interviste

”Toro, un sogno tifare, giocare e allenare”

di Edoardo Blandino

Ezio Rossi il Torino lo sente nel sangue. È un granata doc, nato e cresciuto a 500 metri dal Filadelfia. Con questa società è diventato prima...

Edoardo Blandino

"di Edoardo Blandino

"Ezio Rossi il Torino lo sente nel sangue. È un granata doc, nato e cresciuto a 500 metri dal Filadelfia. Con questa società è diventato prima calciatore e poi ha avuto l’onore di allenarla. Ci sono tantissimi ricordi piacevoli legati a questi colori. D’altronde sono oltre 150 le gare disputate con questa maglia tra campo e panchina. Il presente, però, è difficile. Oggi allena il Gallipoli, dove è subentrato al precedente mister De Pasquale da pochi giorni.Mister, che situazione ha trovato a Gallipoli?«È una situazione particolarmente difficile. Chi segue il calcio e tutte le vicissitudini sa cosa è successo. Se dovessimo salvaci.. o anche solo lottare per salvarci sarebbe già un grande risultato».Parlando di Torino, che ricordi ha della città e della squadra?«Innanzitutto è la mia città. Ci sono nato e cresciuto, sia come uomo che come calciatore. Ho tanti ricordi positivi e qualcuno un negativo nell’esperienza da allenatore. Non posso dimenticare l’esordio in Serie A con la Fiorentina nell’82, ricordo la partita del derby 3-2 dove ero in panchina, ricordo la Coppa Uefa. Da allenatore ricordo che il secondo anno che allenai il Toro giocavamo un ottimo calcio».Di Lecce che cosa ci racconta?«È stata un’esperienza che mi servita molto per crescere. Ho capito che potevo diventare un calciatore. Dopo l’esordio con il Toro ci sono andato in prestito e sono rimasto 1 anno e mezzo. Vincemmo la B e conquistammo la Serie A per la prima volta nella storia del club. A distanza di vent’anni sono ancora legato e affezionato a tante persone e tanti amici».Insomma, segue ancora le vicende dei due club.«Certo. Quando sei legato a una squadra non puoi smettere di interessarti ai suoi risultati. In particolare seguo di più il Toro perché è la mia città e perché ci ho giocato per 17 anni. Poi ho allenato anche per altri due, in totale sono 19 stagioni. Da piccolo tifavo Toro, ho giocato in questa squadra e poi l’ho anche allenata. Oltre a me e Camolese non so quanti altri possano dire lo stesso. È qualcosa di veramente gratificante».Parlando invece della partita, il Torino dovrà fare particolare attenzione a che cosa?«Dovrà fare attenzione a tenere i ritmi alti. Con i ritmi bassi il Lecce ha la qualità per farti male. Ci sono giocatori importanti dalla metà campo in su. Il Toro dovrà giocare mantenendo la grande umiltà che ha contraddistinto questo gruppo nelle ultime partite».Grazie mister e in bocca al lupo.«Grazie a voi e un saluto»