Daniele De Vezze è rimasto molto legato alle vicende del Toro. Un solo anno, infatti, gli è bastato per continuare a seguire da vicino la squadra nella quale avrebbe voluto rimanere. La storia è ormai vecchia: tutti quelli che erano i piani dirigenziali a metà della scorsa stagione (ci fu una sorta di accordo verbale per il rinnovo) saltarono contestualmente al mancato passaggio in Serie A del gruppo allenato da Lerda. L’ex Bari, dunque, si accasò al Pergocrema (attualmente ottavo in Lega Pro 1) dove, finora, ha collezionato 10 presenze. Il mediano, però, è in uscita dalla società lombarda, e attualmente sta valutando alcune proposte di mercato. Con Toro News, però, si parla soltanto di Torino e di un suo attuale giovane compagno, Manuel Ricci, entrato recentemente nel mirino del ds Petrachi.Daniele, innanzitutto tanti auguri. Anno nuovo, Toro nuovo?Mi auguro di no: penso e spero che possa continuare sui ritmi mostrati in questa prima parte di stagione. Anche se, complessivamente come anno solare, qualche cambiamento lo si vorrebbe…Senza nulla togliere al vostro vecchio gruppo, questa squadra dimostra di essere più solida.Proprio così, c’è più compattezza, c’è grande organizzazione, c’è un ottimo allenatore. E poi, non dimentichiamo, c’è un organico fornitissimo e molto competitivo. Anzi, forse il più competitivo di tutta la categoria.Cos’è cambiato, allora?Prima di tutto i risultati. “Aiutati che il ciel ti aiuta” dice il proverbio, e i risultati aiutano molto. Ho seguito molto il Torino in questi mesi, e devo proprio dire che con i risultati è arrivata quella serenità che a noi è un po’ mancata lo scorso anno. E poi, c’è anche quel briciolo di fortuna che non guasta mai. Soprattutto all’inizio, quando bisognava ricostruire quell’entusiasmo smarrito.La famosa componente ambientale?Esatto, ed infatti la squadra riesce ad allenarsi con grande tranquillità. Anzi, sente il sostegno anche in Sisport. Non sono sciocchezze, sono fattori determinanti.E dal punto di vista prettamente tecnico, cos’è cambiato?Vedo un Torino che riesce ad andare più facilmente in gol di noi. Vero, qualche accusa circa la scarsa concretezza degli attaccanti, in questi mesi, c’è stata, però la palla entra in porta molto più facilmente. Non ti fa effetto pensare che De Feudis, titolare inamovibile l’anno scorso, ora sia ipoteticamente la quarta scelta a disposizione?No, non mi sorprende. Ma non per Giuseppe, che stimo tantissimo, quanto perché il calcio va così. Ogni anno è proprio una storia a sé, tutto può cambiare nel giro di pochi mesi.Come Stevanovic.Esattamente, come Stevanovic. L’anno scorso ha avuto le sue possibilità, ma non è riuscito a fare bene. Quest’anno, anche per sua stessa ammissione, alcune cose sono cambiate e lui sta dimostrando tutto il suo valore. Alen è un giocatore fortissimo, ha la stoffa del campione, e ha dei numeri non da tutti.Sarebbe giusto paragonarlo, per caratteristiche, al tuo compagno Manuel Ricci?Manuel è un altro giocatore destinato a far parlare di sé. Ha una tecnica sopraffina, ma soprattutto una velocità e un dribbling rari per i ragazzi della sua età (è un classe ’90, di proprietà della Lazio ma in prestito al Pergocrema, ndr).Sarebbe pronto per passare al Torino?Beh, il salto è veramente molto grande. Ma Manuel ha personalità. Deve solo stare attento a non credersi arrivato, ma anzi a pensare al Toro come un fantastico punto di partenza. A Torino si può crescere bene: ti fortifica il carattere questa piazza. E poi Ventura sa lavorare con i giovani. Sì, sarebbe pronto, e per il Toro sarebbe proprio un’ottima operazione in prospettiva.
interviste
”Torino, è tutto cambiato: l’entusiasmo è dalla tua”
Daniele De Vezze è rimasto molto legato alle vicende del Toro. Un solo anno, infatti, gli è bastato per continuare a seguire da vicino la squadra nella quale avrebbe voluto rimanere. La storia è ormai vecchia: tutti quelli...
(foto M. Dreosti)
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