnato".

"Adesso ?

""Dopo Balzaretti meglio aspettare che si definiscano le cose. Il calcio è cambiato negli ultimi 20 anni e questo comporta anche un cambio per i tifosi. Siamo in un sistema di grande circolazione di risorse, dobbiamo giudicare più per quello che succede nel contesto. L’uomo passa, la maglia resta".

"Cosa deve il tifoso a Cairo ?

""Un grazie grande così per l’egregio lavoro fatto finora, perché per occuparsi di calcio, oggi, bisogna avere coraggio e lui sta operando in modo oculato. Con un occhio attento ai bilanci e l’altro ai risultati".

"Il Filadelfia quindi dovrà ricostruirlo?

""Sicuramente se non lui da solo, insieme alla città, è un’area da recuperare. Bisogna trasmettere in città i valori sani del passato. E poi il binomio Comunale-Filadelfia come area di una città inglese per avere un quartiere nostro, tutto granata, è un progetto affascinante che non è impossibile da realizzare".