di Valentino Della Casa - Era tanto tempo che Stefano Sorrentino non tornava a parlare del Torino e della sua esperienza in granata, fatta di tanti alti e pochi bassi. Lo fa in esclusiva per Toro News, cogliendo l’occasione per raccontarci la sua Torino-Varese, lui, che proprio dai lombardi venne lanciato sul palcoscenico del calcio professionistico. Ciao Stefano, inutile dire quanto possa contare per te Torino-Varese.È una doppia sfida sicuramente molto importante per quello che entrambe le squadre hanno dato alla mia carriera. Mentirei se non dicessi di essere più legato al Toro, ma parimenti non sai corretto se non ricordassi quello che ho vissuto con il Varese: venivo da un’annata storta con la Juve Stabia, dove rimasi per soli sei mesi. I lombardi ebbero grande fiducia in me: giocai da debuttante in C1 trenta partite (subendo ventidue goal, ndr), per poi ritornare in granata l’anno successivo. Posso soltanto ringraziarli per l’opportunità che mi hanno concesso, permettendomi di mettere in mostra le mie qualità.Qualità che abbiamo potuto vedere anche a Torino: 88 partite in quattro anni non sono certo poche. E adesso molti tifosi ti rimpiangono.Nel calcio funziona spesso così, non solo all’ombra della Mole: quando sei lì basta un mezzo pallone sbagliato e vieni automaticamente fischiato; poi, ti rimpiangono. Comunque a Torino sono stato benissimo: ho moglie di Torino, le mie figlie vengono spesso a Torino, ho casa a Torino. Non posso dire che non mi sia rimasta nel cuore.Come vedi il Toro quest’anno? Pensi che possa finalmente tornare in Serie A?Attualmente credo che la prima garanzia della squadra sia l’allenatore. Con Ventura non ho mai avuto un rapporto lavorativo, ma lo conosco di fama e posso dire che a mio avviso si tratta della figura giusta per riportare il Torino dove merita. Sono veramente molto contento che la società abbia puntato su di lui, mi auguro solo che alla prima difficoltà abbia un po’ più di pazienza rispetto alle annate scorse, ed eviti il solito via vai di allenatori.E il Varese?L’anno scorso sono stati una piacevolissima sorpresa, esattamente come il Novara. Si tratta di squadre da non sottovalutare mai, perché portano con sé moltissimo entusiasmo, e dalla loro hanno una serenità che spesso nelle grandi piazze non si trova. Ecco perché molte volte ottengono più società di questo tipo, rispetto alle altre.Sembra di sentirti parlare in prima persona: tra Chievo e Varese non c’è poi tanta differenza, a livello ambientale.Proprio così, sono squadre in cui le società sono semplici: pochi ruoli ma ben precisi, in cui ognuno fa bene la sua parte. Diciamo, per fare un altro paragone, che il Torino può essere un po’ come l’Hellas Verona qui da noi: un ambiente molto caldo, che esige molto, ma che sa anche dare una carica esplosiva. Io credo che la Serie A abbia bisogno anche di queste squadre, che un po’, devo essere sincero, ci mancano. Alcune volte, però, bisognerebbe capire che non sempre i nomi portano ai risultati sperati.Ma adesso che Sorrentino è oggettivamente “un nome” potrebbe fare bene al Toro, oppure no?Credetemi, io penso che Ventura abbia a disposizione veramente un ottimo portiere. Coppola non è stato scelto dal Milan a caso, anni fa. Si tratta di un giocatore con qualità importanti, bisogna avere pazienza e vedrete che emergeranno tutte.Tornando a Torino-Varese, che partita ti aspetti?Credo che vedremo una gara molto, ma molto interessante. Come dicevo prima, il Varese ha dalla sua tanto entusiasmo, mentre il Torino sa che, con l’organico che si ritrova, deve cercare di vincerle tutte. Soprattutto in casa, anche se…Anche se?Il mio vero augurio, piuttosto di sperare per la vittoria dell’una o dell’altra, è di rivedere lo stadio veramente pieno. L’anno scorso, quando tornavamo dalle trasferte, guardavamo spesso sul pullman le gare della B, e vedere lo stadio vuoto (anche se non era quello in cui ho giocato) di una squadra nella quale ho militato, e di cui conosco la reale portata della tifoseria, è deprimente. Mi auguro davvero che sia una grande partita, di quelle che lasciano il segno, che invogliano a tornare la volta successiva. Anche questo significa tornare grandi, e il Torino ne ha tanto bisogno.Grazie mille Stefano.Grazie a voi, un saluto a tutti i tifosi del Toro.
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”Il mio augurio al Toro: ritrovare lo stadio pieno”
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