La prima e più importante marcia della storia granata è stata quella del 4 maggio 2003. Nelle vie del centro storico arrivarono 50.ooo tifosi per rivendicare la propria fierezza, il proprio orgoglio indomito, dopo la retrocessione in Serie B. La sera prima: il Torino è impegnato a giocare contro l'Udinese. La partita si conclude con un 0-1 per i friulani. La sconfitta, diciannovesima in quella stagione, riporta in B i granata. E il popolo non ci sta. Il giorno dell'anniversario della tragedia del Grande Torino, la città è invasa da orde di tifosi che sfilano a testa alta per ricordare i propri Eroi e al tempo stesso ricordare alla città che il Toro non si lascia abbattere da nulla. L'ideatore della marcia è il giornalista Massimo Gramellini, fervido tifoso del Toro da prima che imparasse a battere a macchina. E tra i partecipanti figura anche Piero Chiambretti, che per l'occasione avrà da dichiarare "Quella del Toro è una grande tifoseria per una piccola società. (...) Qualunque altra piazza avrebbe accolto la retrocessione con pianti e disperazione, noi invece siamo qui, certamente non felici, ma orgogliosi di essere tifosi del Toro". Bersagli privilegiati della contestazione sono Francesco Cimminelli, all’epoca proprietario del Torino, nonché Attilio Romero, presidente della società fino al 2005. Il senso della marcia è unilaterale: bisogna investire nella squadra e riportare a lottare per posizioni importanti. Rimarrà un episodio meraviglioso, ma isolato e senza troppi risultati reali: la squadra fallì due anni dopo.
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