interviste

Lentini e la sua determinazione

di Paolo Morelli

Tra le fila della Saviglianese, squadra che milita nella Promozione piemontese, l'ex ala granata Gianluigi Lentini continua a divertirsi. L'abbiamo raggiunto telefonicamente in...

Redazione Toro News

di Paolo Morelli

Tra le fila della Saviglianese, squadra che milita nella Promozione piemontese, l'ex ala granata Gianluigi Lentini continua a divertirsi. L'abbiamo raggiunto telefonicamente in occasione della gara di campionato contro l'Atalanta, squadra che l'ha visto giocare con la propria maglia per una stagione.Ora il Toro arriva da un derby giocato bene ma perso con un gol irregolare, il rischio che tutti temono è che la squadra si demoralizzi. «Sicuramente la sconfitta nel derby può far perdere fiducia - spiega Lentini -, ma solo con una grande prova si può cancellare l'amarezza del derby, magari con una vittoria». Ma per vincere, come lui stesso ripete, bisogna segnare, e il Toro ha un grosso problema nel concludere a rete. «Non so quale sia la causa - dice l'ex granata - però i problemi in attacco ci sono. Forse si tratta di più cause; la sfortuna e la poca determinazione. Il problema ce l'ha, e bisogna venirne fuori al più presto». Ma potrebbe essere anche una questione di disorganizzazione del reparto avanzato? «No, è questione di non riuscire a far gol perché non si concretizzano le poche occasioni create». Nel Toro c'è un giocatore che per certi versi ricorda Gigi Lentini, e che potrebbe dare una grossa mano nel risolvere la cronica sterilità offensiva della squadra: Andrea Gasbarroni. Lentini è d'accordo: «Gasbarroni può fare un po' di tutto. Il suo impiego però dipende dall'allenatore che lo conosce molto bene e sa come utilizzarlo. Penso sia un ragazzo in gamba con delle grosse qualità».Parliamo dell'Atalanta. Lentini è stato a Bergamo nella stagione 1996/1997, sotto la guida di Emiliano Mondonico, segnando quattro gol in 31 partite. «Dell'Atalanta non ho un ricordo particolare - racconta Gigi Lentini - perché ci sono rimasto poco tempo. So di aver fatto il mio dovere fino in fondo, una buonissima stagione, ne ero molto soddisfatto». Anche i bergamaschi possono contare sul calore del proprio pubblico. «Sì, la squadra è sempre sostenuta - continua Lentini - ed è abituata a barcamenarsi nelle posizioni medio-basse della classifica. Domenica il pubblico la sosterrà con molto fervore». Certo la trasferta di Bergamo non è la sfida migliore da affrontare, non lo è mai. «L'Atalanta è una squadra difficile, in trasferta soprattutto - racconta l'ex granata -. Fanno un gioco di tutta pressione».Torniamo al Toro, il ricordo più bello di Lentini? «Ce n'è tanti, però credo che la stagione della coppa Uefa sia stata indimenticabile. Purtroppo è finita con un brutto epilogo. Io auguro a tutto l'ambiente di tornare a quei livelli. Certo, ora è difficile, ma non bisogna mai darsi un limite». Prima però bisognerebbe pensare a salvarsi. «Il Toro deve trovare una stabilità definitiva nella serie A, che è la categoria che compete a questa squadra». Per questa stabilità, occorre ripartire subito dalla trasferta di dopodomani, facendo punti sull'ostico campo di Bergamo. Anche un pareggio? «Io parto sempre con l'idea che non si debba mai perdere - risponde Lentini - e che se riesci a vincere, tanto meglio. Soprattutto con certe squadre e su certi campi». Lentini poi ci saluta e torna alla sua Saviglianese, noi torniamo al nostro Toro. Ci vorrà tanta determinazione per uscire da Bergamo con un risultato positivo, ma ci è sembrato che la squadra sia già sulla strada giusta.