Il capitolo Nazionali per Ismajli è abbastanza lungo e intricato, mettetevi comodi. Prima di tutto, occorre fare un piccolo (e quindi impreciso) excursus geopolitico. Il Kosovo è uno stato - in Italia lo consideriamo tale - che divide Albania e Serbia, mentre sugli altri lati confina con Montenegro e Macedonia del Nord. La storia del Kosovo è molto complicata, fatta di tante dominazioni differenti, dall'Impero Ottomano, alla Jugoslavia all'Impero Serbo. Proprio quest'ultimo ha sancito una delle pagine più dure - e ancora attuali - della storia di questo paese. In tempi recenti è stato necessario l'intervento delle truppe della NATO e del controllo dell'ONU per appacificare un minimo la situazione, con i serbi che tutt'ora hanno idee di conquista sul Kosovo. In ogni caso, il 17 febbraio 2008 il Kosovo ha proclamato la propria indipendenza e questa, ad oggi, è riconosciuta da 104 Stati membri dell'ONU su 193. Tra questi l'Albania e l'Italia, naturalmente non la Serbia e - per dover di cronaca - si segnala che non è riconosciuta neanche dalla Romania, da sottolineare visti i recenti avvenimenti in partite tra Nazionali terminate anzitempo proprio a causa di disguidi tra il pubblico. Ad oggi il Kosovo è una repubblica democratica - molti la definiscono la più democratica nei Balcani - e la si descrive come popolata per la stragrande maggioranza da albanesi del Kosovo (il 93% circa) mentre i serbi sono rimasti soltanto l'1,5% circa. A livello ideologico, infatti, Albania e Kosovo sono abbastanza vicine, date le popolazioni molto simili in tradizione e cultura. Si differenziano, tuttavia, per la politica: il Primo Ministro albanese, Edi Rama, è un autocrate e quest'anno ha ottenuto il suo quarto mandato, in carica dal 2013: da questo punto di vista il paese è più vicino alla Serbia che al Kosovo. Nelle province più a nord del Kosovo, confinanti con la Serbia, Belgrado continua a finanziare la criminalità, che governa su quei territori e che non conduce rapporti idilliaci né con le istituzioni né con i cittadini stessi del Kosovo. In questo contesto nasce Ardian Ismajli: il paese natale del difensore granata è Podujevë, nel distretto di Pristina, a soli 6km dal confine con la Serbia. Ecco che arriviamo alla storia delle Nazionali.
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Ismajli e il Kosovo: una storia d'amore...
Il 26 agosto 2016 un diciannovenne Ismajli, già all'Hajduk Spalato, in Croazia, da 6 mesi, ha rilasciato un'intervista riguardo alla sua scelta per la Nazionale. Non ancora convocato né da Kosovo, né da Albania (le due in cui avrebbe potuto giocare), il difensore esprimeva ai microfoni della testata Newsport la propria preferenza: "Due anni fa ho fatto richiesta per il passaporto albanese, quando Skënder Gega era il CT. Ma la mia richiesta è stata respinta e il mio dossier non è mai stato riaperto" sosteneva Ismajli. "Sono molto stanco. Mi dispiace dirlo, ma non posso lasciare che l'Albania si prenda gioco di me. Quando i giocatori non scelgono la Nazionale rossonera sono dei traditori, ma quando vogliono giocarci e nessuno li considera? Forse i traditori sono all'interno dell'Associazione Calcio albanese..." commentava con una certa dose di rabbia Ardian Ismajli. La situazione con il tempo si è evoluta, per lui è arrivata la convocazione del Kosovo e ben presto è anche diventato capitano della formazione Under 21. Le buone prestazioni tra questa formazione e quella croata hanno attirato le attenzioni dell'Albania, con tanta preoccupazione del segretario dell'Associazione Calcio Kosovo, Eroll Salihu, che accusava la federazione rossonera di "rubare" i giocatori alla Nazionale azzurra. A non essere impensierito, invece, era Ismajli, che sia in quell'occasione che poi privatamente al presidente della stessa federazione, Fadil Vokrri, dichiarava la propria fedeltà al Kosovo. Il 29 maggio 2018 Ismajli ha fatto il proprio esordio con la Nazionale maggiore del Kosovo, proprio nella sfida contro l'Albania, vinta dagli azzurri con il risultato di 0-3. "Io sono nato in Kosovo, sono del Kosovo e difenderò sempre i colori dove è nato mio padre e la mia famiglia" dichiarava il difensore oggi in granata alla testata Sporti në KTV dopo la vittoria.
...finita male: il "tradimento" e l'Albania
Se tutto questo succedeva a maggio, a ottobre Ismajli si è sentito tradito. Dopo l'esordio in prima squadra, per la pausa Nazionali di cinque mesi dopo il difensore allora all'Hajduk Spalato si sarebbe aspettato lo stesso trattamento. Invece, ecco nuovamente solo la convocazione per l'Under 21. Così a fine mese qualsiasi ostacolo burocratico è stato superato e Ismajli ha ottenuto il passaporto albanese, nella speranza - quasi sicurezza, visti i dialoghi aperti con il CT Panucci - di una convocazione in Nazionale maggiore. Questa non si è fatta attendere: il 17 novembre 2018 è arrivato per Ismajli l'esordio con l'Albania, nella sfida persa contro la Scozia con il risultato di 0-4. Chi ha visto quella sfida, però, racconta di un'unica nota positiva: l'ottima prestazione del difensore ora albanese. "Auguro successo al Kosovo, ma ho scelto di giocare per l'Albania e sono convinto di questa decisione. Sono un giocatore dell'Albania e voglio parlare solo della Nazionale Albanese" ha risposto nel post-partita Ismajli a una domanda riguardo alla sua Nazionale precedente. Non sono certamente mancati insulti, anche gravi, da parte dei tifosi del Kosovo, ma la sua scelta è rimasta e da quel momento è diventato punto cardine della difesa rossonera. In un'intervista rilasciata all'edizione di La Spezia del giornale La Nazione, quando Ismajli già giocava in Italia, ha anche spiegato: "Giocare per la Nazionale albanese è un grande sogno perché rappresenta tutti gli albanesi, che dopo la guerra sono stati divisi in 6 paesi della fu Jugoslavia e tutti quelli che vivono in altre parti del mondo. Il Kosovo, invece, rappresenta solo i kosovari. Giocare per l'Albania è un privilegio, ma comunque seguo il Kosovo con grande passione: ci sono nato e cresciuto!".
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