Dopo le dichiarazioni rilasciate una settimana fa a Tuttosport, l’ex difensore del Torino Koffi Djidji è tornato ad affrontare il tema granata con gli occhi di chi ha attraversato il mondo granata dall’interno per sei stagioni, inframmezzate da una parentesi a Crotone. Djidji ha indossato la maglia granata per la prima volta nella stagione 2018-2019, dunque nella fase crepuscolare del ciclo di Gianluca Petrachi che, da mercoledì scorso, va etichettato come il primo atto della nuova avventura sotto la Mole del direttore salentino. Fu proprio lui a portarlo in Serie A, dopo aver difeso i colori del Nantes e aver avuto un primo assaggio d’Italia sotto la guida di Claudio Ranieri. Parole al miele del franco-ivoriano, ai microfoni di Rai Radio Uno Sport, nei confronti del vecchio e nuovo ds granata, che avrà ora a che fare con una bella gatta da pelare: «Gli faccio un grosso in bocca al lupo, non è facile rimettersi in gioco in questa situazione, però questa mi sembra una squadra con idee di gioco. C’è un gruppo che può risolvere questa situazione: per il Toro e per i suoi tifosi non è giusta questa situazione. C’è tanto lavoro da fare» — ha aggiunto — «lui è uno che sa lavorare, ha avuto il coraggio di tornare e ora avrà tante cose da fare».

le voci
Djidji: “Ho avuto problemi con Vagnati, non ho deciso io il mio addio”
Djidji: «Per i tifosi devi dare tutto, Petrachi può portare questa cultura»
—Djidji, nell’intervista, prova a spiegare i motivi che hanno condotto al reinserimento societario di Petrachi: «Quando fai una scelta del genere vuol dire che le cose non stavano andando bene, che vuoi cambiare delle cose». Conta molto il passato, un sodalizio riuscito, di fatto gli anni migliori della ventennale presidenza Cairo: «Cairo e Petrachi si conoscono bene, hanno lavorato insieme per dieci anni. Nell’ultima stagione in cui c’eravamo entrambi ci siamo affacciati in Europa e quindi credo si possa fare qualcosa di buono».
Secondo Djidji, indossare la maglia granata richiede responsabilità diverse rispetto ad altre piazze: «Perché la maglia è pesante, ma nel senso buono. I tifosi si aspettano sempre tanto e quando indossi quella maglia devi sempre dare il 100%. Devi sempre dare tutto, questo si aspettano i tifosi». Valori che, a suo parere, Petrachi punta a instillare nuovamente: «Io credo che Petrachi voglia far tornare una cultura che appartiene al Torino. Io sono giocatore, faccio il mio sul campo, ma tutto deve andare insieme. Sono convinto che il Toro possa tornare al successo».
Djidji: «Mai avuto problemi con Cairo, ma con Vagnati…»
—A 645 giorni dall’ultima partita ufficiale disputata — Torino-Napoli dell’8 marzo 2024 — Djidji è ancora alla ricerca di una nuova squadra. E visto che sulla sponda granata del Po si è in vena di ritorni inaspettati… «Magari, vediamo cosa pensa il Direttore. Io sarei pronto a dare tutto, voglio tornare e mi manca il campo. Sto bene, mi sto allenando, ho fatto recentemente anche un’avventura in Kings League proprio per continuare a tenermi in forma al meglio. Vediamo, ma a prescindere da ciò auguro tutto il bene al Torino. Io non ho mai avuto problemi con il presidente Cairo, ma prima c’erano persone con cui sono successe delle cose che mi hanno penalizzato. Hanno fatto uscire tante cose inesatte su di me». E qui i riferimenti sono tutt’altro che casuali e portano nome e cognome: Davide Vagnati, l’uomo che, dopo cinque stagioni e mezzo in cui ha raccolto poco consenso nella piazza, è stato esonerato con effetto immediato da Cairo. Per Djidji è il direttore che, alla scadenza del contratto, lo ha allontanato dal Toro. Il franco-ivoriano non ci gira intorno: «Sì, ho avuto un po’ di problemi con lui».
«Sul mancato rinnovo una grande bugia»
—Djidji entra allora nel dettaglio, raccontando i motivi che hanno condotto al suo addio ed esprimendo una versione diversa rispetto a quanto emerso in passato: «È emerso che mi hanno proposto il rinnovo, ma che io non l’ho accettato perché chiedevo altri soldi. Ecco, questa è una grande bugia, perché sono andato a scadenza senza che nessuno mi proponesse nulla. A un certo punto ho iniziato solo a giocare meno. Non c’è stata nessuna proposta e ci può stare, ma poi non si può addossare a me il mio addio a parametro zero perché non l’ho deciso io».
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