“Sono del 1926, mi chiamo Campo Torino, ma comunemente mi conoscono come stadio Filadelfia. Fila per gli amici. Ai bei tempi avevo anche un soprannome: Fossa dei Leoni. Il Toro era un ragazzo, quando mi hanno costruito. Aveva vent’anni. Era nato nel 1906, il 3 dicembre, benché potesse vantare robuste radici in quelle che furono le prime società calcistiche italiane. L’embrione del pallone tricolore”. Inizia così il nuovo libro scritto da Alberto Manassero ed edito da Diarkos - Il Grande Torino, gli Immortali - in cui il giornalista racconta la storia degli Invincibili da un punto di vista inedito per ripercorrere l’epopea calcistica che più di tutte ha entusiasmato, emozionato e commosso l’Italia, ovvero lo stadio Filadelfia di Torino, il primo di proprietà di una squadra di calcio, il Toro. Il libro è corredato da foto e riproduzioni di prime pagine di giornali dell’epoca che rappresentano un patrimonio unico per entrare completamente in una vicenda capace ancora di appassionare ed emozionare.
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Il Grande Torino raccontato dallo stadio Filadelfia: il nuovo libro di Alberto Manassero
Mondo granata / Un punto di vista inedito per ripercorrere l’epopea calcistica che più di tutte ha entusiasmato, emozionato e commosso l’Italia
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