Dopo una scorsa stagione positiva — 36 presenze, 9 gol e 3 assist — Adams si trova oggi a lottare per un posto. Arrivato a parametro zero dal Southampton — squadra della Championship, paragonabile, se vogliamo, alla nostra Serie B — l’attaccante scozzese era al centro delle manovre offensive di Paolo Vanoli. L’allenatore aveva le idee chiare sin da subito: costruire l’attacco intorno alla coppia Zapata-Adams. Duvan al centro, a fare da riferimento e punto di appoggio, Adams libero di muoversi intorno a lui e finalizzare. Poi, il destino ha rimescolato le carte: il grave infortunio di Zapata ha costretto Vanoli a cambiare moduli e schemi, e Adams si è ritrovato a essere l’unica punta di riferimento, anche a causa di un organico ridotto all’osso. A fine stagione l’era Vanoli si è chiusa con l’esonero, e sulla panchina si è seduto Marco Baroni. Il nuovo tecnico ha inizialmente impostato la squadra sul 4-2-3-1, poi sul 4-3-3, e ha chiesto alla società una punta di peso: è arrivato Giovanni Simeone, partito forte e ora prima scelta. Così, Adams si è ritrovato ai margini, con poche presenze e minuti limitati. Eppure, il suo spirito non è cambiato. Il gol contro la Lazio — il primo stagionale in granata — e le reti segnate con la Scozia nelle qualificazioni sono un segnale chiaro: Adams c’è, è pronto e vuole riprendersi il suo posto. Tra ottobre e settembre l’attaccante ha lasciato il segno: due gol alla Bielorussia — uno all'andata e uno al ritorno — e buone prove con Grecia e Danimarca, prestazioni che potrebbero convincere Baroni a concedergli maggiore spazio dopo la sosta, in un momento in cui il Toro fatica a trovare continuità offensiva. Il messaggio è stato mandato: ora tocca al mister decidere se ascoltarlo.
Il nodo del modulo
—Ad oggi, Baroni sta valutando un cambio di rotta. Del resto, di aggiustamenti ne ha già fatti parecchi. Se in difesa i numeri sono ridotti all’osso, davanti il problema è quasi opposto: l’attacco è affollato, tra centravanti, trequartisti ed esterni. Il rendimento altalenante del reparto e la volontà di sfruttare al meglio i giocatori più tecnici potrebbero spingere il tecnico verso un modulo a due punte, con Nikola Vlasic nel ruolo di trequartista. In questo scenario, la coppia Simeone-Adams potrebbe dare nuova linfa alle manovre in avanti: il primo come riferimento centrale, il secondo più libero di attaccare la profondità e dialogare con il croato, sulla falsariga di quanto proposto da Vanoli nella scorsa stagione. Una soluzione che valorizzerebbe tre dei giocatori più importanti dell’organico, ma che inevitabilmente ridurrebbe lo spazio per elementi come Ngonge e Abouklhal, su cui la società ha puntato e insistito molto durante il mercato estivo. Scelte che confermano una già evidente confusione di fondo: tanti profili offensivi, poche certezze e un progetto tecnico ancora da definire con chiarezza.
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