interviste

”Non siamo stanchi mentalmente”

di Edoardo Blandino

Da quando è arrivato al Torino, le cose sono iniziate a migliorare. A gennaio, in appena un mese, ha svolto un lavoro incredibile, rivoluzionando uno spogliatoio senza far...

Edoardo Blandino

di Edoardo Blandino

"Da quando è arrivato al Torino, le cose sono iniziate a migliorare. A gennaio, in appena un mese, ha svolto un lavoro incredibile, rivoluzionando uno spogliatoio senza far spendere niente al suo presidente. Gianluca Petrachi è entrato nella società granata in punta di piedi, come una sorta di collaboratore di Foschi, poi, quando Rinone gli ha dato carta bianca, si è trasformato. Ha iniziato ad operare con un’irruenza impetuosa che solo gli uomini più determinati posseggono. I frutti del suo lavoro si sono visti immediatamente e il Toro nel girone di ritorno ha scalato posizioni in classifica. Da un po’ si vociferava di un prolungamento del suo contratto e ieri è arrivata la notizia ufficiale.Direttore, immaginiamo che sia soddisfatto.«Si certo, sono soddisfatto. È una cosa che ho voluto io e sono contento di potermi legare per altri due anni a questa società.»La voce di questo possibile rinnovo circolava ormai da un po’. Da quanto c’era la volontà di prolungare?«In buona sostanza, c’era già un’ottima intesa con il presidente. Abbiamo aspettato ancora un po’ per verificare se queste affinità potessero andare avanti con il tempo e consacrarsi. Il nostro è stato un percorso di conoscenza di entrambi. Alla fine c’era la volontà di prolungare e quando ci siamo seduti ad un tavolo è stato tutto solo una formalità.»È sicuramente un rinnovo meritato, visto anche il grande lavoro che ha fatto a gennaio. Parlando di quel mercato, è riuscito a concludere tutto quello che voleva o c’è stata qualche operazione che alla fine è sfumata?«Credo che in questo momento non sia giusto parlare di quello che è stato fatto. Ritengo che adesso si debba pensare al presente, al futuro e alla prossima stagione.»Allora ci dica, come vede questo finale di stagione?«Mah, diciamo che dal girone di ritorno questa squadra ha fatto una grande rincorsa. Non vorrei dire una sciocchezza, ma penso che sia ancora la squadra che ha fatto più punti nel ritorno. Ha corso tanto, sia dal punto di vista fisico che mentale. Adesso arriva il momento di tirare la volata finale.»Dopo quattro vittorie consecutive è arrivato un solo punto di due partite. Che cosa è successo? È possibile che sia un po’ di stanchezza mentale?«Non credo che ci sia stanchezza mentale. Dobbiamo raggiungere obiettivi importanti e i giocatori sono uniti, conoscono la loro forza. La stanchezza è figlia di una non-consapevolezza e di una non-forza. È figlia di paure, ansie e timori. Noi non abbiamo paure, non abbiamo ansie e non abbiamo timori.»Adesso arriva il Cesena. Che partita sarà?«Credo che faremo una buona partita. Daremo battaglia sul campo. Su questo non ci piove. Lotteremo fino alla fine. Lo ribadisco e ne sono convinto.»Nel caso la stagione si concludesse come tutti noi speriamo, cioè con la Serie A, questa squadra sarebbe già pronta per la massima categoria?«Come ho detto prima non credo che sia giusto parlare di mercato adesso. Dobbiamo concentrarci sul presente. È evidente, però, che in base al campionato nel prossimo anno faremo delle verifiche. In base a quello che otterremo, tireremo le somme.»Da quando è arrivato, in pochi mesi ha trasformato la Società. Come ci è riuscito?«Ho cercato di tirare le mie linee guida. Il ds, dopo il presidente, è la figura che deve avere più autorità e autonomia. Deve poter prendersi le responsabilità e deve prendere decisioni importanti. Credo di aver fatto il mio perché ognuno rispetta il proprio ruolo senza invadere il campo altrui. Ribadisco, fa parte del mio operato e del mio modo di operare: l’anarchia è qualcosa che non appartiene al mio modo di lavorare.»

"(Foto: M. Dreosti)