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Coronavirus, dott. Patrignani: “Situazione gravissima, e che dire di chi la sottovalutava”

Mondogranata / L'intervista a Mario Patrignani, medico specialista in medicina interna e presidente del Toro Club Pesaro

Nicolò Muggianu

Coronavirus, salute e Serie A. Di questo e non solo abbiamo parlato con Mario Patrignani: medico specialista in medicina interna a Pesaro nonché grande tifoso granata e storico presidente del Toro Club Fedelissimi Granata Pesaro. Patrignani è testimone diretto di quel che sta succedendo in una delle zone d'Italia più colpite dal diffondersi del virus.

Buongiorno, dott. Patrignani. Qual è la situazione sanitaria relativa all’emergenza Coronavirus lì da lei, a Pesaro?

"La situazione è gravissima, anche se ancora sotto controllo. A Pesaro interi reparti sono stati svuotati, con pazienti sistemati in altri ospedali per far posto al gran numero di pazienti con polmonite da coronavirus, da concentrare ovviamente in strutture uniche. Speriamo che ci siano ancora i respiratori per tutti. Altrimenti sarà una tragedia senza fine. Detto per inciso, io inseguirei coi forconi quei deficienti vergognosi che, avendo minimizzato paragonando questa tragedia a una banale influenza, hanno fatto abbassare la soglia di prudenza centuplicando criminalmente il contagio e quindi il numero dei morti!".

Un consiglio da chi, come lei, lavora in prima linea. Che livello di criticità si è raggiunto? Si aspetta che la situazione peggiorerà ulteriormente nei prossimi giorni?

"Il picco non è ancora stato raggiunto, per cui ancora per qualche giorno è previsto un peggioramento. Si spera che arrivi presto, anche se l’emergenza persisterà perché chi ora ha la virosi in incubazione e tra poco diventerà sintomatico".

Passiamo adesso al calcio. Il Coronavirus ha iniziato a colpire anche i primi calciatori, in Serie A e all’estero. Pensa che si sia sottovalutata l’emergenza?

"Sì, sicuramente. Penso che la situazione sia stata colpevolmente sottovalutata da molti".

Quale può essere, mediamente, per uno sportivo la durata della convalescenza da COVID-19?

"Se il giocatore è solo contagiato ma non ha sintomi, in una quindicina di giorni gli anticorpi scalzeranno il virus, (che però non sappiamo ancora bene come funzioni). Se invece in alcuni gli anticorpi non saranno totalmente bloccanti, il virus può persistere nel contagiante per oltre un mese".

Quando, secondo lei, si potrà riprendere l’attività sportiva agonistica su scala nazionale senza correre particolari rischi?

"L’attività sportiva potrà riprendere in Italia solo quando tutti i giocatori della rosa di tutte le squadre si saranno sottoposti al tampone e tutti i tamponi daranno esiti negativi. Ci vorranno dei mesi. Poi basterà che un calciatore si infetti in una fase successiva per dover rifermare tutto. Chi ha deciso la sospensione solo per poche settimane mi sembra un dilettante allo sbaraglio".

Grazie dottore e buon lavoro. 

"Grazie a voi. E mi lasci dire un'ultima cosa: sempre forza vecchio cuore granata!".