interviste

La gioia è rimandata ”Molto da migliorare”

di Alessandro Salvatico

Ecco Giancarlo Camolese, a commentare la sua prima vittoria nel suo Torino-bis. L'allenatore di San Mauro non si concede a grandi ottimismi, anzi, punta sull'obiettivo che è...

Redazione Toro News

di Alessandro Salvatico

"Ecco Giancarlo Camolese, a commentare la sua prima vittoria nel suo Torino-bis. L'allenatore di San Mauro non si concede a grandi ottimismi, anzi, punta sull'obiettivo che è riassunto in "prestazioni migliori di queste due, Palermo e Catania".Una Pasqua fuori zona retrocessione, per lui e per il Toro. "I risultati delle altre posso solo commentarli, ma noi dovevamo fare il nostro: vincere una gara che sapevo tatticamente molto difficile. Il Catania è organizzato bene, corre moltissimo, dovendo fare una partita in cui noi avevamo il compito di impostare potevamo esporci al contropiede e alle loro qualità in ripartenza. Avevo detto ai ragazzi di stare molto attenti, oltre a dare l'impronta alla gara, che era da gestire fino alla fine". E' questo che è piaciuto di più al piccolo Napoleone: "Dopo aver subito il pareggio, la squadra non si è smarrita, e ha utilizzato le ultime opportunità che c'erano. Nel modo migliore". Come è riuscito in questo, ossia proprio nel non smarrirsi, come invece accaduto tante volte a questo Torino in campionato? "E' un qualcosa su cui ho sempre battuto, ossia che le squadre devono avere disciplina tale da assorbire le situazioni di gol, sia fatto che subito; ognuno di loro sa quel che deve fare insieme agli altri. Ognuno la interpreta a modo suo, anche con troppa generosità, e invece no: non serve. Serve rimettersi in ordine e ripartire, e non sempre è facile. E' la mentalità che vorrei sempre vedere".Quanto sconforto, dopo il gol del Catania? "Non ho fatto i salti di gioia, ma ho guardato il tabellone e ho visto che mancava tanto. Tanto, perchè nel calcio due minuti ti danno la possibilità di mettere a posto una partita; il pensiero è stato subito quello, di dire ai miei giocatori di provarci, di stare ordinati. Ma senza disunirsi, perchè c'era il rischio di perderla, questa partita". Un Toro offensivo, quello messo in campo domenica; lo rivedremo? "Lati positivi ne abbiamo visti e ne abbiamo parlato; ma c'è molto da lavorare. Sia fisicamente che a livello organizzativo, questo gruppo deve migliorare se vuole ottenere il suo risultato. Questi tre punti servono per crederci, ma ora servono sacrifici per migliorare ognuno le proprie prestazioni". Dalle parole del tecnico traspare molta cautela.Il Bologna ha cambiato allenatore. Ma Camolese preferisce "non commentare. Ogni ambiente conosce le proprie situazioni, non è il momento per dire le cose che vorrei sul ruolo dell'allenatore in generale. Gli altri, comunque, fanno la loro strada; noi, la nostra". Bologna che, comunque, arriverà, e ora il Torino è sopra: "Ma la classifica, perdonatemi, è momentanea, sempre".Si parla -inevitabilmente- di Rosina, provato sia come punta che in appoggio, "libero di svariare. E' un valore per questa squadra, come lo sono tutti i giocatori a mia disposizione. Questa salvezza non la raggiunge un giocatore più di un altro, ma la raggiunge tutto il Torino FC, dal magazziniere al presidente. Io ai giocatori dico che devono uscire dal campo a testa alta, la disponibilità dei giocatori deve mantenersi tale". Il gesto del capitano al momento dell'uscita? "Io, sinceramente, non guardavo chi esce, come sempre (le sostituzioni non sono mai punitive), ma stavo dicendo a qualche giocatore cosa fare, visto che si cambiava l'assetto. Ha detto che esce a testa alta? Bene", chiosa il mister, chiudendo il "caso" sul nascere. "Devo recuperarlo: un tempo a Palermo, 65 minuti contro il Catania, lui come tutti devo portarlo al suo massimo livello".La Reggina è spacciata? "Non credo, conoscendo l'ambiente e il presidente, ai giocatori verrà chiesto di impegnarsi fino alla fine. Poi, vedremo, caldo e motivazioni a volte incidono; ma non si tireranno indietro". Ancora su domenica: "Noi non siamo stati entusiasmanti; la gente invece sì. Ci ha sempre aiutato. Facendo capire, alla fine del primo tempo, che bisognava fare un po' di più, ma nella maniera più logica per dimostrare l'attaccamento alla squadra". Quindi verranno a vedere gli allenamenti? "C'è una decisione della società, basta parlarne, anche col presidente, e non c'è problema. Basta che il clima sia sempre giusto. Per uno cresciuto al Filadelfia, che prima dei derby vedeva 3000 persone, non è un problema, certo...".E domenica, a Milano contro la corazzata rossonera. Dove il Toro di Camola visse un set tennistico. "Un rischio che c'è, perchè quando vai contro certi giocatori, se stanno tutti bene... Queste sono squadre contro le quali devi fare tutto al massimo, sperando che loro non facciano altrettanto", dice onestamente. "Poi, entrano in gioco tanti fattori: la fortuna è che c'è sempre il campo. I punti si fanno lì dentro".Tornando a Palermo, Camolese insiste sul fatto che un punto "sarebbe stato meritato", mentre su un impegno proibitivo come quello di San Siro si riferisce al tridente glissando: "Le squadre non si fanno il martedì, quella che metto in campo deve essere competitiva al di là degli schemi. Valuto con il progredire della settimana. Ci sono squadre con attaccanti che corrono a tutto campo, come il Catania; noi no. Perchè facciamo fatica. Non per cattiva volontà, ma ognuno si porta dietro le proprie cose, la propria annata... Devo dosare e cercare di aggiungere qualcosa in questo finale di stagione"."Ci sono giocatori di cui non ho certo capito tutto, perchè al di là di averli visti in videocassetta, ci ho lavorato pochissimo", dice Camolese, con riferimenti comprensibili. "Il rapporto con i giocatori diventa più diretto, perchè ora ho fatto delle scelte: panchine, tribune, ovvio. Ma sono contento delle facce viste nello spogliatoio, di quelli scesi dalla tribuna, di quelli che sono entrati -Diana uno per tutti-, questo è lo spirito che io voglio. Oltre le scelte che io farò, perchè purtroppo -quando ci saranno tutti, perchè ci arriveremo- è il mio compito: devono capire tutti che c'è un bene che va al di sopra di ogni singolo".