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”Mi sentivo a casa, c’era un grande gruppo”

di Roberto Maccario - Giocare solo mezza stagione in granata ma affezionarsi alla maglia e ricordare il Toro con grande piacere: questa è la storia di Ahmed Barusso, centrocampista di quantità, dotato anche di una...

Roberto Maccario

di Roberto Maccario - Giocare solo mezza stagione in granata ma affezionarsi alla maglia e ricordare il Toro con grande piacere: questa è la storia di Ahmed Barusso, centrocampista di quantità, dotato anche di una discreta tecnica, protagonista dell’impresa sfiorata due stagioni fa nello strepitoso girone di ritorno agli ordini di Mister Stefano Colantuono. E’ lui il nostro doppio ex per Livorno-Torino.

Ciao Ahmi, la tua al Toro è stata un’ avventura breve ma molto bella, a parte il mancato lieto fine.

"E’ stata un’esperienza che non dimenticherò mai: Torino è una città bellissima e in granata mi sono trovato alla grande. Sono arrivato in un momento molto difficile per la squadra ma a poco a poco abbiamo creato un gruppo fantastico e riconquistato l’affetto dei tifosi che si sono accorti di come ci stessimo mettendo il cuore. Devo ringraziare tutti quelli che mi hanno reso più facile l’inserimento: dall’allenatore ai compagni al direttore Petrachi che mi ha dato fiducia. Mi sentivo come a casa".

A proposito del bel clima che si era creato nello spogliatoio: senti ancora qualcuno dei tuoi ex compagni?

"Certamente: Pià, Ogbonna, Bianchi, Gasbarroni, Sereni, Manuel Coppola e tanti altri".

Deluso per il mancato riscatto nella stagione successiva?

"No, quelle sono scelte della società".

Parlaci ora del Livorno: per te la scorsa stagione ventidue presenze e una rete in amaranto.

A proposito della Nocerina, come ti trovi?

"All’inizio ho avuto alcune difficoltà a causa di qualche problema fisico di troppo, poi mi sono integrato bene grazie all’aiuto del Mister e di tutti i compagni. Ce la stiamo mettendo tutta, mancano ancora cinque partite, speriamo di riuscire a salvarci".

Tra poco ci sarà la ricorrenza del 4 maggio, una cerimonia che tu hai avuto la fortuna di vivere in prima persona: che ricordi hai di quel giorno?

"Ricordo che mentre salivamo al colle non mi rendevo bene conto della situazione, poi quando siamo arrivati a destinazione ho cominciato ad essere davvero emozionato e a capire di essere di fronte alla storia. Ascoltare Capitan Bianchi che leggeva i nomi dei caduti e osservare tutto l’ambiente intorno a me è stato incredibile, è una cosa che non capita a tutti e che ti dà forza: nelle settimane successive scendi in campo per vincere non solo per te stesso e per i tifosi, ma anche per Loro".

Grazie Ahmi e in bocca al lupo per tutto.

"Crepi !"