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Fusi: ‘Serve una grinta da serie A’

E’ uno dei giocatori più amati e rimpianti (soprattutto adesso). In quattro campionati (dal 1991 al 1994) ha messo insieme 119 presenze in campionato e 3 gol, tutti pesantissimi, perché segnati...

Redazione Toro News

"E’ uno dei giocatori più amati e rimpianti (soprattutto adesso). In quattro campionati (dal 1991 al 1994) ha messo insieme 119 presenze in campionato e 3 gol, tutti pesantissimi, perché segnati contro Napoli (1-0 finale), Real Madrid (sull’1-0 fece il gol qualificazione) e Lazio (in Coppa Italia salvò il Toro dal tracollo e lo proiettò verso la conquista del titolo), Luca Danilo Fusi è stato l’ultimo capitano della squadra granata vincitore della Coppa Italia. Oggi vive a Cesena dove allena la Primavera.

"Fusi, come spiega questo avvio di stagione disastroso ?

"Disastroso…Il campionato di serie A è difficile e bisogna avere un po’ di tempo e di fortuna e tante piccole cose che possono dare risultati positivi che al Toro mancano.

"Il suo collega Bruno parla di mancanza di attaccamento alla maglia, ha ragione ?

"Effettivamente qualche anno fa il legame fra chi giocava e la maglia era diverso. Non eravamo giocatori di primissimo piano ma tutti, con quella casacca addosso, tiravamo fuori qualcosa di eccezionale. Adesso si vede chiaramente che non tutti riescono a entrare nella parte.

"Cosa manca in questo momento al Toro ?

"E’ un po’ tutta la storia che va rivista. La serie A è ben più difficile della B e anche con Borsano si cercò di prendere giocatori che incarnassero il dna del Toro, più che il nome. Da fuori l’impressione è che alcuni movimenti di mercato siano stati fatti più sul nome che sulle caratteristiche.

"Mercato sbagliato quindi ?

"Bisogna dire che trovare giocatori da Toro però non è facile. In altre piazze alcuni giocatori renderebbero di più, perché hanno caratteristiche più adatte. Qua magari ci sono richieste diverse, per cui il Toro è più spirito di sacrificio, lotta che non dribbling e colpi di tacco.

"Sta tracciando l’identikit di Fiore ?

"In effetti è il classico giocatore che farebbe la differenza se il Toro fosse in A da due anni e avesse già acquisito consapevolezza della categoria. Invece è una squadra che arriva dalla B dove si fa un altro calcio e che deve ancora lottare con un certo tipo di mentalità che magari è un po’ diversa rispetto alla sua. Che sia un giocatore di livello è indiscutibile, però va messo e si deve mettere nelle condizioni giuste per rendere al meglio.

"Non trova che manchi un regista, un Fusi a questo torello dove spesso sono i difensori a dover impostare l’azione ?

"Non è facile giocare in A, anche noi a livello giovanile cerchiamo di giocare la palla il più possibile. Spesso dipende dagli avversari che pressano anche costringere i difensori a lanciare lungo e non ad appoggiare a centrocampo. Il calcio è cambiato anche in questo senso: i tempi di gioco si sono ristretti, si viaggia a ritmi più elevati.

"Da allenatore della Primavera come valuta la stagione di Rosina ?

"È un giocatore di talento che ha bisogno di giocare con continuità. Forse il ragazzo ha bisogno di 90’ minuti nelle gambe e di un impiego maggiore a costo di fare sacrifici e cambiamenti.

"Quindi non pensa che sia adatto alla serie A ?

"No, potrebbe essere pronto a giocare in una squadra che gioca con un attaccante solo e dove lui può svariare alle sue spalle.

"Quindi è il modulo non adatto al giocatore ?

"No. Non è questione di modulo. Il Toro con tante squadre deve fare la partita, mentre magari a Rosina andrebbe meglio se giocasse in squadre che aspettano di più l’avversario e poi si lanciano in contropiede dove potrebbe far valere la sua indubbia classe.

"Come si esce da questa situazione ?

"Giocando da Toro e facendo risultati che riportino entusiasmo che sono la benzina vincente per compattare l’ambiente. E’ la vittoria di per sé che è coinvolgente, non importa se contro il Messina o il Milan.

"Chi può essere decisivo in questo contesto ?

"Tutti o nessuno. Il Toro non ha mai vissuto su un giocatore solo ma sul gruppo. Ai miei tempi c’erano buoni giocatori ma non ci si è mai affidati a uno solo in particolare. Se dovesse succedere vuol dire che c’è qualcosa di sbagliato.