Schietto e controverso: a Bergamo Juric cerca il riscatto dopo una carriera in discesa
—Juric porta con sé un’identità complessa, fatta di intensità, meticolosità tattica e un carattere che non lascia indifferenti. È schietto, diretto, a volte persino ruvido. Questa trasparenza è stata una sua caratteristica distintiva sin dagli inizi: c’è chi la considera un valore aggiunto, un segnale di coerenza e autenticità in un ambiente spesso ipocrita; c’è chi la percepisce come un limite, perché la franchezza può logorare rapporti con dirigenti, spogliatoi e ambienti mediatici. Dopo il Torino, questo lato del suo carattere è emerso in tutta la sua ambivalenza. Alla Roma non è riuscito a trovare una sintonia con la società e con lo spogliatoio, finendo ai margini di un progetto tecnico più grande di lui. Al Southampton, in Premier, la sua sincerità e il suo stile diretto non hanno attecchito in un contesto culturale completamente diverso, accentuando la sensazione di una carriera in completa picchiata. Proprio per questo la chiamata dell’Atalanta, inaspettata per molti, è una svolta enorme. Non solo una panchina importante, ma un ambiente che dopo aver vissuto il ciclo Gasperini potrebbe aver bisogno proprio della schiettezza dell'allenatore croato. A Bergamo Juric può provare a ricostruire se stesso, dimostrando che il suo carattere diretto non è soltanto una lama a doppio taglio, ma può diventare la leva per rilanciare la sua filosofia calcistica ad alti livelli. Domenica all’Olimpico Grande Torino, il croato non tornerà da ex, ma da allenatore che tenta di risalire una parabola che molti avevano già dato per discendente.
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