"Non è solo il cambiamento di un pensiero, è il ribaltamento di un paradigma, la trasformazione di un’idea, una metamorfosi che è in atto e che comincia a rappresentarsi: dal palleggio alla profondità, dal pensiero collettivo agli automatismi, in mezzo c’è un Toro che sta cambiando a vista d’occhio". Queste le parole che aprono l'articolo su La Gazzetta dello Sport. Sicuramente siamo ancora all'inizio, si sono disputate solo tre partite con Davide Nicola alla guida dei granata, ma i numeri evidenziano una netta differenza rispetto al girone di andata con Marco Giampaolo sulla panchina del Torino. "Da settimane Nicola ripete un paio di principi come se fossero un mantra da scolpire sui muri dello spogliatoio". Il primo è la parola identità, ma per capire che cosa intende il tecnico con questo termine, "vengono in aiuto le statistiche ricavate dalle tre partite di campionato della sua gestione (tre pareggi contro Benevento, Fiorentina e Atalanta), messe a confronto con i dati dei precedenti 18 impegni in Serie A quando sulla panchina granata sedeva Giampaolo. Il primo colpo d’occhio ricade su due indicatori: Baricentro più alto e squadra più lunga, due aspetti che rispecchiano, con molta probabilità, il focus di quella identità di cui parla Nicola. Sempre restando alle prime tre uscite del tecnico torinese, si scopre che con il gioco sugli esterni la percentuale dei cross su azione è sensibilmente aumentata al punto da toccare un più 9% (dati Opta)".
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La Gazzetta dello Sport: “La svolta di Nicola”
Rassegna Stampa / Le pagine in edicola quest’oggi dedicate al Torino
Maggiori dettagli nell’edizione odierna del quotidiano.
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