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Da Bellanova mal sostituito all’arrivo di Elmas: è un Toro ribaltato sulle fasce

Da Bellanova mal sostituito all’arrivo di Elmas: è un Toro ribaltato sulle fasce - immagine 1
La fascia sinistra è diventato il punto forte del Torino: un anno dopo Bellanova, i granata fanno all in sulla zona sinistra campo con Elmas e Biraghi
Simone Napoli

E' un Torino nuovamente sbilanciato quello nelle mani di Vanoli, ma se un anno fa si parlava di una fascia destra devastante grazie all'apporto di Bellanova con una corsia sinistra che invece arrancava con l'adattamento di Lazaro e Vojvoda, quest'anno, con i rinforzi che sono stati fatti sulla corsia mancina, è diventata la fascia destra quella meno forte.

Lazaro l'unico superstite: sulla destra è una garanzia

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Valentino Lazaro è una delle rivelazioni di questo Torino e per questo un grande applauso va fatto a Vanoli: fin dal suo arrivo all'ombra della Mole, il tecnico varesino ha affidato le chiavi della fascia all'austriaco che alla prima da campionato a San Siro col Milan lo ha premiato con un assist a Zapata. Con l'addio di Bellanova neanche una settimana dopo quella giocata, Lazaro, per necessità e per virtù, è stato dirottato sulla corsia destra, suo ruolo di maggior pertinenza: le prestazioni dell'austriaco sono cresciute di partita in partita e fin qui i numeri gli danno ragione visti i 6 assist in campionato. Una crescita quella di Lazaro, figlia del cambio di modulo dal 3-5-2 al 4-2-3-1: schierato come esterno alto destro l'austriaco si è svicolato da compiti di marcatura in cui faceva molta difficoltà e con la sua corsa e tecnica riesce ad essere un valore aggiunto in difesa - fase in cui è migliorato e che permette al Torino di difendere anche a 5 - e specialmente in attacco con i suoi assist: l'ultimo è proprio quello per Elmas a Monza, da esterno a esterno.

Da Sosa a Biraghi ed Elmas, la corsia sinistra è diventato il punto forte del Toro

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In estate era partito il casting per andare a rinforzare una corsia mancina da anni priva di un vero esterno di fascia mancino: a spuntarla ad agosto è stato Borna Sosa, arrivato in prestito con diritto di riscatto dall'Ajax, ma nei primi 6 mesi in granata non ha soddisfatto le aspettative. Il croato ha faticato a prendere il ritmo partita e in diverse occasioni gli sono stati preferiti anche gli adattati Lazaro e Vojvoda. Solo tra dicembre e gennaio è cresciuto di condizione, ma tra un infortunio e l'altro, la società ha preferito puntare su un altro terzino sinistro di ruolo per avere più alternative e nell'ultimo giorno di mercato è arrivato Biraghi che, a parte l'autogol costato caro a Bologna, sta dimostrando il suo valore con la sua leadership ed esperienza. Chi invece sta dimostrando il suo valore a suon di giocate e gol è Eljif Elmas, anche lui arrivato nel mercato di gennaio, sembrava una scommessa vista la condizione atletica da cui era reduce nei mesi precedenti, ma gli sono bastati pochi minuti a Bologna per far vedere a tutti di che pasta è fatto. Schierato come esterno sinistro del 4-2-3-1 di Vanoli, Elmas è diventato in poco tempo il valore aggiunto del Toro: ala atipica vista la poca velocità sul lungo, il classe '99 di proprietà del Lipsia compensa questo gap con una velocità di pensiero e di giocata da giocatore sopra la media, giocate che gli hanno permesso di segnare già 3 gol, uno più bello dell'altro in 4 presenze. Siamo passati dalla giocata funambolica di Bologna con tunnel e cucchiaio in un fazzoletto, alla volèe in coordinazione di destro al volo in controbalzo di Monza, fino al destro a giro sull'angolino opposto di Parma. Con l'asse Biraghi-Elmas, il Torino sembra aver sistemato la fascia sinistra e da qui infatti si concentrano le azioni più pericolose, mentre la corsia di destra è diventata più di appoggio e di palleggio, una zona da cui passare per poi finalizzare sul lato opposto. Non è un caso se infatti Vanoli ha provveduto a colmare l'addio di Vojvoda con Walukiewicz, un difensore centrale adattato a destra che permette più copertura permettendo a Biraghi di spingersi di più in attacco. Al momento è invece una scommessa persa Pedersen: doveva essere il sostituto di Bellanova, ma la differenza tra i due si è rivelata abissale.