di Alessandro Salvatico
interviste
Esclusiva TN. Sonetti e l’ultima gioia ”Era un bel Toro”
di Alessandro Salvatico
Se fu Ruggiero Rizzitelli ad abbattere l'ultima volta la Juventus (e anche la penultima), ormai un'era fa, fu Nedo Sonetti a plasmare il gruppo capace della doppia impresa....
Se fu Ruggiero Rizzitelli ad abbattere l'ultima volta la Juventus (e anche la penultima), ormai un'era fa, fu Nedo Sonetti a plasmare il gruppo capace della doppia impresa. L'allenatore di Piombino arrivò a guidare una squadra completamente nuova, in mano ad una proprietà nuova, quella di Calleri, e allenata fin lì con alterna fortuna da Serino Rampanti. E formò una delle ultime squadre che abbiano fatto divertire il pubblico di Torino, oltre a regalare quelle due incredibili perle.Quando lo raggiungiamo telefonicamente, scopriamo che l'attuale allenatore del Brescia non ha consapevolezza di aver firmato l'ultimo derby vinto. Sapeva di essere stato l'ultimo tecnico della "doppietta", ma non dell'ultima vittoria in assoluto.Eh già, mister Sonetti: è proprio così.Mamma mia, ma sono passati così tanti anni... Mai più vinto, nemmeno una volta?No, mister. Dunque, come fece a far vivere ai tifosi quel bel campionato?Quell'anno il Toro sapeva fare cose belle, aveva acquisito una mentalità di squadra e il gruppo presto si trovò compatto e in grado di ottenere risultati che davano soddisfazione. Ci furono giocatori che anche individualmente resero moltissimo; Rizzitelli fece 19 gol quell'anno, 19! Non li ha fatti nè prima nè dopo, in carriera, così tanti. I risultati arrivarono perchè c'erano diversi giocatori di qualità, come lui e non solo.Sì, questo è importante. Però non sempre avere giocatori forti equivale a fare risultato; spesso non basta.No, non basta, ha ragione. Posso dire allora che quel Torino si riuscì ad organizzarlo in modo da far rendere al meglio i giocatori che lo componevano, ecco l'unico segreto. E i giocatori, ripeto, in molti casi erano di grande valore: Rizzitelli, appunto, poi a destra avevo Angloma, un grande calciatore. E sull'altra fascia, Pessotto, che io costruii nel ruolo di esterno sinistro di difesa -quando arrivò faceva altro- cioè il ruolo che poi ha mantenuto nella Juventus e in Nazionale, per tutta la carriera. Poi c'era Pelé, in avanti oltre a Rizzi c'era Silenzi.Il Torino attuale, ad esempio, è stato costruito per altri obiettivi, rispetto a quelli per cui ora lotta.Mi riesce difficile parlare del Toro di adesso. Un po' perchè non ci sono dentro, e quando si parla da fuori non si sa mai bene quel che si dice; e un po' perchè nutro una grande stima nei confronti di Novellino. Ma mi pare che ora abbia trovato equilibrio, ha ottenuto diversi risultati utili consecutivamente; è vero che non vince, e con i tre punti questo purtroppo pesa.Quanto è difficile, contro questa Juventus?E' una gran Juve, quella che si va ad affrontare. Batterla richiede una grande impresa. Non impossibile, comunque.Vede comunque spiragli per una vittoria dei granata?Qualche segno positivo, come ho detto, c'è, per il Torino di questo periodo. Una vittoria nel derby sarebbe quel grande risultato utile a dare l'abbrivio per una scalata alla classifica; non è già segnata, la partita: è un derby. Sono convinto che una vittoria granata sia possibile.Nedo Sonetti, a 68 anni compiuti ha ancora voglia di sfide.Vede, il problema nostro è l'entusiasmo. Il problema del nostro lavoro. Certo, poi ci sono la capacità di organizzazione, di lavorare in gruppo, di mantenere forza e lucidità mentale. Ma alla base di tutto c'è l'entusiasmo, quello che avevo al Toro -che per me rimane uno dei momenti più belli e importanti vissuti- e che ho ancora.Per uno che, come lei, ha ricominciato infinite volte... Come ha fatto anche andando a Brescia: dove comunque le cose vanno piuttosto bene, direi.Figuriamoci, appunto, senza l'entusiasmo come avrei fatto? Qui a Brescia sto portando avanti una bella esperienza, i risultati sembrano arrivare; pare che abbiamo preso la strada buona. Ci piacerebbe arrivare alla promozione diretta, vedremo se sarà possibile.Con lei c'è un giocatore che ha sfiorato il Toro, come Caracciolo, e uno che ci è cresciuto dentro, come Possanzini.Sì, Caracciolo si è ripreso da un periodo di appannamento, è un giocatore tanto importante per noi. Brescia per lui è stata una vera scelta. Possanzini, beh, l'ho notato io quando ero a Torino: era nelle giovanili, e anzi fu la prima operazione di mercato che avallai, quando consigliai di prestarlo al Lecco perchè potesse giocare; l'avevo notato... Ed ora l'ho ritrovato, quasi 15 anni dopo.Prima di lasciarla, torniamo di nuovo indietro a quel Toro. Mister Sonetti, in seguito per i granata iniziò il periodo peggiore della storia; lei che c'era dentro, vide qualche segnale che poteva preannunciare l'imminente crollo?C'era Calleri come presidente, in società poi c'era Bonacina, e c'era Vitali come ds; la società era articolata, e il primo anno andò bene. L'anno seguente incominciai a sentire che qualcosa non andava come prima, ed in effetti alla fine andò male, e poi peggio. Vero, il Torino non è più tornato quello che era. Ma forse, ora...
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di Alessandro Salvatico
Se fu Ruggiero Rizzitelli ad abbattere l'ultima volta la Juventus (e anche la penultima), ormai un'era fa, fu Nedo Sonetti a plasmare il gruppo capace della doppia impresa....
Se fu Ruggiero Rizzitelli ad abbattere l'ultima volta la Juventus (e anche la penultima), ormai un'era fa, fu Nedo Sonetti a plasmare il gruppo capace della doppia impresa. L'allenatore di Piombino arrivò a guidare una squadra completamente nuova, in mano ad una proprietà nuova, quella di Calleri, e allenata fin lì con alterna fortuna da Serino Rampanti. E formò una delle ultime squadre che abbiano fatto divertire il pubblico di Torino, oltre a regalare quelle due incredibili perle.Quando lo raggiungiamo telefonicamente, scopriamo che l'attuale allenatore del Brescia non ha consapevolezza di aver firmato l'ultimo derby vinto. Sapeva di essere stato l'ultimo tecnico della "doppietta", ma non dell'ultima vittoria in assoluto.Eh già, mister Sonetti: è proprio così.Mamma mia, ma sono passati così tanti anni... Mai più vinto, nemmeno una volta?No, mister. Dunque, come fece a far vivere ai tifosi quel bel campionato?Quell'anno il Toro sapeva fare cose belle, aveva acquisito una mentalità di squadra e il gruppo presto si trovò compatto e in grado di ottenere risultati che davano soddisfazione. Ci furono giocatori che anche individualmente resero moltissimo; Rizzitelli fece 19 gol quell'anno, 19! Non li ha fatti nè prima nè dopo, in carriera, così tanti. I risultati arrivarono perchè c'erano diversi giocatori di qualità, come lui e non solo.Sì, questo è importante. Però non sempre avere giocatori forti equivale a fare risultato; spesso non basta.No, non basta, ha ragione. Posso dire allora che quel Torino si riuscì ad organizzarlo in modo da far rendere al meglio i giocatori che lo componevano, ecco l'unico segreto. E i giocatori, ripeto, in molti casi erano di grande valore: Rizzitelli, appunto, poi a destra avevo Angloma, un grande calciatore. E sull'altra fascia, Pessotto, che io costruii nel ruolo di esterno sinistro di difesa -quando arrivò faceva altro- cioè il ruolo che poi ha mantenuto nella Juventus e in Nazionale, per tutta la carriera. Poi c'era Pelé, in avanti oltre a Rizzi c'era Silenzi.Il Torino attuale, ad esempio, è stato costruito per altri obiettivi, rispetto a quelli per cui ora lotta.Mi riesce difficile parlare del Toro di adesso. Un po' perchè non ci sono dentro, e quando si parla da fuori non si sa mai bene quel che si dice; e un po' perchè nutro una grande stima nei confronti di Novellino. Ma mi pare che ora abbia trovato equilibrio, ha ottenuto diversi risultati utili consecutivamente; è vero che non vince, e con i tre punti questo purtroppo pesa.Quanto è difficile, contro questa Juventus?E' una gran Juve, quella che si va ad affrontare. Batterla richiede una grande impresa. Non impossibile, comunque.Vede comunque spiragli per una vittoria dei granata?Qualche segno positivo, come ho detto, c'è, per il Torino di questo periodo. Una vittoria nel derby sarebbe quel grande risultato utile a dare l'abbrivio per una scalata alla classifica; non è già segnata, la partita: è un derby. Sono convinto che una vittoria granata sia possibile.Nedo Sonetti, a 68 anni compiuti ha ancora voglia di sfide.Vede, il problema nostro è l'entusiasmo. Il problema del nostro lavoro. Certo, poi ci sono la capacità di organizzazione, di lavorare in gruppo, di mantenere forza e lucidità mentale. Ma alla base di tutto c'è l'entusiasmo, quello che avevo al Toro -che per me rimane uno dei momenti più belli e importanti vissuti- e che ho ancora.Per uno che, come lei, ha ricominciato infinite volte... Come ha fatto anche andando a Brescia: dove comunque le cose vanno piuttosto bene, direi.Figuriamoci, appunto, senza l'entusiasmo come avrei fatto? Qui a Brescia sto portando avanti una bella esperienza, i risultati sembrano arrivare; pare che abbiamo preso la strada buona. Ci piacerebbe arrivare alla promozione diretta, vedremo se sarà possibile.Con lei c'è un giocatore che ha sfiorato il Toro, come Caracciolo, e uno che ci è cresciuto dentro, come Possanzini.Sì, Caracciolo si è ripreso da un periodo di appannamento, è un giocatore tanto importante per noi. Brescia per lui è stata una vera scelta. Possanzini, beh, l'ho notato io quando ero a Torino: era nelle giovanili, e anzi fu la prima operazione di mercato che avallai, quando consigliai di prestarlo al Lecco perchè potesse giocare; l'avevo notato... Ed ora l'ho ritrovato, quasi 15 anni dopo.Prima di lasciarla, torniamo di nuovo indietro a quel Toro. Mister Sonetti, in seguito per i granata iniziò il periodo peggiore della storia; lei che c'era dentro, vide qualche segnale che poteva preannunciare l'imminente crollo?C'era Calleri come presidente, in società poi c'era Bonacina, e c'era Vitali come ds; la società era articolata, e il primo anno andò bene. L'anno seguente incominciai a sentire che qualcosa non andava come prima, ed in effetti alla fine andò male, e poi peggio. Vero, il Torino non è più tornato quello che era. Ma forse, ora...
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