"Vera e propria pietra miliare della storia del Torino e grande protagonista anche sulla panchina dell'Atalanta, uomo immenso prima ancora che grande tecnico, Emiliano Mondonico non vivrà l'incontro in programma questa domenica allo Stadio Olimpico Grande Torino come una sfida qualsiasi. Dopo aver militato come giocatore per entrambe le formazioni, ha contribuito alla scrittura di pagine ancora splendenti nella storia della due società nelle vesti di allenatore: una comune cavalcata europea, pur essendosi conclusa prima e con meno rimpianti quella alla guida degli orobici, e risultati importanti tra i confini della Penisola. Abbiamo voluto intervistare in esclusiva TN proprio lui, storico ed inarrivabile doppio ex della partita, per domandargli le impressioni relative a questo confronto ma non soltanto.
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Mondonico: “Toro, adesso vinci per ritrovarti. Ma serve chiarezza”
Intervista / L'amato ex tecnico: "Mihajlovic ha lo spirito granata, ma non si può parlare d'Europa e poi ritrattare. E su Belotti ed il mercato..."
"Mondonico: Torino ed Atalanta. Due formazioni che lei ha allenato e due piazze che la portano ancora nel cuore. Ma quali sono le sue emozioni ed i suoi ricordi in proposito?
""Tantissimi. Sono davvero tantissime le emozioni che porto con me per queste due squadre: è inevitabile, in fondo sono quelle che in totale ho allenato per più tempo nel corso della mia carriera (sei stagioni in granata, sette con gli orobici) e mi hanno entrambe lasciato dei ricordi davvero magnifici. Mi rende orgoglioso e mi fa molto piacere che entrambe adesso si ritrovino a lottare per l'Europa, auguro a tutte e due di continuare su questa strada e migliorare ancora per poter tornare a vivere picchi emozionali come quelli delle sfide di Malines (1987/1988) ed Amsterdam (1991/1992), ovviamente a livello di importanza, perchè se lo meritano. In particolare per il Torino, sarebbe importante riprendere un filo perduto ormai troppi anni fa"
"E domenica avrà luogo lo scontro diretto tra le due formazioni: come giudica le rispettive annate fino a questo momento?
""Ovviamente ha stupito di più l'Atalanta, non soltanto per la classifica ma anche perchè i risultati che stanno ottenendo stanno arrivando schierando davvero tanti giovani: gli orobici hanno sempre avuto un settore giovanile ai massimi livelli ma sono contento che adesso stia dando di nuovo i suoi frutti anche in prima squadra. La grande differenza tra orobici e granata in questo momento è proprio questa: i giovani prelevati dal settore giovanile che tra le fila nerazzurre si stanno imponendo anche in Serie A. Il Toro è un po' diverso: era partito davvero bene ma ultimamente ha un po' frenato. Io penso che quella di domenica sarà una partita da dentro o fuori in questo senso. Si tratta di una sfida troppo importante per il Torino, che può solo vincere: solamente una vittoria può permettere di riacquistare quelle certezze che sembrano svanite e di rientrare nella corsa alla zona europea"
"In proposito, le chiedo: Mihajlovic è secondo lei l'allenatore giusto per il Torino?
""Lui è assolutamente uno da Toro: ha queste sensazioni, queste caratteristiche che ti fanno comprendere e vivere lo spirito granata. Inoltre trovo che sia un tecnico particolarmente schietto, insomma dice quel che deve dire senza farsi troppi problemi che questo sia positivo o negativo. Però gli ultimi risultati sono stati abbastanza deludenti rispetto soprattutto a quanto detto. Perchè le parole dette sono importanti"
Si spieghi.
"Ad inizio stagione e non soltanto si è chiaramente parlato di Europa League, l'obiettivo fissato era quello e non era di certo un mistero. 'Si punta all'Europa' è una frase assolutamente, estremamente da Toro: io trovo che sia giusto così, che non possa essere altrimenti. non si può continuare a dire 'Ci accontentiamo di raggiungere la salvezza' perchè il Toro è così, deve tornare ai livelli passati ed è normale che adesso lotti per obiettivi più ambiziosi. Però poi nell'ultimo periodo ho sentito dire che non si deve più nominare l'obiettivo, che le aspettative sono state ridimensionate. Questo non va assolutamente bene sia per la piazza che per la squadra stessa: non si può capovolgere il tutto da un giorno all'altro, se no è normale che tutto l'ambiente rischi di crollare in un certo senso."
Continuiamo a parlare di Europa, ma il mercato potrebbe davvero portare quell'aiuto in più per raggiungere l'obiettivo?
"Può darsi, ma bisogna trovare qualcuno che sia effettivamente migliore di quelli che già ci sono e non è poi così semplice. Io raramente ho visto il mercato di gennaio stravolgere una squadra e mai stravolgerne gli obiettivi stagionali: quelli sono ben chiari fin dal ritiro estivo, quel che arriva dal mercato invernale può al massimo essere un incentivo. Perchè è sul gruppo iniziale che si fonda lo zoccolo duro della formazione, è fin dall'inizio che si lavorano gli schemi principali e che si crea quella giusta amalgama, comprendendo e facendo propri i vari meccanismi di gioco."
Torniamo al match di domenica: vede una squadra favorita sull'altra?
"Secondo me in questo momento è davvero impossibile dire che una delle due è nettamente favorita rispetto all'altra: certo i granata giocheranno di fronte al pubblico dello Stadio Olimpico Grande Torino, con il fattore campo a proprio favore, ma la classifica sta dimostrando che tra le due compagini si prospetta un incontro decisamente combattuto. Sinceramente vedo un grande equilibrio."
"Dunque chi potrebbe sbloccare la sfida, chi risultare decisivo?
""Su questo, è inutile girarci intorno con troppi giri di parole: da una parte il Papu Gomez e dall'altra il Gallo Belotti. Sono loro i due indiscussi trascinatori delle rispettive squadre, in un certo senso gli uomini simbolo da una parte del Torino e dall'altra dell'Atalanta: è da loro che dipende il futuro delle due formazioni, sono davvero imprescindibili."
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