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Torino, il padre del piccolo Vito: “Quel cartello l’ha fatto da sè. Quanto orgoglio”

La storia / Parla il padre di Vito, il bimbo che ha portato al Via del Mare il cartello "Toro non farmi più piangere"

Andrea Marchello

"Durante Lecce-Torino, una delle peggiori partite di sempre della storia recente della squadra granata, le telecamere della diretta televisiva hanno inquadrato per un momento il settore ospiti del "Via del Mare". Da lì è spuntata l'immagine del piccolo Vito, 6 anni, che - sciarpa granata al collo -  al Via del Mare ha portato con sé un cartello, scritto di suo pugno, contenente un messaggio tanto breve quanto diretto: "Toro, non farmi più piangere". Un messaggio semplice ma diretto che è stato scelto da Toro News come immagine a corredo dell'editoriale del lunedì mattina per simboleggiare la passione dei bambini granatache non merita umiliazioni come quelle che il Torino sta rimediando recentemente. Nunzio Mastrorocco, il padre del bambino, ci racconta qualcosa di più sulla passione granata del ragazzino di Acquaviva delle Fonti, paese in provincia di Bari.

Salve Nunzio, immaginiamo che anche lei sia un affezionato tifoso granata, come suo figlio.

"Sì, sono tifosissimo del Toro dalla nascita, vale a dire da 46 anni: uno di quelli che dice sempre e comunque "Forza Toro", perché non capisco cosa si guadagna ad attaccare allenatore e società. Ed ho trasmesso questo credo calcistico anche a mio figlio, che adesso ha iniziato anche lui a giocare a pallone in una squadra locale."

Suo figlio ha sei anni, non ha mai visto il Torino vincere qualcosa ma, pur a migliaia di chilometri di distanza, si è innamorato della squadra.

"L'amore per il Torino è nato piano piano in Vito. Gli ho sempre parlato del Toro, della sua storia passata ma anche di quella recente, e gli ho insegnato che è facile tifare per le squadre che vincono spesso (come la seconda squadra di Torino o le milanesi...) mentre è più difficile tifare per chi vince meno. Lui si è subito appassionato al granata. Io e mio fratello, poi, gli abbiamo regalato un libro di fiabe ispirate al Torino, che mia moglie gli legge spesso. Ecco come è nata la sua passione; sono molto orgoglioso."

Siete stati a Torino, nei luoghi granata più rappresentativi?

"Certo! Siamo venuti a Torino in occasione dello sfortunato derby di novembre: abbiamo visitato Superga, la lapide di Meroni ed il bar Norman, il luogo dove nel 1906 fu fondato il Torino, e ciò ha contribuito a far aumentare la passione nel bambino. Adesso è così tanto appassionato che a scuola - Vito frequenta la prima elementare - se la maestra chiede di trovare un personaggio che inizia per S lui scrive Sirigu. Sul serio!"

E siete mai riusciti a vedere un allenamento della prima squadra al Filadelfia?

"Anche, grazie ad un colpo di fortuna. Dopo il derby del 4 novembre scorso siamo andati al Filadelfia durante la seduta di allenamento a porte aperte che è seguita alla partita, appena in tempo per non perdere il volo di rientro. Ad ogni giro di campo Vito caricava i giocatori (li conosce tutti). Tutto questo ha rinforzato la sua passione"

Torniamo invece alla sfortunata trasferta di Lecce. Che ve ne è sembrato?

"Il prepartita è stato molto emozionante. Abbiamo avuto il privilegio di passare molto tempo con il Toro, è un vantaggio dell'esser tifosi di una squadra poco seguita dalle nostre parti, e tutti sono stati molto disponibili. Ho visto un video sui social nel quale un bimbo veniva apparentemente snobbato dai granata: noi siamo stati testimoni di una cosa opposta, credo che Vito l'avrebbero anche portato con loro sul pullman, da quanto erano disponibili, i giocatori come i dirigenti. La partita poi è stata quel che è stata, e mi è dispiaciuto vedere mio figlio triste. Aveva portato quel cartello ("Toro non farmi + piangere, ndr) che ha ideato e realizzato in autonomia la sera prima della trasferta quando gli comunicai che saremmo andati a Lecce".

Vito ha una simpatia particolare per qualche giocatore granata?

"Li conosce tutti, ma di Belotti ha un grande poster autografato con dedica: è una foto scattata insieme a lui quel giorno al Filadelfia. Il Gallo è una persona stupenda ed è sempre stato molto disponibile con noi ogni volta che lo abbiamo incontrato. Dopo la gara contro il Lecce aveva promesso di regalare anche una maglia a Vito, ma capisco anche che possa essere passato di mente, visto quello che è successo. Spero si possa recuperare in seguito."

Che si aspetta adesso dal Torino?

"Se è vero che ad allenare sarà Longo, spero si dia una mentalità più aggressiva e che i giocatori si adeguino al nuovo modo di giocare. E poi spero che si abbia più mordente e che si esaltino a dovere le qualità di Belotti, per la felicità di Vito e dei tifosi piccoli ma appassionati come lui".