di Valentino Della Casa C’è tanto di Torino del passato nel Novara che proprio Sabato arriverà all’Olimpico, forte del primo posto in classifica, per cercare di “mettere il bastone tra le ruote” alla risalita dei granata di Lerda. Dopo 40anni, infatti, gli azzurri piemontesi tornano ad affacciarsi all’anticamera del grande calcio e contro il Torino sarà battaglia vera. Anche perché, dicevamo, giocatori come Ventola e Jimmy Fontana il granata lo conoscono molto bene, e sanno cosa vuol dire affrontare in casa il Toro.
interviste
”Sarà derby vero”
di Valentino Della Casa
C’è tanto di Torino del passato nel Novara che proprio Sabato arriverà all’Olimpico, forte del primo posto in classifica, per cercare di “mettere il bastone...
Lo sa anche il capitano del Novara, quel Raffaele Rubino che, arrivato dal Siena neopromosso nel Gennaio 2004 alla corte di Ezio Rossi, in 19 gare da comprimario riuscì anche a mettere a segno 4 goal (la prima contro il Messina, al suo debutto, dopo solo tre giorni di allenamento con i nuovi compagni). Poi, la promozione fallita, la stabilità societaria che mancava ad arrivare e il ritorno (giocò già nel 2001) proprio all’altra squadra piemontese, che, a suon di goal, è riuscito a riportare in A. Contattato da Toro News in esclusiva, risponde volentieri alle nostre domande. Raffaele Rubino, esperienza in granata breve ma intensa. Che ricordi hai di quei sei mesi? Mi ricordo di essere arrivato carico a mille. Per me si sarebbe trattato di un incredibile salto di qualità: venivo da una promozione con il Siena, arrivavo in una squadra di cui conoscevo già molti effettivi come Tiribocchi, Mandelli, Pinga e altri, e sognavo di centrare nuovamente il passaggio in A. Purtroppo non ci siamo riusciti, ed è stata una delusione soprattutto per noi, anche perché sappiamo benissimo che Torino pretenda il massimo, ma noi, quell’anno, il massimo non l’abbiamo raggiunto. Ad ogni modo, nel mio piccolo, sapendo che sarei stato un gregario, penso di aver dato il mio contributo. Oggi come allora, dirigenza contestata, squadra sostenuta. Ci sono tante analogie con quel vecchio Toro? Sinceramente non lo penso proprio. Il Torino ha Cairo, che io reputo un presidente comunque encomiabile. Dicono che spenda male? Almeno lui spende! Sarebbe stato un dramma non l’avesse fatto. Il calcio, si sa, non ha regole scritte, quindi purtroppo si può fallire anche quando proprio non lo si pensa. Basti prendere come esempio il Milan: compra fior di campioni e poi perde 2-0 in casa del Cesena, con tutto il rispetto parlando per la squadra di Ficcadenti. Ma permettetemi di dire una cosa. Prego. Quando ero a Torino si rincorrevano voci circa un mio diverbio con la curva granata. Si tratta di una notizia assolutamente falsa e tendenziosa. Non avrei mai potuto litigare con una curva di una squadra come il Toro, nel quale non ero entusiasta, ma di più, di essere giunto. Io sarei rimasto anche ben volentieri in granata, ma poi con la dirigenza c’erano dei problemi, e allora le nostre strade si sono separate. Ma questa era una cosa che volevo assolutamente chiarire. Rispetto a quella di Cimminelli, la dirigenza del Novara è veramente di un altro pianeta. Beh, sicuramente. Qui a Novara c’è un presidente che mattone dopo mattone sta costruendo qualcosa di veramente importante. Ogni anno ha portato migliorie in società o alla squadra: dal campo di allenamento, ai giocatori, fino ad arrivare alla scorsa stagione, con un organico completo e competitivo. Dopo una cavalcata esaltante siamo riusciti a salire in B e la squadra è stata praticamente confermata in blocco. Una mossa giusta, a mio avviso, perché si sa che se non c’è la compattezza, crolla tutto. Inoltre abbiamo le possibilità per fare un turn-over frequente e intelligente, di modo che il collettivo non sia praticamente mai stanco. E allora qual è l’obiettivo dichiarato del Novara? Sapete una cosa? Non ce l’abbiamo, non ce lo siamo posto. Chiaro, dobbiamo sicuramente raggiungere la salvezza, ma noi siamo consci delle nostre qualità, non molliamo mai e diamo sempre tutto in campo. Per questo, da capitano, non mi sento di dare un obiettivo alla squadra. Quello che succederà, succederà. I risultati di adesso? Ripeto, siamo consci delle nostre possibilità: forse 10 punti in 4 gare non ce le aspettavamo, ma non possono che essere un’ulteriore iniezione di fiducia. E sabato viene il Torino. Per il Novara, se lo chiedono tutti, è o non è un derby? Noi siamo carichi a mille, perché per noi è un derby. Ma non un derby di quelli comuni, di quelli che si giocano tutti gli altri. No, questa è una partita che ci permette di riallacciare un discorso interrotto quarant’anni fa. Ora abbiamo la possibilità di far tornare a respirare calcio importante ai tifosi del Novara, e quella col Toro è una partita sicuramente fuori del comune. Sono gare come queste, che riaccendono la passione di noi giocatori e soprattutto dei tifosi. Per cui se possibile daremo ancora di più di quello che abbiamo già dato in queste prime quattro giornate. Allora ci vedremo all’Olimpico. Grazie Raffaele. Grazie a voi e buon lavoro.
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