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De Biasi ‘Aspetto Stellone e il mercato’

De Biasi, ha colto la chiave di lettura della sconfitta del Partenio?

“Purtroppo abbiamo pagato a caro prezzo l’inizio non all’altezza della situazione. Non è stata...

Redazione Toro News

De Biasi, ha colto la chiave di lettura della sconfitta del Partenio?

“Purtroppo abbiamo pagato a caro prezzo l’inizio non all’altezza della situazione. Non è stata però una questione di approccio. Hanno condizionato molto che anche le situazioni ambientali, come il vento. Non siamo riusciti a valutarle nella maniera giusta. Peccato poi perché è venuto meno l’equilibrio difensivo che c’era stato sempre fino alla gara prima. Diciamo che è stato un incidente dipeso da diversi fattori esterni. Chiamiamolo incidente di percorso, arrivato in un momento inaspettato. Questo ci ha dato più fastidio di tutto. Forse poi inconsciamente abbiamo pensato che l’Avellino fosse un ostacolo meno difficile”.

Forse meglio perdere contro l’Avellino però piuttosto che contro Verona, Modena o altre dirette concorrenti...

“Fosse per me non perderei mai. Certo che ai fini della classifica ha più peso perdere contro una rivale alla corsa promozione”.

Nel dopo gara era infuriato.

“Più che altro ero incavolato con me stesso. Non sono riuscito a trasmettere alla squadra tutte le mie inquietudini per far sì che il match fosse vissuto e interpretato in maniera diversa. La partita era di quelle difficile soprattutto per tutto quel vociferare che c’era attorno in settimana, sul livello dell’avversaria. Le insidie si sono rivelate più grosse del previsto. Ma non sono riuscito a trasferire le giuste motivazioni”.

Muzzi ha detto di aver pensato per tutta la ripresa: “prima o poi ne facciamo uno”. E invece…

“Io pensavo l’opposto. Mi sono detto: “qui non segniamo neanche se giochiamo 10 ore di fila. Il portiere ha parato l’impossibile. Poi c’è stato il palo, quel salvataggio di Criaco sulla linea di porta. Ci hanno stoppati sempre ad un passo dall’esultanza”.

Il Toro soffre di mal di gol?

“Il Toro non ha problemi ma può crearseli se crede di averne”.

Mancano ancora i gol dei centrocampisti, che aveva richiesto prima del match.

“E’ vero. Ma a parte Longo e un po’ Edusei non abbiamo grandi tiratori. Gli altri hanno tutti caratteristiche diverse. Il loro è però sempre un contributo di sostanza. In difesa invece ci sono Brevi, Doudou, Martinelli e Balestri che possono provare a tentare la via del gol. Martinelli l’ha sfiorato, di testa. Ma dopo quell’occasione ho capito che non avremo mai segnato”.

Prima si parlava di alcune prestazioni non all’altezza. L’arrivo di qualche rinforzo a gennaio, con annessa concorrenza, potrà far risvegliare qualcuno adesso sicuro del posto?

“Ma tutti fino a questo momento hanno dato un contributo di sostanza alla causa granata. I ragazzi hanno sempre interpretato nel migliore dei modi lo spirito del Toro. E’ ovvio che la concorrenza però è da stimolo per tutti. Sapere di aver il posto insidiato da qualcuno…”.

Sempre rimanendo al mercato, le concorrenti hanno già cominciato a muoversi. Non sarà facile rinforzarsi?

“Ma questo l’abbiamo sempre saputo. E anche il presidente lo sa: il campionato è lungo e abbiamo necessità di integrare la rosa numericamente”.

Parliamo di Triestina.

“E’ una partita molto importante per noi visto che dobbiamo riprendere subito il cammino interrotto sabato ad Avellino. Sono convinto che la squadra avrà la reazione giusta”.

Riprendere spediti il cammino anche perché Catania e Brescia si stanno facendo sotto.

“Ma tutte le squadre fino al Modena, parlo dunque delle prime sette, sono delle potenziali candidate alla serie A. Tra queste, includo anche il Verona, usciranno le tre che verranno promosse”.

Ha mai incontrato, in carriera, un presidente come Tonellotto.

“Sinceramente no. E’ unico nel suo genere”.

Ci sarà Stellone contro la Triestina?

“Penso di sì. Mi auguro di sì. La scorsa settimana l’abbiamo lasciato tranquillo apposta per averlo sabato a disposizione. Se anche in campo si muove meno poi… Lui è un punto di riferimento in avanti”.

Passiamo all’argomento di questi giorni, il razzismo.

“La cosa dei cinque minuti di ritardo poteva essere evitata. Meglio fare una protesta seria. Cinque minuti non servono a nulla. Il razzismo si deve affrontare in un altro modo. Per fortuna dove stiamo andando noi non è mai successo nulla sugli spalti, a parte un episodio circoscritto al campo (Doudou e Graziani jr, ndr). Voglio pensare dunque che in giro ci siano pochi stupidi. Ma la differenza, come sempre, la fa cosa c’è sotto il cuoio capelluto. Non dimentichiamoci che questa è una società che va verso la multietnicità”.