tor partite Parma-Torino 2-1, l’analisi dei gol: errore lasciare Vlasic a marcare Pellegrino

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Parma-Torino 2-1, l’analisi dei gol: errore lasciare Vlasic a marcare Pellegrino

Federico De Milano
Federico De Milano Caporedattore 

Al 72' il Torino torna sotto nel punteggio e tutto nasce proprio da una bella intuizione di Keita, ovvero il giocatore del Parma che si era fatto ingannare dalla finta di Ngonge sul gol del pareggio. Come si vede nell'immagine 1, il centrocampista gialloblù fa partire da metà campo un lancio preciso che arriva sui piedi di Britschgi.

Il numero 27 del Parma è più veloce di Biraghi sulla fascia (immagine 2) e così riesce a prendersi il tempo e lo spazio per far partire un preciso traversone basso verso il cuore dell'area di rigore del Toro.

Qui la difesa granata rischia di combinare un grosso errore con Maripan che è poco reattivo e fuori equilibrio rischia di mandare nella sua stessa porta il pallone ma Israel ha un bel riflesso e nega la figuraccia al suo compagno cileno (immagine 3). La deviazione del portiere del Torino ha però un prezzo che si rivelerà poi molto caro: un calcio d'angolo.

A questo punto arriva la scena da cui la difesa granata ne esce peggio ovvero il gol di testa di Pellegrino su corner che vale la sua doppietta e la chiusura dei giochi per il 2-1 finale. La retroguardia di Baroni non copre bene l'area perché sul secondo palo ci sono due giocatori del Parma pronti a colpire di testa e alla fine tra i due è il centravanti argentino a svettare e a segnare da due passi.

Come si vede nell'immagine 4, l'errore peggiore del Toro è stato quello di lasciare Vlasic a presidiare la zona da cui è partito Pellegrino mentre i calciatori si sistemavano per colpire sul corner. Il trequartista croato deve infatti correre verso la propria porta quando vede che il pallone sta per cadere nella sua direzione ma alle sua spalle arriva un giocatore molto più strutturato a livello fisico come Pellegrino che di testa è impetuoso e non sbaglia. Sarebbe certamente servita un'altra marcatura e uno dei tre difensori centrali in quel momento in campo per provare a usare meglio le loro doti fisiche. Baroni avrà quindi molto da lavorare anche sulle palle inattive.