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”Certe promesse non furono mantenute”

di Davide Agazzi - Una decina d'anni fa, il Torino ingaggiava un ragazzino di appena 11 anni. Avvistato da un osservatore granata e ritenuto un vero prodigio, il nome di questo giovane calciatore venne sballottato sulle pagine...

Redazione Toro News

di Davide Agazzi - Una decina d'anni fa, il Torino ingaggiava un ragazzino di appena 11 anni. Avvistato da un osservatore granata e ritenuto un vero prodigio, il nome di questo giovane calciatore venne sballottato sulle pagine dei giornali. A far notizia non fu però l'acquisto di una giovane promessa, ma la cifra che venne pagata. Per tutta Italia, Vincenzo Sarno, non ancora adolescente, venne pagato 120 milioni di vecchie lire. Una cifra pazzesca, per un ragazzino già promesso al grande calcio fatto di ricchezza e miliardi. Poi, le tante incomprensioni ed una carriera ancora da costruire. Ora, Sarno, dodici anni dopo, tornerà in quella Torino con addosso la maglia della Reggina. Lo abbiamo intervistato, in esclusiva, per sapere alcune verità sul suo passato e per chiarire qualche dubbio sul suo futuro.

Ciao Vincenzo, per prima cosa, come si prepara la Reggina alla partita di lunedì?La Reggina vuole andare a Torino per fare risultato, per vincere una partita importantissima per questo campionato. Non sarà ancora fondamentale, il Toro ha solo un punto più di noi, ma certamente non possiamo perdere.

E tu come arrivi a questa partita? Sentirete l'assenza di Bonazzoli in attacco?Io arrivo nelle stesse condizioni della squadra. Sono motivato, spero di giocare e fare bene. Certamente Bonazzoli è un giocatore importante. La sua assenza peserà, perchè in attacco non abbiamo altri giocatori con le sue caratteristiche, ma siamo convinti dei nostri mezzi.

Tu sei approdato a Torino quando avevi appena undici anni. Attorno a te si creò un vero e proprio circo mediatico. Cosa ricordi della tua esperienza in granata?Del Torino non posso dimenticare i suoi tifosi. Quando arrivai sotto la Mole non ero ancora un ragazzino, ma venni accolto benissimo dalla tifoseria. Purtroppo fu tutto troppo veloce ed io ero troppo piccolo per rendermi conto di quello che succedeva. Sarei rimasto volentieri al Torino, ma certe promesse non furono mantenute.

A quali promesse ti riferisci?Quando arrivai a Torino, la società aveva promesso di trovare una sistemazione per i miei genitori. Arrivato in Piemonte venni affidato ad una famiglia, con la quale mi trovai bene, ma non erano comunque i miei genitori. La società non si occupò mai di mia madre e mio padre, che rimasero a Napoli. Dopo tre mesi, decisi di tornare dai miei genitori.

E la storia dei 120 milioni? tutto falso?L'ho ribadito più volte. Nè io, nè la mia vecchia società abbiamo mai visto quei soldi. E' stata tutta una montatura mediatica.

In quel periodo, in una trasmissione televisiva, avevi detto di tifare Juve. Oggi è ancora così?Assolutamente no (ride, ndr), all'epoca ero troppo piccolo per capire certe cose. Lo giuro, oggi sono un vero anti-juventino, simpatizzo per il Toro, ma dentro di me tifo Napoli.

Parlando del presente, credi che la Reggina possa essere finalmente il tuo trampolino di lancio?Lo spero e ringrazio la Reggina che mi ha dato questa opportunità. Questa è una società che non merita la Serie B, dovrebbe stare più in alto. Mancano poche giornate alla fine del campionato, speriamo di fare bene e di tornare in Serie A.

Infine, sai qualcosa sul tuo futuro?Al momento no e non ci penso. Con tutto quello che ho passato, spero di solo di poter continuare a giocare. A Reggio mi trovo bene, penso solo a finire al meglio questo campionato.

(foto: raisport)