"di Stefano Rosso - Oltre alle varie vicende di mercato che nella giornata di oggi (non) hanno animato la giornata granata, un'altra notizia - ben lontano dai monti veneti di Sappada sui quali si trova Ventura con tutta la truppa - ha preso piede in sordina nel capoluogo piemontese: il consiglio comunale nella giornata di ieri ha infatti autorizzato l'allestimento di un museo dello sport, con annesso spazio commerciale e ristorante, all'interno dello stadio Olimpico di Torino.
interviste
”Il Toro non è affittuario dell’Olimpico”
di Stefano Rosso - Oltre alle varie vicende di mercato che nella giornata di oggi (non) hanno animato la giornata granata, un'altra...
La notizia, di per sè, sembrerebbe slegata al mondo granata, ma nel momento in cui si associa il Toro e la sua casa attuale - l'impianto di via Filadelfia 96/b, appunto - al concetto di 'museo' viene inevitabile pensare al Museo del Toro, attualmente a Villa Claretta a Grugliasco in attesa della ricostruzione del nuovo Filadelfia: per questo motivo, in esclusiva, TN è andato ad ascoltare Domenico Beccaria, presidente dell'Associazione Memoria Storica Granata.
''Il discorso è molto semplice - ha risposto lo stesso Beccaria alla domanda circa la decisione di insediare un museo non legato ai colori granata - il Comune ha potuto farlo perchè il Torino non è affittuario dello stadio Olimpico, ma ce lo ha solo in concessione per le partite che deve disputare: ne ho parlato giusto stamattina con Giuseppe Ferrauto, il rappresentante del Torino FC presente all'interno della Fondazione Filadelfia a margine del cda, che me l'ha confermato''.
Il Museo del Toro è stato interpellato per valutare il suo interesse a trasferirsi in quegli spazi?
''Non siamo stati contattati in merito, anche se comunque non avremmo accettato la proposta: da un lato, in attesa del Filadelfia che avrebbe spazi più grandi e maggiori margini per concordarne la progettazione, si sarebbe trattato di un problema logistico ed economico non indifferente, con tutti gli inconvenienti che un trasloco può arrecare per poi sistemarsi con una soluzione provvisoria. Dall'altro, per numero di cimeli ed allestimenti, gli spazi che offre l'Olimpico, per quanto grandi possano essere, non sono funzionali ad ospitare i nostri cimeli e la modulazione che abbiamo dato alla mostra a Villa Claretta: inoltre non ho ancora visto le metrature ma se si considera gli spazi che possiede il centro di medicina sportiva, ci si può fare presto un'idea...''.
Nei piani approvati dal Comune c'è anche la possibilità di aprire un ristorante, un negozio ed organizzare visite guidate.
''Il progetto della Città è evidentemente teso a far rendere un impianto che normalmente rende poco. La modalità è molto particolare ed è stato proprio da una battuta che ho fatto a Ferrauto che ho scoperto che in realtà non si trattava di affitto ma solo di concessione al Torino: gli ho anche chiesto, scherzosamente, se in caso di supplementari e rigori glieli possono far tirare oppure se li mandano via senza doccia''.
Dunque, se il Comune ha piena autonomia su questi spazi non solo il Torino non ottiene proventi nè vantaggi dai vari subaffitti per le iniziative che si tengono sul terreno di gioco - come il concerto dei Coldplay dello scorso maggio, ad esempio - ma se arrivasse per caso un'offerta per ospitare una gara di motocross... Ci si troverebbe anche a fare i conti con il terreno di gioco da risistemare?
''Sarebbe uno scenario curioso: in teoria il Comune potrebbe farlo, ma bisognerebbe verificare se il contratto di concessione prevede determinate clausole circa le attività svolgibili e la preservazione del terreno di gioco''.
Uno scenario che può aprire numerosi interrogativi: oltre alla curiosità legata ai termini del contratto, infatti, si ripresenterebbe anche la questione del nome dell'impianto. Nel 2006 l'allora sindaco di Torino Chiamparino promise che dopo i Giochi Olimpici lo stadio sarebbe stato intitolato alla memoria del Grande Torino, eppure ad oggi - e potrebbe non essere un caso - non è stato mosso ancora alcun passo in tal senso...
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Stefano Rosso - Oltre alle varie vicende di mercato che nella giornata di oggi (non) hanno animato la giornata granata, un'altra...
La notizia, di per sè, sembrerebbe slegata al mondo granata, ma nel momento in cui si associa il Toro e la sua casa attuale - l'impianto di via Filadelfia 96/b, appunto - al concetto di 'museo' viene inevitabile pensare al Museo del Toro, attualmente a Villa Claretta a Grugliasco in attesa della ricostruzione del nuovo Filadelfia: per questo motivo, in esclusiva, TN è andato ad ascoltare Domenico Beccaria, presidente dell'Associazione Memoria Storica Granata.
''Il discorso è molto semplice - ha risposto lo stesso Beccaria alla domanda circa la decisione di insediare un museo non legato ai colori granata - il Comune ha potuto farlo perchè il Torino non è affittuario dello stadio Olimpico, ma ce lo ha solo in concessione per le partite che deve disputare: ne ho parlato giusto stamattina con Giuseppe Ferrauto, il rappresentante del Torino FC presente all'interno della Fondazione Filadelfia a margine del cda, che me l'ha confermato''.
Il Museo del Toro è stato interpellato per valutare il suo interesse a trasferirsi in quegli spazi?
''Non siamo stati contattati in merito, anche se comunque non avremmo accettato la proposta: da un lato, in attesa del Filadelfia che avrebbe spazi più grandi e maggiori margini per concordarne la progettazione, si sarebbe trattato di un problema logistico ed economico non indifferente, con tutti gli inconvenienti che un trasloco può arrecare per poi sistemarsi con una soluzione provvisoria. Dall'altro, per numero di cimeli ed allestimenti, gli spazi che offre l'Olimpico, per quanto grandi possano essere, non sono funzionali ad ospitare i nostri cimeli e la modulazione che abbiamo dato alla mostra a Villa Claretta: inoltre non ho ancora visto le metrature ma se si considera gli spazi che possiede il centro di medicina sportiva, ci si può fare presto un'idea...''.
Nei piani approvati dal Comune c'è anche la possibilità di aprire un ristorante, un negozio ed organizzare visite guidate.
''Il progetto della Città è evidentemente teso a far rendere un impianto che normalmente rende poco. La modalità è molto particolare ed è stato proprio da una battuta che ho fatto a Ferrauto che ho scoperto che in realtà non si trattava di affitto ma solo di concessione al Torino: gli ho anche chiesto, scherzosamente, se in caso di supplementari e rigori glieli possono far tirare oppure se li mandano via senza doccia''.
Dunque, se il Comune ha piena autonomia su questi spazi non solo il Torino non ottiene proventi nè vantaggi dai vari subaffitti per le iniziative che si tengono sul terreno di gioco - come il concerto dei Coldplay dello scorso maggio, ad esempio - ma se arrivasse per caso un'offerta per ospitare una gara di motocross... Ci si troverebbe anche a fare i conti con il terreno di gioco da risistemare?
''Sarebbe uno scenario curioso: in teoria il Comune potrebbe farlo, ma bisognerebbe verificare se il contratto di concessione prevede determinate clausole circa le attività svolgibili e la preservazione del terreno di gioco''.
Uno scenario che può aprire numerosi interrogativi: oltre alla curiosità legata ai termini del contratto, infatti, si ripresenterebbe anche la questione del nome dell'impianto. Nel 2006 l'allora sindaco di Torino Chiamparino promise che dopo i Giochi Olimpici lo stadio sarebbe stato intitolato alla memoria del Grande Torino, eppure ad oggi - e potrebbe non essere un caso - non è stato mosso ancora alcun passo in tal senso...
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