L’infortunio di Israel ha aperto un interrogativo semplice: Paleari è davvero all’altezza per essere titolare? La risposta è arrivata subito: due presenze, due prestazioni dal peso specifico altissimo. Il rinnovo fino al 2027 non è un premio morale, ma la conseguenza di una certezza tecnica e caratteriale che il portiere ha saputo trasmettere sul campo. Paleari non ha chiesto spazio: se l’è preso, con la naturalezza di chi sa cosa vuol dire essere pronto.

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Baroni scopre un nuovo leader: ecco come Paleari si è preso il Torino
Paleari e i miracoli contro il Genoa
—La fotografia del suo ingresso è nitida già contro il Genoa. Il Torino è passato in vantaggio all’ultimo e, come spesso accade in queste partite, la tensione è salita: serviva concentrazione fino all’ultimo giro d’orologio. Paleari non ha tremato: nel finale ha compiuto due interventi da portiere esperto, capace di leggere il gioco. Non solo si è fatto trovare pronto per l’occasione, ma si è distinto come uno dei migliori in campo. Il Toro ha vinto 2-1, grazie soprattutto a lui.
Solidità confermata a Bologna
—Poi Bologna. Partita completamente diversa, ma l’atteggiamento dimostrato è stato lo stesso: serietà, presenza e sicurezza trasmessa ai compagni. Il clean sheet è arrivato come naturale conseguenza dei suoi numeri, estremamente positivi: 0,86 gol evitati e due interventi chiave. I piedi non sono il suo punto di forza, ma anche in questo aspetto ha contribuito: 15 passaggi completati su 29 e 10 lanci riusciti su 24 (dati SofaScore). Paleari ha mostrato verticalità e coraggio, facendo capire di essere parte integrante della struttura e non limitandosi al compitino.
Paleari, l’uomo in più su cui il Toro può contare
—Oggi il Torino sa di avere una certezza in più. Non un vice che aspetta il suo turno, ma un portiere che si allena e gioca da professionista completo, aggiungendo affidabilità senza cercare riconoscimenti. In un campionato dove il dettaglio fa la differenza, avere due uomini che trasmettono fiducia può cambiare la stagione. Paleari, in silenzio e senza pretese, si è fatto trovare pronto. Questa volta, le risposte sono arrivate prima dei dubbi. Anzi, ora si apre anche un bel quesito in casa granata. Le prestazioni del portiere italiano non sono passate inosservate. Va detto che ad oggi viene proprio difficile pensare ad un cambio nelle gerarchie. Israel non è stato accomodato in panchina per motivi tecnici, ma perché era semplicemente infortunato. Tuttavia l'uruguaiano deve rispondere presente alla sua prossima titolarità per non far venire i dubbi a Baroni. Una cosa è certa: la consapevolezza di avere due portieri all’altezza non può che essere qualcosa di positivo per il Torino.
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