“Purtroppo sì, c'é almeno uno juventino anche nella mia Nazionale...ha perfino comprato una stella in quello stadio, ma quando l'ho saputo gli ho fatto una lavata di capo...!”. Di certo non nasconde la sua fede granata, Mauro Berruto, ospite stamani a Dalla Parte del Toro A.M.“La pallavolo” dice il ct della Nazionale maschile “é il secondo sport in Italia, ma io non voglio demonizzare il calcio come fanno altri colleghi. Però vogliamo buttare un po' di benzina sul fuoco del volley, per cui sto visitando tutte le regioni italiane per incontri con i ragazzi e con gli allenatori, allo scopo appunto di accendere ancora di più questo sport. C'é una ricchezza straordinaria che va sfruttata”.Il grosso dell'intervento dell'allenatore, che potete riascoltare integralmente sulla nostra webtv, é però incentrato sul Toro, che afferma aver cercato di portare ovunque nelle sue esperienze, anche lontano da Torino, in Grecia, in Finlandia, dove ha incontrato “un omone enorme con un Torello rampante sul petto: svedese e innamorato del granata, incredibile”.Berruto é passato in settimana presso la Sisport: “Mi piace parlare con colleghi allenatori di altri sport, é molto più interessante perché altrimenti si finisce sempre sulle stesse cose. E' un esercizio utile e bello vedere altri allenamenti, altre tecniche, se poi le sai tradurre nel tuo sport”. Un pensiero su Ventura: “Con lui si vede un progetto tecnico, e inoltre mi piace che non si fermi al campo di gioco ma anche delle opinioni ed un modo perentorio di esprimerle, tanto da sapersi relazione bene anche con i media e la tifoseria”.Sui tifosi: “A noi piace pensare al nostro grande passato, giustamente, e a volte -diciamolo- anche crogiolarci nei nostri dolori. Però é bello anche pensare al nostro futuro, dove magari non punteremo allo scudetto ma potremmo tornare ad essere Toro; é importante ritrovare la dignità del nostro essere tifosi del Toro, e questo si può fare anche arrivando settimi o ottavi, non é necessario vincere il campionato. Ma certo, noi abbiamo cose che gli altri non hanno, e sono nella nostra storia; sono le nostre radici, grazie alle quali però possiamo pensare al futuro”.Chi l'ha stupito? “Di Cesare, non pensavo potesse esprimere qualità simili a lungo. Stevanovic aveva fatto intravedere le proprie potenzialità, invece. Ma io sono innamorato di Ogbonna, anche se non sono originale, penso sia uno dei pochi campioni veri recentemente cresciuti con la nostra maglia addosso. Poi -non sono obiettivo, lo so- ho un amico che é il nostro capitano, spero sia decisivo nel finale di stagione e protagonista nella prossima”.
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”Noi abbiamo cose che gli altri non hanno…”
“Purtroppo sì, c'é almeno uno juventino anche nella mia Nazionale...ha perfino comprato una stella in quello stadio, ma quando l'ho saputo gli ho fatto una lavata di capo...!”. Di certo non nasconde la sua fede...
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