interviste

Rino Foschi sul mercato del Toro

Rino Foschi parla del mercato appena concluso.

"Il mercato di Gennaio è stato davvero di basso profilo. Qualcosa dovrà cambiare, anche in virtù della crisi economica, perchè società di A e B non ce...

Redazione Toro News

Rino Foschi parla del mercato appena concluso.

"Il mercato di Gennaio è stato davvero di basso profilo. Qualcosa dovrà cambiare, anche in virtù della crisi economica, perchè società di A e B non ce la fanno più: questo mercato è molto duro. E' un mercato di riparazione, serve a poco, serve a chi ha degli infortunati gravi; le società non si sbottonano

"Amoruso è un buonissimo giocatore che non si è inserito qua a Torino. Ho avuto altre esperienze simili. E' un capitale del Torino, e non si è inserito come capita a tanti giocatori: se volete esempi, pensate agli stessi cugini. Proprio al Siena? Sì, se non c'è un'altra squadra, proprio al Siena. Quando ho dato Toni alla Fiorentina, ho detto proprio alla Fiorentina? Sì, perchè solo loro lo volevano e lo pagavano, lui non voleva stare più lì".

Ci si aspettava di più? "Quest'anno è stato davvero un mercato particolare. Sarà che ero fuori allenamento, ma davvero, i miei colleghi mi confermano che non c'erano i numeri e le condizioni per fare quel che si voleva. Non mi ha mai soddisfatto il mercato di Gennaio, mai, in 30 anni di professione. Ci vuole un colpo di fortuna, mi capitò con Cavani a Palermo, ma era programmato da tempo".

Non è arrivato il regista chiesto dal mister. "Ho letto anch'io queste cose. Si trattava solo di vedere quale tipo di regista il mister voleva, e chi c'era che si potesse prendere; lui ha visto giocare la squadra con me, ed è contento dei giocatori che ha. Poi, si può sempre migliorare, ma non è una necessità, a mio avviso, non era il ruolo o il reparto che necessitava".

L'agente di Mozart ha detto "...delle stupidaggini", interviene Foschi. Io conosco Mozart da tempo, ho lavorato su di lui e con lui da anni; sapevo da tempo che non era contento della situazione a Mosca. L'ultimo giorno in cui ho parlato con loro, dopo aver già risposto a loro per telefono, ho detto "basta, voglio vederli in faccia", senza però chiedere a lui di partire, dovevo lavorare per il Toro. Non è stato un acquisto mancato per mancanza di soldi, lui è un po' prigioniero della sua società, loro sono un po' particolari".

Cairo ha detto che era pronto a spendere. "Sicuramente", afferma il ds. "Non per difendere Cairo, ma se c'era qualcosa era pronto a farlo. Io l'ho detto e lo dico ora: questo organico non rispecchia la classifica, l'ho detto appena arrivato. Se si fosse poi potuto fare qualcosa, si sarebbe fatto, ma le società non liberano i giocatori. Andate a chiedere ai club dei giocatori che pensate ci interessassero, chiedete se quei giocatori erano sul mercato. Non sono venuto a Torino per difendere a Cairo, che ha fatto e farà qualcosa di importante qui; non è un mercato di Gennaio che dirà se sono più o meno bravo".

"Sfoltire? Allora non è chiaro: qui non si sfoltisce niente, guardate il Lecce e tutte le altre, hanno tutti 29 o 30 giocatori; a Gennaio non si riesce, bisogna cambiare le regole. Chi va via è uno che può intristire lo spogliatoio con il suo malcontento". La squadra non ha seconde punte. "Come? Rosina che fa la seconda punta, Gasbarroni che fa tre ruoli, Bianchi che è un capitale con Stellone, Abbruscato che tra un mese è pronto, sta correndo a grandi tappe", elenca Foschi. "Che il mercato sia un fallimento -si infervora- non dico non lo accetto, ma non lo condivido, perchè non è esatto dire così".

Cairo disse "tranquilli, due acquisti", e poi? "I presidenti...tutti: pensate al Milan, all'Inter, alla vicenda-Kakà ultimamente: se un presidente dice 'il ds ha avuto pochissimo tempo e se può mi dà una mano' bene, ma lui voleva dire che se il mercato ci poteva dare, noi avremmo preso. Io penso però che il mercato ce l'abbiamo già in casa, perchè abbiamo giocatori che non si sono espressi come possono".

Lavorare a Torino è difficile? "No, è molto più facile. Al Palermo in B era faticoso. Nessuno ci mette i bastoni tra le ruote". Parliamo di Gasbarroni: proprio alla fine, come mai? "Perchè non era assolutamente sul mercato. Ve lo dico, Modesto era il nome su cui sapevate lavorassimo; invece no, il Genoa poteva cederlo, ma non voleva cedere Gasbarroni. Il Genoa, per lasciarlo andare, voleva qualcosa dalla Reggina". Lucarelli? "Mai cercato. E' un amico e un ottimo giocatore, ma mai cercato. Abbiamo Bianchi, non credo sarebbe una coppia giusta".

E' il momento di Panucci. "Rivalta era un giocatore di ruolo, che andrà a fare coppia con l'altro elemento di ruolo, uno più difensivo l'altro diverso. Panucci era un discorso venuto fuori quando successo un problema con la Roma, ma aveva altre aspirazioni; io penso volesse andare all'estero: ma la fatalità ha voluto che, conoscendoci -siamo amici- ci siamo incontrati, pur essendo coperti nel ruolo. E' nato tutto un discorso da un incontro, in Italia non si sarebbe mosso ma disse che avrebbe accettato solo il Torino, anzi si è detto stimolato dalla situazione difficile di classifica. Ma lui voleva restare alla Roma, o in alternativa andare all'estero".

Discorsi a lungo termine? No. "Sono stato con i miei osservatori in Sudamerica, ma senza pensare al futuro. Il futuro è iniziato ieri, deve portare alla salvezza". A proposito di Sudamerica: "Ci possono essere giocatori, ma sapete che tutti gli stranieri che io ho preso, beh, loro impiegano mesi per l'inserimento. Io ripeto, questa è una rosa molto importante, ci sono giocatori che devono fare molto di più. Per il futuro, l'estero conta, certo".

"Cairo criticato? Per forza -dice Foschi-, sono tre anni che è qui, non ha ottenuto grandi risultati; e in una piazza come Torino, pesa. Ma ci mette tutto quello che ha, e io perchè sono venuto? Proprio per dare una mano". Altre hanno speso di più. "Non è vero. Ci sono tanti giri, la Samdoria e il Bologna non hanno speso niente. Niente. Ci sono tanti giri anche post-acquisto. Il Bologna ha comprato l'attaccante, ed è rimasto senza risorse per prendere il difensore, che voleva assolutamente. Parleranno i risultati, se andranno male saremo tutti dei somari". Sipario sulla giornata con la stampa.