di Paolo Morelli e Edoardo Blandino
interviste
Puia: ”Non si cercano sempre i tre punti”
di Paolo Morelli e Edoardo Blandino
Tra gli ex calciatori che hanno vestito la maglia del Toro, ieri sera, alla cena del Club Veterinari Granata, c'era anche Giorgio Puia. Ha...
Tra gli ex calciatori che hanno vestito la maglia del Toro, ieri sera, alla cena del Club Veterinari Granata, c'era anche Giorgio Puia. Ha appeso le scarpette al chiodo nel 1972, e per poco non ha incontrato Walter Novellino al Filadelfia, il valido calciatore che poi avrebbe allenato il Toro aveva esordito l'anno successivo. Lo sguardo da esterno, eppure da addetto ai lavori, di Giorgio Puia, può fornire qualche indicazione in più sulla situazione del Toro attuale.«Certo che c'è ancora speranza di salvarsi - spiega - credo che con Camolese ci siano più possibilità. Novellino? Mi dispiace dirlo, ma mi ha un po' deluso. Ha fatto errori nelle sostituzioni, con la Juventus e con la Roma soprattutto». Ma Puia non vuole ridurre le cause di questa classifica a dei semplici avvicendamenti fra titolari e riserve. «La squadra era sempre spinta a fare i 3 punti, ma non è detto che si debba sempre vincere per forza, come a Bergamo ad esempio. Poi, certo, è stata anche sfortunata, come nell'ultimo derby». Però il Toro è messo male, quindi è normale che si cerchi di vincere ogni gara. «Allora cerchi di vincere senza strafare - propone Puia -, non si può giocare come contro la Samp, dove si è sbagliato l'approccio. Una squadra che deve salvarsi gioca unita e corta, non con tutti i giocatori in avanti».Novellino è arrivato a dicembre, per sostituire un De Biasi oramai scaricato dalla propria squadra. Non si poteva, già in quel momento, chiamare subito Camolese? Puia è un po' perplesso: «Forse in quel momento poteva andar bene Novellino perché conosceva già la squadra e l'ambiente, poi le cose gli sono andate male». L'ex granata poi torna a parlare di Toro con gli altri soci del club Veterinari Granata, che conosce da quando è stato fondato. Prima di salutarci però, ci spiega che la sua presenza alla serata organizzata da Fulvio Stevenin e dal dott. Raviola (altro membro del club) è un'eccezione. «Non sono uno da cene - spiega Puia - vado poco in giro. Preferisco lasciare spazio ai giovani».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Paolo Morelli e Edoardo Blandino
Tra gli ex calciatori che hanno vestito la maglia del Toro, ieri sera, alla cena del Club Veterinari Granata, c'era anche Giorgio Puia. Ha...
Tra gli ex calciatori che hanno vestito la maglia del Toro, ieri sera, alla cena del Club Veterinari Granata, c'era anche Giorgio Puia. Ha appeso le scarpette al chiodo nel 1972, e per poco non ha incontrato Walter Novellino al Filadelfia, il valido calciatore che poi avrebbe allenato il Toro aveva esordito l'anno successivo. Lo sguardo da esterno, eppure da addetto ai lavori, di Giorgio Puia, può fornire qualche indicazione in più sulla situazione del Toro attuale.«Certo che c'è ancora speranza di salvarsi - spiega - credo che con Camolese ci siano più possibilità. Novellino? Mi dispiace dirlo, ma mi ha un po' deluso. Ha fatto errori nelle sostituzioni, con la Juventus e con la Roma soprattutto». Ma Puia non vuole ridurre le cause di questa classifica a dei semplici avvicendamenti fra titolari e riserve. «La squadra era sempre spinta a fare i 3 punti, ma non è detto che si debba sempre vincere per forza, come a Bergamo ad esempio. Poi, certo, è stata anche sfortunata, come nell'ultimo derby». Però il Toro è messo male, quindi è normale che si cerchi di vincere ogni gara. «Allora cerchi di vincere senza strafare - propone Puia -, non si può giocare come contro la Samp, dove si è sbagliato l'approccio. Una squadra che deve salvarsi gioca unita e corta, non con tutti i giocatori in avanti».Novellino è arrivato a dicembre, per sostituire un De Biasi oramai scaricato dalla propria squadra. Non si poteva, già in quel momento, chiamare subito Camolese? Puia è un po' perplesso: «Forse in quel momento poteva andar bene Novellino perché conosceva già la squadra e l'ambiente, poi le cose gli sono andate male». L'ex granata poi torna a parlare di Toro con gli altri soci del club Veterinari Granata, che conosce da quando è stato fondato. Prima di salutarci però, ci spiega che la sua presenza alla serata organizzata da Fulvio Stevenin e dal dott. Raviola (altro membro del club) è un'eccezione. «Non sono uno da cene - spiega Puia - vado poco in giro. Preferisco lasciare spazio ai giovani».
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