Lazio-Toro è anche la sfida tra Immobile e Belotti, due giocatori che, oltre a essere grandi amici al di fuori del campo, hanno condiviso un passaggio nel processo che li ha lanciati e affermati come calciatori professionisti: il Toro.
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Belotti-Immobile: pupilli di Ventura, poi amici, rivali e compagni
Focus on / I numeri dei bomber di Torino e Lazio a confronto
NAZIONALE – Hanno formato insieme l’attacco titolare dell’Italia targata Ventura, quella della ‘disfatta svedese’ e da quel momento non hanno mai più giocato in coppia. Se Belotti è stato scartato nelle ultime convocazioni, Immobile, che ha avuto un rendimento migliore, ha continuato a fare parte della selezione. L’ultima rete del biancoceleste risale al 5 settembre 2017, quando decise la partita con Israele. Più recente, invece, l’ultima di Belotti, che, tra i due, è l’unico a segno nell’era Mancini e risale all’amichevole con l’Arabia Saudita del 28 maggio 2018.
VENUTRA – Grande merito per la loro esplosione va proprio all’ex-ct della Nazionale, che puntò forte su loro due ai tempi del Toro. Indimenticabile la prima stagione (2013-2014) di Immobile con i granata, quella della qualificazione all’Europa League e dei suoi 22 gol (grazie ai quali vinse la classifica marcatori). Come Immobile, anche Belotti fu lanciato proprio da Ventura, anche se i numeri furono nettamente inferiori (12 reti totali in campionato). Il filo conduttore è la fiducia che il tecnico ripose in entrambi. Tutti e due faticarono a trovare la prima rete in granata, ma, nonostante ciò, Ventura faceva spesso affidamento a loro, che lo hanno poi ripagato con un girone di ritorno da applausi. Quella, per Immobile, fu la stagione della consacrazione, che gli valse la chiamata dal Dortumnd di Klopp, mentre Belotti, dopo l’annata 2016/16, entrò sui taccuini di parecchie squadre.
IL RUOLO - Belotti e Immobile sono due punte molto simili soprattutto sotto il piano tattico. Entrambi, infatti, prediligono svariare su tutto il fronte offensivo e non disdegnano la fase difensiva, arretrando di parecchi metri per dare una mano ai compagni in copertura. Per Immobile questa caratteristica fu la sua rovina con Klopp, che preferiva un attaccante più statico o che almeno non arretrasse fino a centrocampo per partecipare alla manovra, ma lo sta esaltando con Inzaghi, che sfrutta a pieno questa sua predisposizione all’enorme lavoro di movimento senza palla.
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