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‘Moggi poteva nascere solo in Italia’

Roberto Beccantini è un grande esperto di calcio, editorialista de 'La Stampa', tifoso della Juventus (ma con classe), un critico che soprattutto ama il calcio… possibilmente pulito.

Redazione Toro News

"Roberto Beccantini è un grande esperto di calcio, editorialista de 'La Stampa', tifoso della Juventus (ma con classe), un critico che soprattutto ama il calcio… possibilmente pulito.

"Brutto momento per il calcio, dove si fa fatica a tenere sotto controllo le varie inchieste. Se un tifoso le chiedesse di spiegargli in poche parole cos’è successo, da dove partirebbe?

""Dal calcio-scommesse del 1980. Uno scandalo persino artigianale, se paragonato alle mostruosità successive. Poi, nel febbraio 1986, c’è stato lo sbarco di Berlusconi. E il football ha sterzato definitivamente verso il business. Con la sentenza Bosman del 15 dicembre 1995, i procuratori hanno assunto poteri quasi dittatoriali (di qui il cancro Gea). Con la legge D’Alema del 1999, la vendita soggettiva dei diritti tv ha sparigliato ancora di più il mazzo (di qui ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri). Tutto si tiene, nella storia. Ho riassunto la dorsale del degrado. Consiglio l’ultimo libro di Oliviero Beha e Andrea Di Caro: 'Indagine sul calcio'. Molto interessante. Racconta la decadenza di uno sport che era un valore e, a forza di vendersi, è rimasto un prezzo".

"Si dice che qualcuno deve per forza aver vuotato il sacco, al di là delle intercettazioni, che saranno pure state avviate da qualche 'spifferata'...

""Sono sincero: il detonatore non m’interessa. M’interessa tutto quello che ha fatto saltare in aria. Invece delle stelle, noi italiani continuiamo a indicare - e, nel caso specifico, giudicare - il dito. Niente di più sbagliato. Sono le stelle che meritano la nostra attenzione. Soprattutto, quando stelle non sono".

"C’è per caso un disegno più politico che sportivo dietro a questo caos che s’è venuto a creare? E’ quantomeno strano che tutto si sia scatenato dopo le elezioni politiche. Tutto casuale?

""Tutto casuale magari no. Ho pensato anch’io alla coincidenza del cambio della guardia al governo, fuori la destra, dentro la sinistra. Berlusconi si crogiola nei complotti. Affari suoi: in tutti i sensi. Resta il fatto che se da un anno di intercettazioni fossero emerse sciocchezze, le avremmo liquidate in poche righe. L’importante è il contenuto, non il contenitore. E mi stanno bene i gatti di tutti i colori, purché acchiappino i topi".

"Da tifoso juventino, come si è sentito dopo aver appreso delle intercettazioni che riguardavano principalmente proprio la sua squadra?

""Di Giraudo ho scritto: ecco un manager al quale affiderei la mia azienda. Moggi l’ho sempre considerato l’erede di Italo Allodi, il grand commis dell’Inter di papà Moratti e della prima Juventus bonipertiana. Sino al 1998, tutto più o meno nella norma. Poi, con il caso Ceccarini, gli equilibri sono saltati. Anche Allodi governava il mercato e monitorava gli arbitri. Non a livelli così volgari, però. Il Moggismo mi è scappato di mano. Per questo, più che tradito, mi sento sconfitto. E, al di là delle critiche dedicategli e delle prese di distanza, colpevole".

"Si ha l’impressione che Moggi abbia perso immediatamente potere e sia rimasto solo, ma è davvero lui il Belzebù del calcio italiano?

""Moggi è caduto in un delirio d’onnipotenza che lo ha spinto a ordinare addirittura le terne per le amichevoli estive. Naturalmente, da solo non si sarebbe arrampicato così in alto. Né il più cinico testo di Machiavellismo applicato al calcio lo avrebbe preteso. Aperta parentesi: per me, questa Juve avrebbe vinto molto anche senza scorte. Chiusa parentesi. L’italiano ha un rapporto tale con la giustizia che gli suggerisce di condizionarne i rappresentanti prima degli avversari (tesi della difesa preventiva). Moggi era arrivato a cooptare Carraro, Mazzini, Lanese, Bergamo, Pairetto, De Santis. I capi supremi. C’erano molti indizi. Mancava la prova regina. Nessun dubbio che il sistema fosse marcio: ma così... Solo in Italia poteva nascere un Moggi. E solo gli italiani potevano trasformarlo in Belzebù".

"Se dovesse far parte di una commissione giudicante, come applicherebbe le sanzioni? C’è il rischio che alla fine venga tutto insabbiato?”Non credo al pericolo-insabbiatura. Le mie sanzioni sarebbero queste. Juventus: due scudetti revocati e retrocessione in B. Fiorentina, Lazio, Milan: retrocessione in B. Radiazione per Carraro, Mazzini, Moggi, Giraudo, Lanese, Bergamo, Pairetto, De Santis, Paparesta. Non sono un giustizialista, ma la situazione reclama e legittima sentenze che, per essere giuste, dovranno essere necessariamente severe”.E’ questo il momento giusto per fare piazza pulita di tutti quegli avventori che sono arrivati al calcio solo per fare affari, spesso poco seri?”Così in basso non eravamo mai caduti. Se questo non è il momento, dimmi tu se ce ne sarà mai uno...”.Quali potrebbero essere gli elementi su cui ricostruire un calcio più etico?"Sottrarre gli arbitri alla ghigliottina della Lega. Provare con un ex giocatore alla presidenza della Figc. Sfoltire i campionati (sogno la A a 16 e la B a 18, come una volta). Riscrivere il regolamento dei procuratori, scoraggiando gli intrecci familiari e le posizioni dominanti. Lo so: è l’abc della comune convivenza, ma non siamo mica in un Paese normale".

"In mezzo a questo scandalo il Catania ha giocato in campo neutro per problemi ambientali a Catanzaro. E’ stata una saggia decisione secondo lei o si è persa un’altra buona occasione per mostrare la serietà del calcio?"Il campo neutro di Catanzaro ha sorpreso e spiazzato anche me. Ormai, l’ordine pubblico è diventato la foglia di fico del calcio italiano. All’estero, i “traslochi” costituiscono eccezioni; da noi, rappresentano la regola. Brutto segno. D’altra parte, e qui mi riallaccio al cuore dell’intervista, preferisco parlare di Moggismo e non di Moggi tout court. Le cimici dei carabinieri hanno fotografato un mondo in pieno disfacimento morale. Un mondo comandato, non un solo uomo al comando. Fra i più responsabili, ci metto noi giornalisti, a cominciare dal sottoscritto. Anch’io ho consigliato Moggi a Moratti".Parlando un po’ di calcio giocato e di Toro, come vede i granata ai playoff?"Bene, perché sono forti e hanno chiuso la stagione in netto crescendo. Guai, però, a credere che tutto gli sia dovuto. Il Cesena non ha nulla da perdere. Il Toro, viceversa, dovrà sopportare il peso del pronostico sin troppo favorevole. Un peso non lieve. Dal quale, un anno fa, stava per essere schiacciato: alludo al "ritorno" col Perugia. Ai playoff si riparte da zero o quasi. La fiducia è una medaglia che i granata hanno guadagnato sul campo, ma non basta ancora. Mi raccomando: niente scherzi".