"di Alessandro Salvatico
interviste
Esclusiva TN. Il mister e il lavoro ‘Lealtà innanzitutto’
di Alessandro Salvatico
Secondo Capodanno consecutivo come allenatore del Torino, per Walter Alfredo Novellino. Un tecnico molto noto, un uomo riservato fuori...
"Secondo Capodanno consecutivo come allenatore del Torino, per Walter Alfredo Novellino. Un tecnico molto noto, un uomo riservato fuori dal lavoro. Anche se la vita fuori dal lavoro si riduce ad uno spazio piuttosto ridotto, perchè il mister granata vive per la sua professione. Abbiamo parlato con il Novellino uomo, non con il Novellino allenatore, mentre tornava a casa per trascorrere quest'ultima pausa festiva e queste ultime ore di 2008.
"Walter Novellino, come ha passato il Natale?Il Natale in famiglia, come sempre. Con i figli e con i nipoti, la festa più bella che ci sia. Sempre uguale? No, io credo che ogni Natale abbia il suo significato: chi nasce, chi cresce... Sempre diverso, ma sempre il momento più bello.
"E il Capodanno, invece? Ha trascorso a Torino quello del 2008 e sarà così anche per quello del 2009: in cosa sono diversi?Non so la differenza a livello di classifica della squadra perchè non ricordo ora quale fosse a questo punto quella dell'anno scorso, ma quel che posso dire è che questo sarà un Capodanno all'insegna dell'entusiasmo. Entusiasmo da parte mia, nella volontà di centrare un risultato importante, di portare in salvo la squadra... Un Capodanno con grandi stimoli.
"Mister Novellino parla moltissimo di lavoro. Quali sono i suoi più grandi valori, nel fare la propria attività?La lealtà innanzitutto. Lealtà verso il prossimo, verso la squadra. E credo sia un valore che mi è stato sempre riconosciuto. Poi la disciplina, e l'organizzazione.Ognuno deve conoscere il proprio compito, ognuno deve sapere quello che deve fare. Devono conoscere il proprio avversario diretto sul campo, tutti, sapere come affrontarlo...
"Quanto tempo pensa al lavoro, quando non lavora?Alla fine il pensiero cade sempre lì. Io non credo a chi dice che, finito di lavorare, stacca e non ci pensa più. Non credo che uno riesca a fare questo. Io finisco sempre per pensare a dove ho sbagliato, a dove posso migliorare; ripeto, non credo a chi, finito l'allenamento, va a casa e stop. Io, quando finisco, devo studiare, devo riflettere sullo stato d'animo di un giocatore, pensare all'ultimo allenamento, pensare a chi non gioca e a come aiutarlo... Penso che siamo tutti uguali alla fine, e che tutti pensiamo sempre al nostro lavoro. Solo se lo si ama? Beh sì, se lo si ama. L'importante è farlo con grande serietà, sempre.
"In famiglia non mugugnano mai per questo?No, sono contenti quando le cose sul lavoro mi vanno bene; ne guadagnano in serenità e in tutto il resto. E' tutto collegato, sì.
"Viene spesso definito un "aziendalista".Faccio parte di una categoria di allenatori di un certo tipo, ma io non penso siamo aziendalisti: cerchiamo di fare gli interessi del nostro datore di lavoro, tutto qua. Ma se ho da dire al mio presidente "mi prenda questo", lo faccio. Se però posso farlo risparmiare, perchè non farlo? In fondo, il datore di lavoro mette tantissimi soldi, io cerco di ottimizzare i suoi investimenti.
"Buon anno, Mister.Anche a voi, e a tutti i tifosi: spero per loro sia un 2009 con meno sofferenza. Stiamo lavorando per uscire da una situazione brutta e abbiamo grande bisogno del loro aiuto: per restituire almeno qualche piccola soddisfazione.
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