Gianluca Sordo esterno granata dal 1989 al 1994, che con il Torino sfiorò una Coppa Uefa, ha rilasciato un'intervista presente sull'edizione odierna del Corriere. Tra l'esperienza in granata, lo scudetto con il Milan l'aggressione che gli ha rovinato la vita: "Una sera, senza volerlo, pesto il piede a una ragazza. Le chiedo scusa un paio di volte, lei non le accetta. Alla terza perdo la pazienza e la mando a quel paese. A quel punto un ragazzo che era alla mia sinistra, e che evidentemente nutriva un certo interesse per lei, mi rifila una testata alla tempia. Ci dividono, lui era recidivo. Aveva già dei precedenti. Mi ha rimediato un ematoma cerebrale. Alle 8 del mattino mi operano a Pisa, salvandomi la vita. È un miracolo che sia qui a raccontarlo. I danni però me li porto dietro ancora oggi. Zoppico, ho dei deficit motori con la parte sinistra del corpo e la testa mi va a fuoco anche quando leggo solo mezza pagina di giornale sportivo. Percepisco una pensione di invalidità". Racconta Sordo riguardo all'aggressione che gli ha cambiato la vita per sempre, ricordando anche gli ultimi anni della sua carriera: "Il calcio mi ha dimenticato, nessuno si è degnato di chiedersi se fossi ancora vivo o no, solo gli ex compagni di squadra. Non meritavo di stare in mezzo a quei campioni ai tempi del Milan. Avevo ancora un anno di contratto col Torino, dove avevo vinto la Coppa Italia. Potevo usare l'interesse dei rossoneri come leva per un rinnovo e diventare una bandiera. Ma il mio procuratore, Oscar Damiani, badò più alla sua parcella che al mio interesse. Avevo 24 anni, ti chiama un club così, come facevo a dire di no? Doveva essere lui a farmi ragionare". Infine il classe '69 ha ricordato alcuni momenti legati alla sua vita in granata: "A Milano ero scapolo, ma non serviva andare all'Hollywood per fare la bella vita, bastavano i ristoranti. Ma con Lentini facevo più serate a Torino, solo che nessuno rompeva perché la squadra andava bene. A livello calcistico un rimpianto è la traversa a un minuto dalla fine nella finale di Coppa Uefa contro l'Ajax. Colpo di testa di Mussi, mezza rovesciata, la prendo di collo pieno, passa sotto la gamba di De Boer, poi il legno, il terzo della nostra partita. Avrebbe cambiato la storia del Torino e anche la mia. I tifosi mi avrebbero fatto una statua di marmo".
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Gianluca Sordo: “Potevo rinnovare con il Torino e diventare una bandiera”
Le parole dell'ex giocatore granata, che si racconta tra l'esperienza al Torino e un'aggressione che gli ha cambiato la vita
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