interviste
Mario Giordano ‘Dalla disperazione alla fiducia’
Mario Giordano sta trepitando come un normale tifoso per questa difficile situazione in cui si trova il Torino. I suoi sentimenti sono contradditori, come succede alla maggioranza delle persone...
Mario Giordano sta trepitando come un normale tifoso per questa difficile situazione in cui si trova il Torino. I suoi sentimenti sono contradditori, come succede alla maggioranza delle persone...
Mario Giordano sta trepitando come un normale tifoso per questa difficile situazione in cui si trova il Torino. I suoi sentimenti sono contradditori, come succede alla maggioranza delle persone che non vogliono credere alla fine. Per fortuna che nelle ultime ore sembra esserci un reale barlume di speranza.
Mario Giordano, momenti tremendi per il Toro, come vedi la situazione, sei fiducioso o meno sull'esito positivo della vicenda?“Fiducioso? Non lo so. Sono diviso. Come tutti credo. Cerco informazioni dappertutto. E oscillo dalla disperazione più cupa alla fiducia cieca, dall'orgoglio, alla speranza che per una volta il destino possa guardarci non dico con un occhio di favore, ma almeno senza la ciclopica ferocia che ha sempre mostrato nei nostri confronti. Il 7 luglio, per esempio, ero convinto che non ce l'avremmo fatta. Il giorno dopo leggendo i giornali e vedendo come si lavora, mi rendo conto che ci sono spazi, interessi, volontà. Qualcosa si muove”.
Cosa ti auguri, il fallimento, l'avvento di un nuovo imprenditore, sempre che ci sia, andare avanti con Cimminelli sperando che possa risanare la situazione?“L'ideale sarebbe: subito la serie A con Cimminelli, senza Cimminelli oggi non c'è serie A. E poi Coppola che ci acquista a settembre”.
Del problema del deficit si sapeva da tempo anche se era difficile quantificarlo, come mai il caos è capitato proprio una settimana dopo la promozione?”Non amo le dietrologie. Credo che il casino sia scoppiato quando doveva scoppiare, secondo il calendario stabilito. A meno che non si voglia dar credito a chi sostiene che è tutto preordinato. Ripeto: secondo me non è così.”
Tornando indietro di qualche giorno che sembra assai lontano, come hai vissuto la promozione?”La promozione l'ho vissuta prima allo stadio con mio figlio Lorenzo, dieci anni, granata quanto me. Io avevo la maglietta ufficiale (quella con lo sponsor Sda), lui la maglietta della Marcia dell'Orgoglio Granata. Poi siamo stati in centro a far casino fino a notte fonda. Ne è venuto fuori anche un pezzo per un giornale sportivo torinese”.
Marina Beccuti
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